Intervista con Paolo Conticini, sul Nove con “Cash or Trash – Chi offre di più?”: “E’ un programma che incuriosisce sia i piccoli che i grandi”

“L’oggetto a cui sono più legato e che ho conservato nel tempo è un orsacchiotto di peluche, era stato regalato a mio fratello ma non l’ha voluto e l’ho preso io”. Trent’anni di carriera, attore e conduttore amatissimo dal pubblico per il suo talento, la sua eleganza e la sua gentilezza, Paolo Conticini ha portato al successo “Cash or Trash – Chi offre di più?”, che torna nell’access prime time di Nove con un ciclo di episodi inediti, in onda dal 3 giugno, dal lunedì al venerdì alle 20:30.

Il format racconta le storie che si nascondono dietro gli oggetti, più o meno preziosi, custoditi nelle collezioni private di numerosi italiani amanti di arredamento, antiquariato e ricordi, con oltre 175 nuove aste, curiose e insolite, pronte a stupire e invogliare i mercanti in cerca di veri affari o di oggetti semplicemente in grado di suscitare un’emozione.

Il meccanismo rimane lo stesso: i venditori portano in valutazione un proprio oggetto di casa o un cimelio recuperato da soffitte, fiere o mercatini; l’esperto Alessandro Rosa ne illustra le caratteristiche e ne stima il valore. Durante l’asta, tra i rilanci dei mercanti, Paolo Conticini aiuta il venditore a mettere in risalto i pregi del proprio articolo. Al tavolo dei mercanti, pronti a darsi battaglia, gli eleganti protagonisti di Cash or Trash: Roberta Tagliavini, Giano Del Bufalo, Ada Egidio, Stefano D’Onghia e, in ‘staffetta’, Federico Bellucci e Giovanni De Santis.

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Paolo, è alla conduzione del programma di grande successo “Cash or trash” che torna nell’access prime time di Nove con gli episodi inediti dal 3 giugno. Quali sono le novità di questa sesta edizione?

“Ci saranno nuovi ospiti ma il format non cambia, cercheremo sempre di puntare su quello che piace al pubblico ossia la dinamica dei mercanti che interagiscono tra loro, con me e con l’esperto Alessandro Rosa, e fanno spettacolo. Questo programma è una sorta di orologio, funziona dall’inizio alla fine, incuriosisce sia i piccoli che i grandi perchè tutti abbiamo a casa un oggetto che ci è stato regalato o che abbiamo acquistato o trovato su cui riflettiamo chiedendoci quanto valga o a chi sia appartenuto”.

A proposito delle storie che si celano dietro agli oggetti ce n’è una che l’ha affascinata maggiormente?

“Non una in particolare, ci sono però vari oggetti che magari non sono di valore ma sono legati ai nonni o ai genitori e sono poi passati ai figli che hanno deciso di prendersene cura, ossia prima di riporli in una scatola o in un cassetto hanno cercato di trovare qualcuno che ne faccia proseguire la vita. E’ la cosa che mi colpisce di più, uno può credere oppure no negli oggetti ma per tante persone rappresentano qualcosa di importante o anche il ricordo dei propri cari che non ci sono più”.

C’è invece un oggetto a cui è più legato e che ha conservato negli anni?

“Un orsacchiotto di peluche che si chiama Gigi. Era stato regalato a mio fratello che ha due anni più di me ma non l’ha voluto e l’ho preso io. L’ho custodito nel tempo come si fa con le cose sacre”.

Lei è un collezionista?

“Da piccolo collezionavo le figurine, le foto sui diari, non sono però un collezionista, sono piuttosto un accumulatore. Mi dispiace sempre buttare le cose ma ci pensa mia moglie a fare pulizia e a farle sparire senza dirmi niente, così non soffro (sorride)”.

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Quali sono le tre fotografie che le vengono in mente se pensa ai suoi primi trent’anni di carriera?

“Innanzitutto il giorno in quella stanza in cui ho fatto il primo provino. Vedo un ragazzino di 24 anni un po’ incosciente, con tanti sogni, con tante aspettative dalla vita, ma al contempo era come se dovessi fare un salto nel vuoto. Nella seconda fotografia ci sono io appoggiato ad una scrivania, disperato, mentre metto tutto in discussione perchè non succedeva nulla di concreto che mi potesse confermare che quella era la strada giusta da seguire. E la terza è ora che sto facendo l’intervista con te e che mi fai sentire importante”.

Qual è il ricordo che conserva del suo primo set, “Uomini uomini uomini” con la regia di Christian De Sica, con cui ha poi avuto modo di lavorare negli anni in altri progetti, da “Vacanze di Natale ’95” a “Lo Zio d’America”?

“Conservo un ricordo di enorme felicità, perchè stavo facendo l’attore e mi sembrava un sogno, ma anche di paura in quanto non sapevo dove stessi camminando, non avendo fatto una scuola di recitazione. Era come se mi vergognassi di stare davanti alla macchina da presa ed esibirmi”.

A distanza di trenta anni ora questa paura immagino sia sparita…

“Assolutamente no, c’è ancora, ma convive bene con me, la gestisco con l’esperienza sapendo di aver affrontato cose molto più difficili”.

Tra i lavori più recenti a cui ha preso parte c’è la seconda stagione della serie “Cuori”, nel ruolo del radiologo Andrea Foschi…

“Sono entrato a far parte del cast di “Cuori” in punta di piedi e con rispetto, come quando feci il mio ingresso in “Un medico in famiglia”, essendo un gruppo già rodato con attori molto bravi ed è stato piacevole recitare con loro. Vediamo se ci sarà la terza stagione”.

In quali progetti sarà prossimamente impegnato?

“Ora sto registrando la nuova stagione di “Cash or Trash”, a luglio dovrei girare un film per il cinema e poi speriamo di tornare anche a teatro”.

di Francesca Monti

Si ringrazia Alessandro Dalrio

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