Video intervista con i Sonohra che ci presentano il nuovo disco “L’ultimo grande eroe”: “Questo doppio progetto rappresenta la strada verso il racconto di noi stessi”

Questo doppio progetto rappresenta la strada verso il racconto di noi stessi. Non siamo ancora completamente noi, resistono ancora delle barriere che ci hanno impedito di metterci completamente a nudo, ma ci stiamo lavorando. Siamo entrambi molto riservati, scavare in noi stessi e buttare fuori tutto in musica è un percorso che stiamo coltivando. Anche dal punto di vista delle sonorità“, raccontano i Sonohra che a 10 anni dall’esordio discografico con “Liberi da sempre” e dalla vittoria nella sezione “Giovani” del Festival di Sanremo, tornano con il quinto album di inediti dal titolo “L’ultimo grande eroe” in uscita il 14 dicembre. Il progetto è stato anticipato dai singoli “Come un falco che va nel suo cielo”, “L’ultimo ballo lento”, “Un gioco di parole”, “Con una foto di James Dean” e “Ciao”, è composto da 10 brani, è completamente prodotto da Luca e Diego Fainello ed è stato registrato nello studio dei Sonohra, #Civico6.

COVER Sonohra

Un disco che affronta tematiche diverse, dalla libertà al confronto tra la nuova e la passata generazione, dalla ricerca dell’essenza della vita all’importanza della felicità da ricercare nelle piccole cose. Il brano “L’ultimo grande eroe” che dà il titolo al disco è dedicato al padre scomparso lo scorso anno. A questo album ne seguirà subito un secondo, in uscita nel 2019.

Abbiamo incontrato i Sonohra a Milano, qui la nostra video intervista.

Ciao ragazzi, il 14 dicembre esce il vostro nuovo disco “L’ultimo grande eroe” che fa da ponte ad un secondo album in uscita nel 2019. Com’è nato questo progetto?

“Questo progetto è nato negli ultimi due-tre anni in cui abbiamo ascoltato molta musica, soprattutto folk e blues, il genere che sta caratterizzando i nostri live. Invece la seconda parte del disco che uscirà nel 2019 sarà ancora piu’ libera, con meno paletti”.

Cosa ci raccontate riguardo il singolo Con una foto di James Dean?

“In questo brano mettiamo a paragone la società dei nostri genitori con quella attuale piu’ frivola e leggera, con meno punti di riferimento e basata su un mondo e una socialità virtuale, mentre i nostri genitori magari sognavano con una foto di James Dean  appesa in camera. La generazione piu’ vecchia sicuramente ci ha influenzato moltissimo sia dal punto di vista della vita che musicale”.

Il disco si chiude con un brano che trasmette speranza nel futuro come “Un soffio d’aria nuova”…

“Racchiude sicuramente un messaggio di speranza, è la canzone piu’ politica del disco. Oggi tanti giovani e tante persone anche della nostra generazione hanno perso la speranza e noi ci sentiamo come un po’ manipolati. Questa canzone è un input per cercare di reagire, crearsi una vita e un futuro migliore”.

C’è una traccia del disco a cui siete piu’ legati?

Diego: “Un gioco di parole perchè come sonorità è cupa e triste e mi rispecchia”.

Luca: “A me piacciono tutte le tracce”.

Sono passati dieci anni dall’uscita del primo disco e dalla vittoria a Sanremo Giovani. Quanto vi sentite cambiati?

“Siamo cambiati tanto perché dieci anni per un musicista equivalgono a cinquanta, ci sentiamo anche piu’ consapevoli della strada che abbiamo intrapreso, della nostra vita e di quanto fatto finora”.

Vi piacerebbe tornare in gara al Festival di Sanremo?

“Sanremo è una vetrina importantissima e ci piacerebbe salire nuovamente su quel palco in futuro, magari con un brano che abbia una veste sonora diversa e rispecchi quello che siamo oggi”.

di Francesca Monti

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