29 Aprile, Giornata Mondiale della Danza

La ricorrenza annuale è assai ghiotta, ma la giornata mondiale della Danza istituita e promossa dall’UNESCO sotto l’egida del CID Conseil International de la Danse, e del Presidente in carica  Alkis Raftis, vuole essere soprattutto cultura e omaggio, non solo rassegne, festival, spettacoli e tv.

Come ogni anno il messaggio internazionale viene affidato ad una personalità della danza, e il 2024 è segnato dall’autrice Marianela Nunez, Principal argentina del Royal Ballet di Londra, scelta per pronunciare un pensiero rivolto alla comunità artistica tersichorea e non.

In rete sulla pagina della Direzione Generale dello Spettacolo MIC del Ministero della Cultura, poche righe per ricordare la giornata, apriamo altri siti web e anche nelle pagine di giornali o riviste del settore non si evidenzia la parte importante che le nuove generazioni, ma anche quelle meno recenti, dimenticano in fretta, cioè perché e a chi è dedicata la scelta del 29 Aprile.

Se ancora oggi ci fosse Vittoria Ottolenghi e la sua tanto amata trasmissione culturale di Maratona d’Estate, sicuramente, l’intro di citazione nel contestualizzare l’aspetto storico non sarebbe venuto meno.

Agli addetti ai lavori è ovvio e scontato, ma per “non dimenticare” le origini è bene rammentare che, come un mantra, il 29 Aprile è la data di nascita di Jean Georges Noverre, nato nel 1727 a Parigi. Coreografo, danzatore, maitre de ballet, è considerato il creatore del balletto moderno e balletto d’azione, colui che apre la strada a ciò che diventerà poi, il patrimonio del balletto classico di repertorio ancora oggi rappresentato sui palcoscenici di tutto il mondo.

La sua modernità è stata proprio quella di aver compreso l’importanza di codificarne i movimenti, così come, prima di lui nel 1400, le danze di corte vennero scritte nel trattato “De Arte saltandi et choreas ducendi” da Domenico da Piacenza (o Ferrara), manoscritto pregiato, custodito presso la Bibliothèque  Nationale de France.

La danza vive sempre solo se noi le attribuiamo valore oggettivo, non solo di piacere soggettivo. La danza è corpo e anima dell’essere umano, è parte di noi perché è la nostra comunicazione non verbale. La danza è movimento organizzato strutturato, sofisticato, o semplice. Immediato, istintuale, come per il genere animale a cui apparteniamo e da cui ci distinguiamo per l’intelletto, capaci di rendere, la danza di tutti, ma non per tutti, il linguaggio più diretto e quello meno valorizzato, perché il movimento del corpo, rende la mente libera. La Danza è terapeutica, abbraccia la condivisione dei sentimenti oltre i confini corporei.

Nelle parole di Marianela Nunez…:”sebbene il futuro e il presente catturino la nostra attenzione, senza le solide basi del passato, senza la fertilità della nostra terra, l’albero della danza non può fiorire. Le radici sono tradizione e allo stesso tempo nutrimento”.

Si ricorda questa sera lo spettacolo Viva la Danza di Roberto Bolle, sulla rete ammiraglia RAI1 alle ore 21.30.

di Emanuela Cassola Soldati

credit foto Johan Persson

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