Intervista con il compositore e pianista Fabio Mengozzi che ci presenta il nuovo disco “Mistero e poesia”

Si intitola “Mistero e poesia” (Stradivarius) il nuovo disco del compositore e pianista astigiano Fabio Mengozzi.
Il progetto racchiude 18 brani per pianoforte composti tra il 2011 e il 2017 ed eseguiti dallo stesso Mengozzi, la cui musica sfugge ad ogni definizione. Si tratta di uno stile che l’autore stesso ama definire “stratificato”, ovvero “capace di esprimersi a vari livelli e coinvolgere un pubblico molto ampio, non soltanto quello degli addetti ai lavori”. Dalle atmosfere misteriose di “Sfinge” si passa a quelle sognanti di “Reverie IV”, senza dimenticare un certo afflato nostalgico in brani come “Rivo di cenere”: “Mistero e poesia” è un viaggio alla scoperta di noi stessi.

mistero

Ciao Fabio, è uscito il tuo nuovo album “Mistero e poesia”, un viaggio alla scoperta di noi stessi. Com’è nato questo progetto?

“Avevo nel cassetto decine di brani pianistici composti nel corso degli anni; molti eseguiti in giro per il mondo, altri lasciati nel cassetto come in attesa di un destino. Mi sono reso conto che forse era arrivato il momento di accorparli e dare vita ad un progetto”.

La cover del disco è molto suggestiva. Da chi è stata scelta?

“Il soggetto raffigurato, ricco di elementi simbolici, è balenato nella mia mente all’improvviso. Dopodiché ho incaricato la bravissima artista Lia Rinetti di realizzarlo praticamente”.

Cosa rappresentano per te il mistero e la poesia?

“Due pilastri nella ricerca dell’essere umano; il primo permea il creato in ogni sua manifestazione, ma grazie all’intuizione e a tutto ciò che è superiore ed aulico possiamo forse meglio sondarlo”.

Tra i brani contenuti nel disco ce n’è uno a cui sei piu’ legato?

“Ogni brano ha una sua vicenda, una sua gestazione. E, proprio come avviene per i figli, non è possibile prediligerne uno”.

A cosa ti ispiri nella composizione dei brani?

“Anche se sono maggiormente attratto da alcuni temi, come quello della Luce, credo che tutto il vissuto senza distinzione alcuna entri in gioco nel processo creativo. Si tratta di una ricerca costante ed infinita”.

Com’è nata la tua passione per la musica?

“Mi sono avvicinato alla musica molto precocemente. Intorno ai quattro anni già suonavo e componevo miei brani”.

Hai fatto concerti in tanti paesi del mondo, esibendoti in prestigiosi contesti. Ce n’è uno che piu’ ti è rimasto nel cuore?

“Quando, meno che ventenne, tenni un concerto di beneficenza per un’associazione umanitaria che, grazie a quella serata, raccolse i fondi necessari all’acquisto di un pulmino per disabili”.

In quali progetti sei attualmente impegnato?

“In questo momento sto scrivendo per varie formazioni, ma anche per pianoforte. Nel mese di novembre, oltre ad alcune esecuzioni di miei brani a Torino ed in Calabria, il duo pianistico composto da Krzysztof Dziurbiel e Chiemi Tanaka terrà a battesimo in prima mondiale un mio brano intitolato “Poema litico”, dedicato al tema della pietra simbolicamente intesa come materia per costruire edifici spirituali. Oltre alla composizione, però, da diversi anni mi dedico anche all’insegnamento nella speranza di trasmettere qualcosa a una generazione di giovani che ha un bisogno impellente di riscoprire il senso ultimo dell’esistenza, al quale la musica può forse condurci”.

di Francesca Monti

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