Quando si parla dei Cranberries la mente corre alla seconda metà degli anni Novanta- inizio Duemila, quando andavo al liceo e pezzi come “Zombie”, “Animal Instinct” o “Just my imagination” facevano da colonna sonora ai pomeriggi passati sui libri. Canzoni intrise di malinconia ma che allo stesso tempo con quel sound tipicamente irlandese ti facevano viaggiare con la fantasia, grazie alla voce intensa e particolare di Dolores O’Riordan. Sono passati quasi venti anni ma le emozioni regalate dalla musica dei Cranberries sono sempre le stesse, anche con il nuovo disco “Something Else” (BMG), uscito il 28 aprile, che contiene tre brani inediti e i più grandi successi dei primi quattro album della band irlandese, rivisitati in chiave orchestrale in modo fresco, senza snaturarne l’essenza. Ed è proprio l’aggiunta dell’Irish Chamber Orchestra che dona quel tocco di magia in più alle canzoni, diversificando questo disco dai classici greatest hits. E allora ecco brani come Linger, che apre l’album, o “You & Me”, o ancora “Dreams” e “Ode to my family”, indossare un vestito dai nuovi colori, con quei sontuosi archi che fanno da corollario alle sonorità della terra irlandese.
Ai grandi successi si aggiungono i tre nuovi pezzi: Why, una traccia struggente e riflessiva, scritta da Dolores in seguito alla scomparsa del padre, The Glory, un brano che parla di speranza e del fatto che c’è sempre una luce in fondo al buio, e “Rupture” dalle atmosfere più cupe, che affronta il tema della depressione e della difficoltà di superare i momenti bui.
“Something Else” è un album che guarda al passato, ma che allo stesso tempo volge lo sguardo verso il futuro, portando l’ascoltatore in un viaggio nel tempo attraverso 13 tracce, da ascoltare tutte d’un fiato.