E’ uscito il 16 giugno “Afrosarda”, il disco d’esordio della talentuosa cantautrice Vhelade.
Un album elegante, che rende omaggio alle origini della cantante, Sardegna e Africa, composto da 14 tracce, di cui fanno parte anche i primi tre singoli “Insieme”, “Oro nero” e “Afrosarda”, che rispecchiano le differenti anime di Vhelade, passando da ambientazioni di stile soul, jazz, pop a ricercate sonorità elettroniche. Le canzoni sono legate da un filo rosso rappresentato dall’amore in tutte le sue sfumature e declinazioni, raccontato dalla splendida voce di Vhelade. Un amore profondo e intenso, che genera la vita, ma anche l’amore per la Madre Terra, per il rispetto, per le uguaglianze. L’album è impreziosito dai featuring di Tormento e di Dargen D’Amico.
Vhelade, figlia d’arte nata a Milano da padre zairese e madre sarda, ha un’innata passione per il canto e la danza. Sin da piccola studia solfeggio, pianoforte e danza classica e nel 1995 intraprende la carriera di modella, ma presto torna a farsi sentire il richiamo per la musica e per il canto. Nel 2004 comincia la sua avventura televisiva con Piero Chiambretti come prima cantante.
Nel 2014, sempre al fianco di Chiambretti, conquista autonomia artistica, reinterpretando i brani di Sade nel progetto “Vhelade Electro Sade” e mettendosi alla prova con i classici della musica internazionale con “Vhelade Super Cover”, nell’anno 2015.
Parallelamente forma la sua prima blues band, collabora con diversi musicisti del panorama musicale underground italiano ed europeo e dà vita ad alcuni progetti sperimentali che spaziano dal soul funk, radici del groove e funk psichedelico fino al jazz swing.
Nel 2015 inizia a lavorare al suo primo album insieme a Fabio Merigo e si cala nei panni di attrice recitando in due pellicole molto diverse tra loro, “Devil Comes To Koko”, film d’autore indipendente africano e “Italiano Medio”. film comico di Maccio Capatonda.
Nello stesso anno interpreta e produce “Sei Bellissima” di Loredana Bertè per lo spot “Imetec Bellissima” in rotazione sulle televisioni di mezza Europa e Sud America.
Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con Vhelade. Ecco cosa ci ha raccontato.
Vhelade, è uscito il tuo album d’esordio “Afrosarda”. Ci racconti com’è nato?
“Questo disco nasce dall’esigenza innanzitutto di affermare il mio essere, dato che arrivo da un percorso di televisione che è durato 12 anni nel quale interpretavo delle cover, poi negli ultimi anni le arrangiavo io ma erano sempre cover, quindi volevo affermarmi, avere un’identità. Mi sono staccata dalla televisione per dare energia a questo progetto. All’interno di Afrosarda ci sono anche Oronero e Insieme che sono i primi singoli estratti, che fanno comunque parte di questo percorso durato due anni. Essendo un album totalmente indipendente, nel frattempo ho fatto concerti perchè per realizzare i video e far uscire il disco servono i mezzi economici e quindi era necessario lavorare per ottenerli. Quando sei indipendente ci puoi mettere anche più tempo nella realizzazione di un disco, e poi penso che due anni siano il tempo minimo necessario per fare un progetto dignitoso”.
Come hai lavorato al sound che spazia dal pop all’elettronica al jazz e al soul?
“Ho lavorato in modo maniacale, spesso litigo col mio socio Fabio Merigo, perché abbiamo idee diverse. Ogni brano ha il suo mondo, la sua anima, è come se l’arrangiamento fosse già scritto e io debba solamente riconoscerlo. Afrosarda ad esempio è una canzone che all’inizio aveva un sound e poi si è evoluta fino alla versione finale. Ogni canzone ha la sua anima, il suo mondo. Per qualche brano l’arrangiamento è arrivato naturalmente, come Straniero, per altri ci abbiamo messo di più. Abbiamo fatto dei tour in Qatar, in Africa, in Giappone, in India e abbiamo conosciuto dei musicisti che poi hanno collaborato ai suoni, ad esempio di Mama Nangai e Mama Nangai II. Questa ragazza bravissima di un gruppo cubano ha fatto un assolo di fiato che non abbiamo toccato, perchè era perfetto. Nel disco ci sono le sonorità sarde, sono impazzita per cercare lo scacciapensieri, la ritmica sarda, la ritmica bantu, con i suoni tipici della mia tribù, da cui discende la mia famiglia… insomma c’è una ricerca accurata sui suoni, sugli strumenti, totalmente mia”.
A cosa ti ispiri per scrivere le canzoni?
“Scrivere canzoni è per me a volte abbastanza destabilizzante, a volte totalizzante. È intenso lavorare sulla musica, sui concetti, quando scrivi ci sono dei momenti di estasi, altri in cui non hai ispirazione. Cerco comunque di mettere nei miei testi le esperienze e le emozioni che vivo”.
Nel disco ci sono due featuring, con Tormento e Dargen D’Amico…
“Tormento è un amico di Fabio Merigo, hanno collaborato insieme a diversi dischi e fatto un tour. Stavamo componendo i brani, ci siamo incontrati e abbiamo scritto insieme l’incipit e il ritornello di “Nuovo inizio”, io la melodia, lui le parole. E’ un testo d’amore, stupendo, nato naturalmente. Penso che Tormento, oltre ad essere un grande artsita, sia una delle persone migliori che ho incontrato nel mio percorso. Dargen, invece, lo conosco da 20 anni, volevamo collaborare da tempo e finalmente ci siamo riusciti con “Nuovi eroi””.
Nel disco c’è anche una versione rivisitata di “Straniero” di Lucio Battisti…
“Ho voluto cantare Straniero perché amo Battisti, lo considero un genio come Picasso e Michael Jackson, lui è riuscito a unire le liriche e i concetti con arrangiamenti bellissimi che guardavano al genere soul, funk, blues anni ’70, creando un suo genere italiano originale. Lo conoscevano in tutto il mondo, mi ricordo che mio papà che in quel periodo abitava in Francia, ascoltava Battisti. Mi piace il suo modo di fare musica, poi Straniero è un concetto attuale, molto forte che mi tocca in prima persona ed è un brano che non conosce quasi nessuno, quindi ho voluto rifarlo”.
Oltre a Battisti hai altri riferimenti musicali?
“Tra i miei riferimenti ci sono anche Paolo Conte, Michael Jackson, Sade, la musica soul e blues, la musica classica, quella psichedelica, il cantautorato con autori come Fossati, De Andrè, ma anche i Pink Floyd, i Beatles, insomma tutta la musica bella che trasmette un messaggio”.
Mama Nangai I è stata scritta da tuo papà…
“Sì, è una canzone che ha scritto mio papà (TTB, ndr) quando è morta mia nonna, è dedicata alle madri e alle nonne, e racconta tutto l’amore che si può avere per la madre. Poi c’è Mama Nangai II, che è dedicata invece alla Madre terra a cui si chiede di aiutarci, perchè è lei che ci nutre”.
Come sarà la tua estate?
“Sono in tour da un mese e abbiamo tante date in programma. Trovate tutti i dettagli sulle mie pagine social”.