Intervista ad Andrea Larossa, ballerino e coreografo italiano

Andrea Larossa è un ballerino e coreografo italiano, ha 26 anni ed ha già una carriera di grandi nomi alle spalle. Una carriera divisa fra Italia ed estero, dove ha lavorato alla versione olandese del programma “Dance Dance Dance”.

In Italia è stato al fianco di Laura Pausini con il Simili Tour negli stadi come assistente coreografo e ballerino, oltre ad esperienze come il Festival di Sanremo, X Factor, The Voice ed eventi di alta moda. Il suo curriculum include nomi come: Will I Am, Clean Bandit, Ricky Martin, Bob Sinclair e molti altri.

Lo abbiamo intervistato per conoscere più da vicino il suo percorso e i prossimi progetti.

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Ciao Andrea, come è stato il tuo percorso per diventare ballerino? Scuole? Stage? 

“Iniziai quando ero molto giovane ad essere attratto dal mondo dello spettacolo e dalla danza, così decisi di iscrivermi a 12 anni ad una scuola di danza vicino a casa mia. Lì ebbi la possibilità di prendere lezioni di svariati stili come classico, contemporaneo, tip tap ed acrobatica. Questo mi diede la possibilità di diventare un ballerino abbastanza completo. In più ho sempre viaggiato e studiato come potevo, sono stato più di una volta negli Stati Uniti dove ho studiato tantissimo con grandi nomi dello show business americano, come Megan Lawson (la coreografa di Madonna), Marty Kudelka, Lyle Beniga e molti altri”.

Hai iniziato a lavorare a 18 anni come ballerino professionista, che ricordi hai di quell’esperienza e di quell’Andrea degli inizi? 

“Ricordo come se fosse ieri la chiamata ricevuta per partecipare a quello che diventò la mia prima esperienza di lavoro. Ero al liceo durante la lezione di matematica, quando mi chiamarono per chiedere la mia disponibilità per partecipare come ballerino ad una puntata di Domenica in…onda con Lorella Cuccarini. Ed è cosi che mi ritrovai in un attimo, da un banco di scuola ad uno studio televisivo a Roma dentro un gruppo di ballerini con anni di esperienza alla spalle, coreografati da Luca Tommassini. Io ero parecchio inesperto ma pronto a mettermi in gioco, ed è cosi che ha avuto inizio la mia carriera”.

X Factor, Festival di Sanremo, Ricky Martin, Clean Bandit, Bob Sinclair, sono solo alcuni dei tuoi lavori da ballerino. C’è qualcuno che ti ha stupito più di altri? 

“Uno che ricordo molto bene è la performance fatta con Will.I.Am a The Voice of Italy, con le coreografie di Laccio. Era l’artista più atteso e ricordo benissimo che quando lo vedemmo per la prima volta ci sembrò totalmente diverso da quello che ci aspettavamo. Il suo carattere era molto introverso, era molto tranquillo e rispettoso per poi esplodere sul palco e diventare una vera e propria star”.

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Per il Laura Pausini Simili Tour sei stato assistente alle coreografie e ballerino sul palco, in tour negli stadi italiani, cosa hai preferito di più? L’essere assistente coreografo o ballerino? 

“Sono davvero grato di aver preso parte a questa mega esperienza, iniziando dalla parte creativa assistendo una delle menti più brillanti che abbiamo in Italia, quella di Jonathan Redavid, che seguiva le coreografie del tour. Ho adorato trovarmi dietro le quinte ad assistere e far parte della creatività, ma in questo caso con un palco così immenso, nei più grandi stadi italiani, di fronte a più di 50.000 persone ho di gran lunga apprezzato di più ballare ed essere al fianco di Laura”.

In Olanda hai partecipato a Dance Dance Dance, che ambiente hai trovato all’estero? 

“Questo lavoro è stato quello che mi ha fatto realmente capire cosa avrei voluto dalla vita, perché per la prima volta mi sono trovato da solo all’estero e devo dire che la cosa mi è piaciuta moltissimo.  In Olanda ho trovato un ambiente fantastico, il trattamento che le produzioni offrono ai ballerini sono esemplari, cercano di farti stare super tranquillo sotto ogni punto di vista. In più ho conosciuto moltissimi degli amici che tutt’ora sento giornalmente”.

Torneresti a lavorare all’estero? 

“Guarda ti dico solo che sto lavorando per trasferirmi in America. Ci andrei anche domani!”.

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Nella sua versione italiana Dance Dance Dance ti ha visto come coreografo, hai trovato differenze rispetto alla versione olandese? 

“Bisogna partire dal fatto che Italia e Olanda sono due paesi totalmente diversi, con popoli e culture diverse. Questa piccola premessa per dire che sicuramente ci sono state differenze di organizzazione e logistica del programma, che in Olanda erano sicuramente più veloci. Mentre una differenza sostanziale è l’idea che si ha sul mestiere del ballerino. In Italia fare il ballerino non è visto come lavoro e quindi si va a mancare di tutti quei trattamenti e tutele che ogni lavoro dovrebbe ricevere dal proprio datore. Questo comporta il sentirsi quasi sempre, se possiamo cosi dire, “l’ultima ruota del carro” e purtroppo questa è una delle tristi realtà che non fa funzionare il tutto come dovrebbe”.

Prossimi progetti? Con chi vorresti lavorare in futuro?

“Per scaramanzia non dirò troppo, ma il Natale prossimo sarò al cinema con Alessandro Siani per il suo nuovo film. Mentre i sogni nel cassetto sono quelli di andare negli Stati Uniti e lavorare con grandi artisti in live performance, in particolare sogno di lavorare con Justin Timberlake”.

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