Intervista con Ottavia Piccolo, al Teatro Gerolamo con “Donna non rieducabile”: “Spero che la gente continui a pensare che le storie che raccontiamo siano dei pezzi di vita e di mondo che vale la pena non dimenticare”

“Diciassette anni fa, pochi mesi dopo la morte di Anna Politkovskaja, Stefano Massini mi ha fatto leggere questo testo, me ne sono innamorata e ho voluto fortemente portarlo in scena. E continuiamo ancor oggi perchè purtroppo è sempre attuale per quello che succede nel mondo, non solo in Russia”. Attrice straordinaria, capace di restituire emozioni e colori sempre diversi alle donne a cui dona anima e corpo, Ottavia Piccolo torna al Teatro Gerolamo di Milano giovedì 23 maggio alle ore 20 con “Donna non rieducabile” di Stefano Massini, con la regia di Silvano Piccardi e le musiche per arpa composte ed eseguite dal vivo da Floraleda Sacchi.

Lo spettacolo è l’adattamento in forma teatrale di brani autobiografici e articoli di Anna Politkovskaja, la giornalista trovata morta il 7 ottobre 2006 nell’androne della sua casa moscovita, uccisa da quattro colpi di arma da fuoco. Un piccolo grande “caso” della scena teatrale italiana, programmato capillarmente sul territorio stagione dopo stagione, in cui la grande attrice dà voce allo smarrimento, all’orrore, alla dignità e anche all’ironia di questa donna indifesa e tenace, con il rigore e l’intensa partecipazione di chi in quei valori si identifica fino in fondo.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Ottavia Piccolo mentre si trovava a Venezia e con la consueta disponibilità ci ha parlato di “Donna non rieducabile” e del teatro sociale e necessario che da anni porta avanti.

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Ottavia, il 23 maggio riporterà in scena al Teatro Gerolamo di Milano lo spettacolo “Donna non rieducabile” di Stefano Massini…

“E’ uno spettacolo che è nato dalla penna di Stefano Massini. Diciassette anni fa, pochi mesi dopo la morte di Anna Politkovskaja, mi ha fatto leggere questo testo e me ne sono innamorata. Ho voluto fortemente portarlo in scena e continuiamo ancor oggi perchè purtroppo è sempre attuale per quello che succede nel mondo. A Milano sono stata tante volte, al Gerolamo nel mese di ottobre con due repliche e siccome c’era molta richiesta mi hanno proposto di fare una terza data e con grande piacere lo riportiamo il 23 maggio”.

Partendo dal titolo dello spettacolo, non rieducabile è l’appellativo con cui Anna Politkovskaja veniva definita dagli uomini vicini al Presidente Putin per indicare chi non rispecchiava i loro dettami…

“Massini ha trovato un documento firmato da Vladislav Surkov, un uomo molto vicino al Presidente Putin, che diceva che le persone che non si possono rieducare vanno fatte tacere in tutti i modi. Con la Politkovskaja ci sono riusciti, con quattro colpi alla testa, e non solo in Russia accadono queste cose”.

Un tema importante che viene affrontato in “Donna non rieducabile” è la libertà di espressione, che anche oggi è un po’ messa in discussione, tanto che la Politkovskaja diceva “non faccio opinione, racconto quello che vedo e do voce alle persone che non hanno voce”…

“Noi italiani non possiamo per fortuna paragonarci ad altri paesi dove la libertà di stampa e le persone vengono fatte tacere con metodi molto violenti, però indubbiamente da tutte le parti esiste un tipo di censura che è molto subdola. Si può zittire una giornalista, uno scrittore, un attore, un drammaturgo, anche con un ricatto economico, non facendoli lavorare se dicono cose scomode. Spero sempre che un giorno non sarà più necessario fare lo spettacolo su Anna Politkovskaja, quando sarà fuori moda sarò veramente contenta”.

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Ottavia Piccolo in “Donna non rieducabile”

Anna Politkovskaja infatti affermava che “bisogna essere disposti a sopportare molto, anche in termini di difficoltà economica, per amore della libertà”…

“Anche una giornalista celebre com’era lei probabilmente ha dovuto battersi dal punto di vista economico, se non lavorava non guadagnava, e questo vale non soltanto per chi si occupa di informazione. Non parlo ovviamente dell’Italia ma in situazioni più estreme se una persona vuole affermare le proprie idee magari ha difficoltà ad avere una vita tranquilla”.

In un momento dello spettacolo si parla di una fiction russa che racconta la guerra in Cecenia affermando che i russi sono tutti buoni e i ceceni sono dei mostri cattivi, a riprova di quanto i mass media possano influenzare la visione della realtà da parte del pubblico…

“Questo succede dappertutto. Quando c’è una guerra si dice che la prima vittima è la verità, è molto facile suggestionare le persone raccontando un pezzo di realtà, è quello che accade anche adesso con la guerra in Ucraina, il disastro di Gaza e Israele, è semplice dire quelli sono tutti buoni o tutti cattivi, la realtà è molto più complessa e bisogna fare molta attenzione. Non è solo questione di fake news che se uno vuole riesce a contrastare in qualche modo informandosi, questo tipo di trame sono più complicate e difficili da smontare. Sta a noi tenere gli occhi e le orecchie ben aperti”.

Nel libro “La Russia di Putin” del 2004 Anna Politkovskaja parla dell’ascesa del Presidente russo ed è come se in qualche modo avesse già previsto quanto poi accaduto con la guerra in Ucraina…

“La Politkovskaja era una donna che sapeva leggere quanto le succedeva intorno e ha raccontato e detto ciò che si è puntualmente avverato, quindi il cosiddetto Occidente se avesse letto bene quello che lei scriveva forse avrebbe compreso prima molte cose”.

Ha avuto modo di incontrare Vera, la figlia di Anna Politkovskaja…

“Ho incontrato Vera in diverse occasioni, io purtroppo non parlo inglese e tantomeno russo, quindi ho dovuto usare un interprete ma è stato un bell’incontro. Ho letto i suoi libri, è una donna forte, dopo quello che ha passato riesce ancora a fare il lavoro di sua madre e questo è bellissimo”.

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Anna Politkovskaja non ha mai voltato lo sguardo dall’altra parte, come invece spesso accade, e diceva “come posso non raccontare le cose che vedo”…

“E’ vero, spesso si fa finta di non sapere e di non vedere, succede a tutti noi perchè ci vogliamo preservare in qualche modo. Anche a me capita di aprire il giornale e saltare le notizie sui disastri, sulla guerra, poi mi dico che sono vigliacca e che non devo farlo”.

Lei però da tanti anni sta portando avanti un teatro necessario, sociale, penso a spettacoli come “Buenos Aires non finisce mai”, “Cosa nostra spiegata ai bambini”, oltre a “Donna non rieducabile”…

“Ci provo, sono diversi anni che faccio scelte un po’ eccentriche ma questo mi dà soddisfazione perchè la gente ripone fiducia in me venendo a teatro a vedere gli spettacoli”.

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Ottavia Piccolo in “Cosa nostra spiegata ai bambini” – credit foto Antonio Viscido

Cosa le ha regalato o anche insegnato l’incontro con queste donne speciali che porta in scena?

“Mi hanno regalato la voglia di continuare a raccontare storie che ci riguardano, non penso di essere una persona coraggiosa, semplicemente questi incontri che ho fatto con personaggi reali e inventati mi hanno dato la conferma che sto facendo un percorso giusto, che dà un senso al mio lavoro”.

Un percorso che l’ha portata a fare anche delle letture importanti, dalle poesie di Ike Hasbani, a “La Ballata delle donne” di Sanguineti, passando per quella storica a Civitella in occasione dello scorso 25 aprile. Quanto oggi il teatro, la poesia, il cinema, hanno ancora una valenza sociale?

“Penso che alle volte il teatro, la musica, il cinema siano i mezzi più caldi per parlare di certi argomenti, poiché arrivano alla testa e al cuore dello spettatore in modo più carnale e prima di un libro di storia o di una conferenza ben fatta. Il teatro deve parlare come ha sempre fatto di quello che sta intorno. Io cerco di farlo insieme ai miei compagni di viaggio, da Stefano Massini ai registi Silvano Piccardi e Sandra Mangini, ai musicisti che sono in scena con me, come Floraleda Sacchi in Donna non rieducabile. Spero che la gente continui a pensare che le storie che raccontiamo siano dei pezzi di vita e di mondo che vale la pena non dimenticare”.

di Francesca Monti

credit foto copertina Tommaso Le Pera

Si ringrazia Maurizia Leonelli

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