Esaltare l’identità territoriale e, al contempo, comunicare e sostenere la biodiversità siciliana quale valore fondante del successo del settore agroalimentare. È questa l’essenza della seconda edizione di Sapori Vulkanici evento che, tenutosi presso l’aula consiliare del palazzo comunale di Zafferana Etnea (CT), lo scorso 22 dicembre, ha fatto incontrare istituzioni, produttori, esperti della comunicazione, rappresentanti di associazioni e del comparto agroalimentare, attraverso quattro talk tematici moderati dalla giornalista Liliana Rosano.
La manifestazione è stata ideata e orchestrata dall’associazione Fattore X, animata dall’intento di onorare il connubio tra il paesaggio che offre il territorio etneo e i suoi prodotti. Focus del meeting è stata la rappresentazione dell’attuale situazione del settore enogastronomico, tra potenzialità e criticità, sviluppo e percorsi ancora da esplorare.

Il primo segmento, dal titolo Il valore dell’identità territoriale e culturale: il genius loci di Zafferana Etnea, si è giovato dei contributi del vicesindaco del comune di Zafferana Salvatore Coco e del vicepresidente del consiglio comunale di Zafferana Rosaria Coco. Entrambi hanno messo in rilievo la significatività del brand territoriale in un areale quale di Zafferana Etnea, delineando, inoltre, le strategie a sostegno dell’economia locale che ha i suoi caratteri precipui nella produzione del miele, affiancata, odiernamente, anche da quelle dell’olio e del vino.
Salvatore e Rosaria Coco hanno sostenuto che «il turismo enogastronomico ha un valore importante a Zafferana etnea perché è un biglietto da visita privilegiato per visitare il territorio. E i dati sul turismo confermano che Zafferana etnea è la quarta destinazione nella provincia di Catania.»
L’importanza del riconoscimento UNESCO della Cucina Italiana come patrimonio culturale e immateriale è stato l’argomento che ha dato la scintilla al talk dal titolo La Food economy siciliana: opportunità e sfide future. A fornire i loro contributi sono stati: il vicepresidente MAAS Antonio Villardita; il Presidente Confagricoltura Catania Giosuè Arcoria; il membro CdA DOP MONTE ETNA, Presidente Evo Siculo e produttore di Sikulus Sergio Pappalardo; l’export manager Azienda Zappalà Alfio Zappalà.
In questo segmento dell’evento si è evidenziato che «secondo le elaborazioni più recenti sull’“agroalimentare allargato”, la filiera del Made in Italy a tavola – dall’agricoltura all’industria, dalla logistica alla distribuzione, fino alla ristorazione – vale oltre 700 miliardi di euro, con stime intorno ai 707 miliardi nel 2024, e dà lavoro a circa 4 milioni di persone. Dentro questa massa, la “Dop economy” – cioè, il sistema delle DOP e IGP – ha raggiunto nel 2024 un valore alla produzione di 20,7 miliardi di euro, in crescita del 25% rispetto al 2020 e pari al 19% del fatturato complessivo dell’agroalimentare nazionale. Nelle pagine del rapporto ISMEA, l’agroalimentare italiano viene definito “pilastro del Paese”, capace di rappresentare fino al 15% del PIL nazionale lungo l’intera filiera. Il documento celebra il valore aggiunto agricolo italiano, primo in Europa, e un export che nel 2024 ha sfiorato i 70 miliardi di euro, trainato da vino, olio, pasta e formaggi. Ufficialmente, la regione Sicilia contribuisce per circa il 10% dell’agricoltura nazionale e per quasi il 20% dell’intero comparto agro-industriale italiano.»
Il dibattito intitolato Dealcolati, dazi, consumi, health warning, sostenibilità, enoturismo, comunicazione: come sarà il futuro del vino siciliano è stato incentrato sul tema del futuro del vino, attraverso gli interventi del consigliere nazionale ONAV Danilo Trapanotto; del produttore di Cantine Neri Santo Neri; del titolare dell’azienda enoica Pietra Niura Andrea Camauli e dell’agrotecnico Salvo Previtera.
Il dato rappresentativo del 2025 è costituito dalla vendemmia: circa 3 milioni di ettolitri raccolti da 97 mila ettari vitati. Un risultato che, pur non essendo un record, attesta e documenta il riapprodo ad una normalità produttiva per la Sicilia che, pur avendo vissuto recenti annate difficili, si mantiene tra le più importanti regioni viticole italiane.
Il 2025 è stato un anno che, dal punto di vista commerciale, può definirsi complesso e, nel suo insieme, comunque molto incoraggiante. Negli USA il mercato ha tenuto abbastanza bene nonostante le difficoltà create dalle politiche commerciali americane (in primis, ovviamente, i dazi) e dalle incertezze macroeconomiche. Tutto ciò costituisce un’evidenza significativa per una regione, la Sicilia, che punta parecchio sul mercato “a stelle e strisce”.
Al contempo l’Asia sta diventando, già da quest’anno, una destinazione di grande interesse per la produzione enoica sicula. I vini siciliani, infatti, sono sempre più apprezzati, anche grazie ad un appeal che ha attratto una domanda sempre più attenta all’origine, alla tipicità e alla riconoscibilità varietale. In questo contesto generale, il Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia ha rinvigorito il proprio presidio con iniziative specifiche per promuovere e veicolare il brand Sicilia, riuscendo a definire un posizionamento che guarda al medio periodo più che alla semplice opportunità commerciale.
L’ultimo segmento, intitolato Oleoturismo e beetourism: una nuova golden age all’orizzonte, è stato dedicato alla storica risorsa di Zafferana Etnea, ossia l’apicoltura, che oggi vede al suo fianco anche una rilevante produzione olivicola. Di fondamentale importanza è lo sviluppo attuale del turismo legato ad entrambi i settori, grazie, rispettivamente al beetourism e all’oleoturismo. Al talk hanno partecipato: il titolare di Oleifici Leonardi srl Salvo Leonardi; l’apicoltore e proprietario dell’azienda Cavallaro Antonio Nunzio Cavallaro e il padrone di Solmielato Filippo Leonardi.
I relatori di quest’ultima parte dell’evento hanno asserito che: «La Sicilia è la terza regione italiana per numero di famiglie d’api e quantità di miele prodotto (il 20% del totale nazionale): un comparto che conta circa duemila apicoltori e oltre 140 mila alveari ma che oggi sta vivendo un momento di crisi tra prezzi e le conseguenze del cambiamento climatico che hanno avuto un impatto negativo sull’apicoltura. I produttori di Zafferana etnea hanno bisogno di essere protetti perché rappresentano un patrimonio storico unico e una risorsa economica importante che va valorizzata- commentano i relatori del talk.»
Il fondatore di FattoreX e promotore dell’evento Sapori Vulkanici Davide D’Amico ha chiosato, affermando: «L’intento è quello di creare un evento unico che unisca le specialità locali, i vini etnei e non, miele, olio e la musica dal vivo. L’obiettivo principale di “Sapori Vulkanici” è quello di promuovere e valorizzare la ricca tradizione enogastronomica dell’area dell’Etna, versante est, mettendo in evidenza i prodotti locali unici e i sapori vulcanici distintivi. Il progetto mira a creare una sinergia tra la cultura del vino e la gastronomia locale, promuovendo l’eccellenza dei prodotti dell’Etna».
di Gianmaria Tesei
