Intervista con Mr. Rain: “Le tracce del disco Butterfly Effect raccontano piccoli frammenti di me”

Si intitola “Butterfly Effect” e uscirà il 26 gennaio il nuovo disco del poeta del rap italiano Mr. Rain, che ha all’attivo 2 dischi di Platino per ‘I grandi non piangono mai’ e ‘Carillon’.

L’album è stato anticipato dal singolo “Ipernova”, il cui video ha superato 1 milione di views in 4 giorni, è prodotto dallo stesso Mr.Rain e diretto dal videomaker Enea Colombi.

“Butterfly Effect” è il diario personale della vita di Mr.Rain, ogni canzone è una pagina che lo compone a cui sono affidati ricordi, pensieri, momenti, idee e storie. Un album cantautorale dalle radici rap curato in ogni dettaglio dallo stesso Mr.Rain, che ha scritto i testi e prodotto le basi di tutte le tracce. Il risultato di questa totale indipendenza creativa, è un disco dai testi importanti, che fanno riflettere, parlando di musica, d’amore, di gratitudine, di sacrifici e determinazione, ma anche di tematiche profonde come la dipendenza, il suicidio e la solitudine, affrontati con lucidità e crudezza.

Abbiamo incontrato Mr. Rain a Milano e parlato con lui del nuovo progetto. Ecco cosa ci ha raccontato.

Ci racconti com’è nato il disco “Butterfly Effect”?

“In ogni pezzo di questo album lancio un messaggio diverso. Ho scritto tutte le canzoni quando pioveva, le basi sono prodotte da me, volevo lasciare un’impronta anche come produttore”.

Le tracce sono caratterizzate da basi fresche e testi cupi e riflessivi…

“E’ un disco un po’ cupo perché affronto tematiche in alcuni pezzi molto forti, in altri più leggeri, c’è qualche base più felice, ma è uno stile che nel complesso porta a riflettere. Io sono un tipo di poche parole, preferisco fare musica nei live piuttosto che parlare”.

Come si è sviluppata la collaborazione con Osso in “Superstite”?

“Osso ed io ci conosciamo da sempre, abbiamo fatto l’asilo insieme, inoltre è un artista che produco. Il brano si intitola Superstite perché sono pochi gli artisti che hanno preso molte porte in faccia e hanno comunque portato avanti il proprio percorso dando il 100%”.

Come mai hai scelto come titolo del disco Butterfly Effect?

“Si dice che un battito d’ali di farfalla sia in grado di causare un tornado, un uragano dalla parte del mondo, piccole cose possono avere grandi conseguenze, ho scelto questo titolo perché tutte le tracce raccontano piccoli frammenti di me. In passato ho fatto azioni buone e cattive, positive e negative che mi hanno portato a diventare quello che sono”.

Cosa ci racconti invece riguardo al brano La storia di Sam?

“Vorrei far uscire La storia di Sam come nuovo singolo, è la canzone più forte come tematica, quando l’ascolto sento i brividi e se succede vuol dire che forse è il pezzo giusto. E’ uno storytelling, ho pensato che l’hip hop oggi ha un pubblico giovane e molti artisti danno brutti input. Sam è un bambino che cerca di emulare i propri idoli facendo quello che fanno loro nelle canzoni e nei video, e alla fine muore di overdose. Secondo me la musica è un mezzo con cui dire molte cose e non dare il brutto esempio, poi ognuno fa le proprie scelte. Quelle che ho fatto io mi hanno portato qua, quindi non cambierei nulla”.

Qual è la canzone del disco che più ti rappresenta?

“La canzone che più mi rappresenta adesso è Fuori luogo, molti sono convinti che un artista viva una vita felice, senza problemi, in questa canzone spiego che è soltanto una maschera, molti sono più fragili di quello che sembra. Io personalmente dedicando il mio tempo alla musica ho perso tanti momenti che non torneranno più, la musica mi ha dato molto ma tolto anche tanto nella vita privata e questo mi porta ad essere insoddisfatto, una parte di me è incompleta”.

Che musica ascolti?

“Ho aperto ancora di più i miei orizzonti, forse Macklemore è ancora il mio punto di riferimento anche se l’ultimo disco non mi ha convinto fino in fondo, è un po’ più omologato alla musica di tendenza oggi. Anche Revival di Eminem mi ha un po’ deluso, lo preferivo fino a Recovery, dopo ha perso la sua essenza ma è sempre un capolavoro. Del resto l’Eminem del 2018 e quello del 2005 sono diversi, lo preferivo prima anche se resto sempre un suo grandissimo fan”.

Il disco si apre con Intro e termina con Outro…

“Intro sono io che entro in questo centro dove ci sono delle persone che parlano e voglio spiegare la mia storia, e da lì inizia il viaggio di Butterfly Effect, xche si chiude con Outro, quindi è un disco pensato per un ascolto sequenziale. Spesso parto dai video per scrivere le canzoni come accaduto con La storia di Sam. Musica e video viaggiano sulle stesse corde, si valorizzano a vicenda”.

Come vedi oggi la scena musicale rap?

“Il mercato della trap ora è fin troppo saturo e questo magari non dà la possibilità a gente talentuosa di emergere. A me va bene perché non ho rivali, il mio è uno stile diverso, personale di fare musica. Oggi rispetto al pop affrontiamo tematiche diverse e forse per questo arriviamo maggiormente ai giovani”.

Hai già pensato a come allestirai i live?

“Ora farò dieci giorni di instore, poi mi prenderò una piccola pausa per studiare bene il mio primo tour ufficiale, porterò strumentisti, chitarra, violino, piano, lavorerò sulle scenografie. Voglio fare qualcosa di particolare e lasciare un segno a chi viene a vedere il mio concerto. Mi piacerebbe proporre i brani nell’ordine del disco ma anche portare 3-4 pezzi del passato, quindi devo preparare ancora la line-up. Io poi sono un tipo imprevedibile e cambio scaletta in due secondi, infatti cerco di interagire il più possibile con il pubblico che ho di fronte”.