Arriva al cinema il 12 ottobre “Nove lune e mezza”, opera prima di Michela Andreozzi: “Nel film si parla del desiderio di maternità, ma anche della sorellanza”. Le dichiarazioni del cast e la recensione del film

Uscirà nelle sale il 12 ottobre, distribuito da Vision Distribution, “Nove lune e mezza”, opera prima di Michela Andreozzi, che figura anche come interprete insieme a Claudia Gerini, Lillo Petrolo, Giorgio Pasotti, Michela Andreozzi, Massimiliano Vado,  Stefano Fresi, Claudia Potenza, Alessandro Tiberi, Nunzia Schiano, Nello Mascia e Paola Tiziana Cruciani. La pellicola è prodotta da Isabella Cocuzza e Arturo Paglia per Paco Cinematografica.

Nove Lune e Mezza racconta la storia di due donne di oggi, due sorelle, due modi diametralmente opposti di stare al mondo: Livia e Tina entrambe sulla quarantina, tanto unite quanto diverse. Livia (Claudia Gerini) è una violoncellista bella e sfrontata, dall’anima rock. Modesta, detta Tina (Michela Andreozzi), è un timido vigile urbano che ha messo da parte la laurea per il posto fisso. Entrambe hanno un compagno: Livia convive con Fabio (Giorgio Pasotti) un osteopatia dolce e carismatico, Tina con Gianni (Lillo) un collega ordinario e intollerante. Livia difende da sempre la sua posizione di donna che non desidera avere figli, mentre Tina tenta da anni di restare incinta, senza risultato: quando Tina, dopo tanti tentativi inizia a perdere la testa, Livia, consigliata dall’amico ginecologo, l’audace Nicola (Stefano Fresi), decide di portare avanti una gravidanza per lei. Nei successivi nove mesi, Livia dovrà nascondere la pancia che cresce, mentre Tina fingerà di essere incinta, dando vita a una serie di situazioni tragicomiche che coinvolgeranno anche la famiglia di origine: una mamma campionessa di ragù, un padre idealista e sognatore, un fratello neo catecumenale con moglie devota e quattro figlie femmine. Tutto questo accadrà lungo un percorso pieno di situazioni paradossali e incontri folgoranti di ogni tipo con la più varia umanità che porterà Tina e Livia a scontrarsi, poi comprendersi e infine cambiare, per ritrovarsi sempre più unite.

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Michela Andreozzi, che con questo suo primo film ha dato prova di non essere solo una brava attrice ma anche una regista di talento, ha raccontato alla stampa la genesi del film: “La storia è nata dal fatto che ho avuto sempre attenzione per le tematiche relative alle donne, anche a livello sociale. Io parto dal punto di vista di una donna felice della propria vita, sposata, senza figli. Ci sono poi moltissime donne che mi circondano che invece hanno questa idea di perseguire la maternità a oltranza. Partendo da questi due punti di vista molto diversi ma allo stesso tempo molto comuni volevo raccontare questa storia. L’idea della sorellanza è venuta automatica perchè io ho una sorella, e con una sorella ci si confronta, c’è un rapporto speciale. Ma in realtà questo legame può instaurarsi anche con un’amica. Quando ho incontrato Alessia Crocini, la mia co-sceneggiatrice, e Fabio Morici per scrivere la sceneggiatura del film ho pensato che mi sarebbe piaciuto anche dirigerlo, arrivando dall’esperienza con un cortometraggio che parlava di donne e lavoro, D.U.G.U. Dietro un grande uomo. Così è uscita la storia di queste due sorelle che partendo da poli opposti condividono l’idea di una pancia in due. Ho creato tutto lo storyboard a matita, ho lavorato per tanto tempo sulla sceneggiatura. Noi come donne abbiamo una marcia in più e una chance in meno nella vita. Io mi considero molto fortunata per l’opportunità che mi è stata data di fare questo film, ma sono tante le donne talentuose che fanno le registe e mi piacerebbe che un giorno venisse considerata la normalità e non l’eccezione”.

La regista ha parlato poi del suo personaggio Tina: “Nella realtà ci sono mille sfumature di mamma. Ho avuto un percorso personale per cui diversi anni fa mi hanno detto che per avere figli avrei dovuto seguire una strada complicata e ho deciso di non intraprenderla. Il personaggio di Livia è ispirato a come sono io adesso, una donna che si sente libera, un’artista, amante della musica. Tante amiche che ho conosciuto hanno fatto scelte di vita comode, posto fisso, compagno conosciuto da ragazzina e hanno lasciato passare il tempo e sulla quarantina si sono trovate non sposate, desiderose di avere un figlio che non arrivava, proprio come Tina. Per cui ho messo il mio personaggio nelle condizioni più impossibili per avere un bambino, con un’unica risorsa che è l’affetto della famiglia che la circonda“.

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Nel film si affrontano diversi temi: “Non si parla solo del desiderio di maternità, ma anche della nuova intraprendenza femminile e di sorellanza. Mi piaceva l’idea di rappresentare degli uomini che avessero dei problemi a stare accanto a donne che sono indipendenti ma che, attraverso la crisi, riescono ad approdare a un rapporto paritario“.

In questa sua opera prima Michela Andreozzi ha deciso di circondarsi di attori con cui ha un legame speciale di amicizia come Claudia Gerini, che interpreta Livia: “Io e Michela ci conosciamo da trent’anni, dai tempi di Non è la Rai e abbiamo già lavorato insieme, anche a teatro. Sul set era sempre di buonumore, con la dolcezza e un sorriso riusciva a sistemare ogni cosa, a mantenere questa lucidità nonostante le difficoltà. E’ stato divertente, è sempre bello interpretare personaggi lontani da noi, anche perchè in realtà ho due figlie. Livia è una donna libera, ha un compagno di cui è innamorata, è una violoncellista, non è frustrata anche se non ha figli, è felice, è una donna che sta bene nella sua pelle, ma il cruccio della sorella che desidera un figlio e non può averne la fa vivere male. Per questo decide di aiutarla“.

Claudia Gerini ha quindi parlato del fatto che ancora oggi in Italia ci sia una certa arretratezza riguardo alcune tematiche: “Purtroppo noi ci percepiamo come una società moderna ma siamo indietro rispetto a tante cose, magari qualcosa odora di modernità, come le unioni civili, ma in Italia c’è sempre questo pensiero che la donna si deve occupare dei figli e magari deve rinunciare a una carriera, a una realizzazione sua personale. Quando arrivi ad una certa età e non hai figli in tanti iniziano a chiederti il motivo, permane una certa pressione sociale. Io ho deciso di diventare mamma intorno ai 31 anni, in un’altra epoca sarei stata vecchia, oggi si può diventare mamme ultra quarantenni perchè anche biologicamente siamo più giovani. C’è chi pensa che diventare madri possa avere delle ripercussioni negative sul lavoro, ma a me ha portato solo gioia, nuovi ruoli e tanta fortuna. Non potrei mai decidere di fare un figlio e darlo a un’altra donna, perchè sono molto animalesca, dopo aver portato in grembo un bambino non me ne separerei neanche sotto tortura. Però capisco chi ricorre alla maternità surrogata, anche se è una cosa lontanissima da me“.

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A proposito di unioni civili nel film c’è anche la coppia omosessuale interpretata da Massimiliano Vado e Stefano Fresi: “Io e Stefano, insieme a Michela, ci siamo chiesti come rappresentare rispettosamente la nostra coppia, senza esagerare, abbiamo preso spunto da alcuni amici che hanno avuto figli in questo modo. In realtà cerchiamo di osservare ma senza giudicare. La coppia mia e di Stefano è quella più risolta. Ci tenevamo a non diventare delle macchiette. Per il mio personaggio mi sono ispirato a Michela (Andreozzi), che è anche mia moglie, soprattutto nella scena del supermercato. Devo ammettere che, nonostante io e lei avessimo già lavorato insieme diverse volte a teatro, sono rimasto molto colpito da come sia riuscita a gestire con serenità e naturalezza questa sua opera prima. Arrivava sul set sempre con il sorriso e questo trasmetteva calma e positività a tutti. Ci siamo regalati anche momenti nostri divertenti, intimi, molto belli”.

Giorgio Pasotti, che interpreta Fabio,  ha confermato di essersi trovato benissimo sul set: “Io ho provato a mettermi dietro la macchina da presa e lo stress è tanto, non posso che fare i complimenti a Michela per questo. La cosa meravigliosa è il suo entusiasmo, e l’amore e la cura continua nei confronti dell’attore. Fabio non mi somiglia, è vegano, molto regolare, una sorta di guru, è molto zen, è una specie di San Giuseppe 2.0, un uomo che sta due passi indietro la sua donna e ne accetta tutte le decisioni“.

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Lillo è invece Gianni, il marito di Tina: “Gianni è un uomo basico, ordinario ma viene travolto da una cosa straordinaria, si trova a un certo punto sbattuto come una nave in una tempesta e deve affrontare la perdita di quello che dava per scontato, l’amore di Tina. Persa questa certezza e rimanendogli solo il Fantacalcio ha una reazione e diventa perfino tenero nell’avanzamento della storia. E’ un personaggio buffo, divertente, a cui nonostante tutto forse un po’ di bene alla fine si vuole. Credo che le donne siano perfette come registe, perché sono multitasking per natura. E Michela ne è la dimostrazione“.

Claudia Gerini e Massimiliano Vado si sono ritrovati insieme sul set dopo l’esperienza nel talent Dance Dance Dance: “È stata una bellissima esperienza, ci siamo divertiti ma faticando molto. Per me è stato un sogno, dato che avevo studiato danza da ragazza ma alla fine non ho fatto la ballerina. Per la seconda edizione mi hanno proposto di fare la giurata, ma non ho accettato, perché appartengo al palco. Mi piacerebbe rifarlo, ma solo con Max“, ha detto l’attrice. “Quando mi è stato proposto di partecipare ho deciso di accettare, nonostante fossi meno agile di un ferro da stiro. Ho voluto mettermi in gioco, sostenuto anche da Michela, e ho fatto bene, perché questo show mi ha portato un mix di adrenalina ed entusiasmo che mi è stato utile anche nei lavori successivi“, ha dichiarato Massimiliano Vado. “È stato bello assistere alla nascita dell’amicizia tra mio marito e una mia amica, questo ha reso ancora più forte il mio legame con Claudia e per qualche mese mi ha anche regalato un marito con addominali scolpiti”, ha scherzato Michela Andreozzi.

La colonna sonora del film porta la firma di Niccolò Agliardi mentre il brano “Ho cambiato i piani” è cantato da Arisa, che è anche protagonista di un cameo: “La collaborazione con Niccolò è nata per amicizia”, spiega la regista. “Tutti e due lavoravamo a Radio 2, lui ha scritto il romanzo Ti devo un ritorno, io ho fatto delle letture del suo libro durante le presentazioni e Niccolò mi ha detto che si è ispirato a me per il personaggio di una mamma. In quel periodo stavo preparando il film, così ho mandato la sceneggiatura a Niccolò e lui mi ha spedito nel giro di 48 ore questo pezzo, Ho cambiato i piani, che poi è cantato da Arisa e siamo rimasti folgorati dalla canzone. Gli abbiamo quindi chiesto se volesse occuparsi di tutta la colonna sonora ed ha accettato“.

Recensione: “Nove lune e mezza” tratta tematiche complesse, controverse, come la maternità surrogata, l’omogenitorialità, difficili da affrontare soprattutto in un paese come l’Italia ancora un po’ arretrato su certi argomenti, ma Michela Andreozzi al suo esordio come regista riesce a parlarne con delicatezza, leggerezza e allo stesso tempo a far riflettere ed emozionare lo spettatore, andando ad osservare le diverse sfumature della maternità. Avvalendosi di un ottimo cast e partendo dalla storia di due sorelle diversissime tra loro ma legate da un legame profondo, il film mostra i punti di vista delle donne che si sentono realizzate anche senza essere mamme e di quelle che invece cercano di diventarlo ad ogni costo, sottolineando il concetto che i figli sono di chi li ama e li cresce e non di chi li genera.

Francesca Monti

 

 

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