Domenica 28 ottobre, in prima serata su Italia 1, a “Le Iene Show”, Antonino Monteleone torna a occuparsi del processo per la Strage di Erba con un’intervista esclusiva a Olindo Romano, uno dei due condannati all’ergastolo per il pluriomicidio avvenuto l’11 dicembre 2006. Quella sera, nella cittadina in provincia di Como, vennero uccisi Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli, la vicina di casa Valeria Cherubini e fu gravemente ferito il marito di quest’ultima Mario Frigerio. Assieme a Romano, è stata condannata in via definitiva al carcere a vita anche sua sua moglie Rosa Bazzi: i due erano vicini di casa delle vittime.
Si tratta della prima intervista rilasciata da Romano dopo la condanna. È stata realizzata all’interno del carcere di Opera (Milano).
Iena: Buongiorno, Antonino Monteleone.
Olindo: Sì, la conosco tramite la tv.
Iena: Come va?
Olindo: Eh insomma, andiamo avanti.
Iena: È più nervoso l’avvocato…
Olindo: Sì mi sa di sì, mi sa di sì. Anche se io di interviste non ne faccio mai però…
Iena: La prima volta?
Olindo: Eh penso di sì.
Iena: Per la tv è la prima volta.
Olindo: Sì penso proprio di sì, per la tv è la prima volta, per la tv.
Iena: Ci diamo del tu o del lei?
Olindo: Ci diamo del tu, poi se ci scappa qualche lei vabbè ci sta.
Iena: Intanto grazie per aver accettato.
Olindo: Sono io che ringrazio voi…
Iena: Quando ci hai scritto hai detto le Iene di Canale 5…
Olindo: Ah beh, mi sono sbagliato, allora mi sono sbagliato.
Iena: Li hai visti i nostri servizi?
Olindo: Sì sì sì, li ho visti.
Iena: Ma quando ti rivedi 12 anni fa e pensi a tutto il tempo che è passato, che pensi?
Olindo: Che è passato alla svelta, che quasi 12 anni sono passati alla svelta, tanto tempo…
Iena: Noi possiamo chiederti qualsiasi cosa?
Olindo: Sì…
Iena: Va bene. Olindo, questa per te è un’occasione unica quindi tutta la verità, nient’altro che la verità…
Olindo: Come sono andate le cose.
Iena: Lo giuri?
Olindo: Sì sì.
Iena: Qual è la cosa più cara che ha Olindo Romano, su cui tu puoi giurare?
Olindo: Eh, mia moglie…
Iena: Tua moglie, cioè tu giuri su tua moglie Rosa?
Olindo: Sì sì… sì sì lo giuro.
Iena: Per 26 giudici, 3 sentenze, quindi 3 tribunali, tu sei un assassino.
Olindo: Sì.
Iena: Hai ammazzato un bambino di due anni, la madre, la nonna. Hai ferito a morte un vicino e ne hai ucciso la moglie, Valeria Cherubini. Youssef Marzouk, Raffaella Castagna, Paola Galli.
Olindo: Sì… me li ricordo.
Iena: Per tutta Italia tu sei l’assassino spietato che li ha fatti fuori. Perché sei in carcere?
Olindo: Eh, non lo so nemmeno io, forse… perché ci han scambiati per… per quello che non eravamo. Ci han scambiati, sicuramente.
Iena: Gli italiani che ti guardano in questo momento, perché dovrebbero crederti?
Olindo: Ehhhh, perché, come dire, i fatti non coincidono.
Iena: Non coincidono con cosa?
Olindo: Con tutto quello che è successo, con quelle mezze confessioni comprese.
Iena: È la prima volta che entro in un carcere ed è la prima volta che intervisto un detenuto. Capisci se mi vedi un po’ nervoso… io però vedo anche te che sei un po’ teso…
Olindo: Eh, eh… un po’ agitato sì, per forza…
Iena: Ci guardiamo negli occhi adesso, solo la verità rende liberi, sei stato tu ad uccidere 4 persone la sera dell’11 dicembre 2006?
Olindo: No.
Iena: Nonostante tutti i dubbi di questa indagine, io un pochino devo sperare che tu sia veramente il colpevole. Sai perché?
Olindo: No.
Iena: Perché se tu non fossi il colpevole, avremmo un grossissimo problema in Italia, che riguarda la giustizia. Ma soprattutto avremmo gli assassini di quattro persone a piede libero oggi in Italia.
Olindo: Eh, beh… sì. Per forza.
Iena: Questa cosa mi angoscia.
Olindo: Questo per forza.
Iena: È più comodo per me pensare che tu sia il colpevole, quindi un pochino io ti guardo e dico “Ma possiamo permetterci che non sia stato Olindo?” Al mio posto ti faresti questa domanda?
Olindo: Eh penso di sì, penso di sì.
Iena: Tu a un certo punto prima di finire in galera, si sospetta di questi famosi vicini di casa…
Olindo: Sì, però non pensavamo di essere noi. Quello è il discorso.
Iena: E chi pensavate che fosse?
Olindo: Beh sinceramente non pensavamo di essere noi, potevamo pensare di qualcun altro per dire, però non… va beh lasciamo stare che non è il caso, non è il caso di…
Iena: In questo momento, è il caso di dire tutto quello che ti passa per la testa.
Olindo: Sì sì, però non… non lo so, di sicuro non pensavamo di essere noi… quello di sicuro, dopo poi di cose se ne possono dire, però a livello come dire, di pettegolezzi…
Iena: Io per primo mi preoccuperei se nel mio condominio sgozzassero quattro persone.
Olindo: Eh lo so, però ehh, cosa devi fare, sei lì…
Iena: Tu prima mi hai detto “Si possono dire tante cose ma preferisco di no…”. Qual era questa cosa che preferisci non dire?
Olindo: Eh…
Iena: Tanto qua puoi dire tutto quello che vuoi, perché più dell’ergastolo non ti possono dare.
Olindo: No, lo so…
Iena: Al massimo ti vengo a fare compagnia io dopo, perché portano anche me con te quindi…
Olindo: No però non nella mia cella, io ci sto da solo eh… Come dire, nel senso che: quando vieni accusato ingiustamente e finisci in carcere eccetera eccetera, poi ti guardi bene dal puntare il dito contro qualcuno se non sei più che certo. Allora è meglio lasciar perdere… è quello il discorso.
Iena: Dovevi fare il giudice popolare allora.
Olindo: No no lasciamo stare.
Iena: Non puntare il dito, ma svelami questo segreto.
Olindo: No, ma non è neanche un segreto, però sai, che so io: se mi metto a parlare male di te e lo sente lui, può farsi un’idea sbagliata…
Iena: Dai Olindo!
Olindo: No no lasciamo stare… non è giusto! No non è giusto, non è neanche bello.
Iena: Sei all’ergastolo Olindo…
Olindo: Eh lo so, però non è…
Iena: E’ giusto che sei all’ergastolo?
Olindo: No, però vabbè non è neanche giusto che vado a sparlare che so io, di qualcuno.
Iena: Ma non voglio che sparli, voglio solo che mi dici il tuo pensiero, dell’epoca, non ti sto chiedendo di dirmi una cattiveria gratuita.
Olindo: Eh lo so, però…
Iena: Quello che ti è venuto in mente.
Olindo: Pensavo che era stato il marito. Ho pensato, però…
Iena: L’ha pensato tutta Italia!
Olindo: Eh lo so.
Iena: Che effetto ti fa sapere che Azouz Marzouk pensa che tu e Rosa siate innocenti?
Olindo: È una cosa buona, ma io penso che lo abbia sempre pensato. Solo che i primi tempi non l’ha mai detto, perché era nei casini anche lui, si trovava in carcere anche lui no? Quindi doveva trovare il modo prima di uscire dal carcere e poi dopo magari avrebbe detto quello che magari ha sempre pensato…
Iena: Ma quando tu dici “Effettivamente noi pensavamo che era stato il marito”, lo pensavi perché ti risultava che litigassero?
Olindo: Sì! Che litigavano sì, vabbè… una volta siamo andati su anche noi a, come dire, a dividerli…
Iena: Su a casa di Raffaella?
Olindo: Sì sì… una volta… una volta o due sono arrivati anche i carabinieri… sì…
Iena: Per dividerli.
Olindo: Sì.
Iena: Ma tu hai mai visto Azouz spacciare nella corte di via Diaz?
Olindo: Eh qualcuno, beh sì, di gente ne arrivava, però io non è che… come dire, io non ho mai visto spacciare diciamo, però con il vai e vieni, diciamo ci arrivava di tutto… sì poi, si capiva che c’era anche qualcos’altro oltre alle feste che faceva, però non è che vai a ficcarci il naso.
Iena: Cosa pensi degli assassini che hanno fatto quella strage?
Olindo: Beh… sicuramente erano professionisti, se non han lasciato in giro niente.
Iena: Se io fossi innocente per prima cosa penserei che sto pagando al posto loro.
Olindo: Sì però… è vero sto pagando al posto loro però…
Iena: Perché litigavate spesso con Azouz Marzouk e Raffaella?
Olindo: Le solite liti condominiali…
Iena: E quand’è che litigate la prima volta?
Olindo: Beh la prima volta, penso dopo un paio di anni…
Iena: Un paio d’anni.
Olindo: Più o meno.
Iena: Però ti ricordi il motivo della prima litigata?
Olindo: Sì, in pratica lei la sera, sul tardi, faceva come delle feste in casa sua. Dove invitava un sacco di gente e praticamente non ti lasciava dormire.
Iena: Perché tu avevi la camera da letto sotto al…
Olindo: Sotto al soggiorno.
Iena: Che ore erano?
Olindo: Eh andavano avanti fino alle due, le tre e anche le quattro di mattina… io dovevo alzarmi alle cinque. Le prime volte litigavamo, glielo andavo a dire il giorno dopo… poi dopo si arrivava anche a battere con la scopa sul soffitto. E poi siamo arrivati anche a insultarci…
Iena: Con Rosa qualche volta se le sono proprio date, si sono date due schiaffi.
Olindo: No, beh… proprio date date no.
Iena: Qualche spintone?
Olindo: No, eh no, lo spintone se non sbaglio si riferisce allo stendibiancheria…
Iena: Cioè?
Olindo: Mia moglie aveva messo lo stendibiancheria fuori di casa, poi non so se aveva litigato con la Raffaella, una cosa del genere. Lei è arrivata giù e ha buttato per aria tutto.
Iena: Lei Raffaella?
Olindo: Raffaella… solo che nell’andarsene o nel fare questo movimento è scivolata da sola e lì mi pare che c’aveva fatto la denuncia, che era stata spinta, ma in realtà aveva fatto tutto da sola.
Iena: Che tutti si convincono, sono stati Olindo e Rosa perché? Perché litigavano da tanti anni, ci sarebbe stata da lì a pochi giorni un’udienza in tribunale e…
Olindo: Sì, sì sì sì…
Iena: Olindo e Rosa sarebbero probabilmente stati condannati…
Olindo: No…
Iena: Il movente diciamo che erano queste liti, che voi non li sopportavate più.
Olindo: Eh beh come fai a sopportarli? Logicamente dopo non li sopporti più. Dopo, come dire, sei sempre dietro a litigare, sei sempre dietro… però l’avvocato che avevamo per quella causa lì, ci aveva detto che non c’era niente da preoccuparsi perché avevamo tutte le ragioni, ci aveva detto… quindi non…
Iena: A un certo punto però, posso dirti che secondo me l’avete fatta grossa sai quando? Il giorno in cui voi seguite in macchina Raffaella Castagna che è a bordo del treno. Lei se ne accorge, chiama la polizia e vengono i vigili urbani a fermarvi.
Olindo: Ah la polizia locale, sì sì…
Iena: Cioè perché avete fatto questa cosa? L’avete fatta proprio grossa, dice lei che vi vede dal finestrino del treno.
Olindo: Sì, ma l’abbiamo vista anche noi.
Iena: Eh ma perché…
Olindo: Anche io l’avevo vista.
Iena: La stavate seguendo?
Olindo: Nooo, allora… lì così, stavamo facendo quella strada lì perché mia moglie aveva trovato un lavoro… ehh… in una zona lì a Canzo e ci sarebbe dovuta andare a lavorare a breve diciamo. Praticamente eravamo andati a vedere che strada… siccome lei non aveva la patente della macchina no, se era meglio prendere il treno, cioè prendere a Erba e andare su con il treno e poi farsi l’ultimo pezzettino a piedi… in poche parole siamo andati a vedere la strada che avrebbe dovuto fare per andare a lavorare lì.
Iena: Coincidenza c’era…
Olindo: Coincidenza eh… e l’abbiamo fatta, l’abbiamo ripetuta due o tre volte quella strada lì, la Castagna ci ha visto, avrà pensato male e ha chiamato i vigili, ha chiamato…
Iena: Eh però se lei non guida, non fai la strada in macchina. Prendete la corriera.
Olindo: Sì però bisogna vedere anche gli orari del treno, perché c’era il treno, o gli orari del pullman.
Iena: E alla fine che cosa conveniva fare, il pullman o il treno?
Olindo: Alla fine si è messa d’accordo ed è andata a lavorare di pomeriggio e ce la portavo io, alla fine.
Iena: Un fatto che insospettirebbe chiunque, dice questi ce l’avevano talmente in odio che la seguono, la pedinano…
Olindo: No, era per questo motivo, non era per… non era per quello… poi dopo…
Iena: Però che non vi sopportavate me l’hai detto pure tu.
Olindo: Sì sì… quello ci stava…
Iena: E li avete ammazzati!
Olindo: No eh, e che vai ad ammazzare uno perché non lo sopporti? Non penso proprio, litigare sì. Litigare ci stava….
Iena: Secondo i magistrati voi più volte siete saliti lì nella palazzina perché stavate organizzando gli omicidi.
Olindo: No, dalla Raffaella siamo saliti qualche volta…
Iena: Ma non a prendere il caffè, non è che vi invitava…
Olindo: Sì! Anche a prendere, qualche volta anche a prendere il caffè!
Iena: Dai, ma cosa stai dicendo…
Olindo: Le prime volte sì.
Iena: Cioè, Raffaella ti ha invitato a prendere il caffè?
Olindo: Allora, le prime volte che noi andavamo su a lamentarci ci offriva anche il caffè, lei si scusava… sì sì…
Iena: Tu ti sei professato innocente, anche in tribunale. Perché hai confessato?
Olindo: Eh, come dire, ci siamo ritrovati in un contesto che ci portava a quello… Ci siamo trovati… ehh come faccio a spiegarti…
Iena: Provaci, prenditi il tempo che serve.
Olindo: Praticamente ci siamo ritrovati da casa nostra, passando dalla caserma dei carabinieri, ci siamo ritrovati in carcere. Nel giro di un’ora, un’ora e mezza, non lo so neanche quanto tempo ci sia voluto. Quando poi ci siamo ritrovati in carcere, non sapevamo neanche perché eravamo lì. E infatti aspettavo che arrivasse qualcuno a dirmi qualcosa, aspettavo…
Iena: Che ti dicesse cosa?
Olindo: Dopo due giorni sono arrivati due carabinieri, che dovevano prendere delle impronte non so, qualche cosa, qualcosa così no?
Iena: Che ti hanno detto?
Olindo: Niente, praticamente ci hanno detto che eravamo messi male, che in poche parole ci hanno prospettato come una via d’uscita…
Iena: Ti ricordi le parole che hanno usato?
Olindo: Più o meno che era il minore dei mali, qualcosa del genere…
Iena: Confessare sarebbe stato il minore dei mali?
Olindo: Sì, una cosa così. Io però, la cosa che interessava, il mio primo pensiero era riuscire a vedere mia moglie.
Iena: Perché?
Olindo: Perché era, da quando siamo entrati in carcere non l’avevo più vista… e allora volevo sapere come stava.
Iena: Ci sono i carabinieri che vengono a prenderti le impronte e uno di questi carabinieri dice di averti detto “Guardi signor Romano, se c’ha qualcosa da tirare fuori, lo tiri fuori, perché dopo si sente meglio” anche perché già era venuto fuori che era stata trovata una traccia sulla macchina, che un vicino, Mario Frigerio, ti aveva riconosciuto…
Olindo: Eh per quello che… come dire, ci aveva prospettato… se io confesso 4-5 anni son fuori, tua moglie va a casa…
Iena: Quindi se io ti chiedessi “È qualcuno che secondo te ti ha suggerito di confessare?” tu diresti che sono stati i carabinieri o diresti che è stata una decisione tua?
Olindo: Noi praticamente abbiamo cercato di resistere, però poi dopo, era un giorno e mezzo o due che eri lì, senza sapere niente, quelli che ti dicono “Se non confessi non vedi più tua moglie”… anche quello ha influito su quel fatto lì eh. Se volevo vedere mia moglie, in cambio dovevo dirgli qualche cosa. Allora io per vedere mia moglie, come dire, li ho seguiti e i magistrati sono arrivati. Quando sono arrivati i magistrati io mia moglie l’ho vista. Ci siamo anche parlati…
Iena: Cioè nella tua testa tu dici “Ha funzionato”.
Olindo: Ha funzionato! Solo che… io avevo raggiunto il mio scopo diciamo di no, di vedere mia moglie, ma loro non avevano raggiunto il loro. E allora cosa è successo? Ci han chiamati uno alla volta per farci confessare qualche cosa. Poi mi han detto “Se tu…”, perché se vuoi vedere tua moglie non è che te la fanno vedere così, deve dare l’autorizzazione il magistrato se viene, però se viene devi dirgli qualche cosa, non è che viene qui per farti vedere tua moglie.
Iena: Cioè qualcosa in cambio per vedere tua moglie?
Olindo: Ecco, mettiamo, sì, più o meno così, qualcosa in cambio per vedere mia moglie.
Iena: Io ho ascoltato un audio in cui c’è uno dei pubblici ministeri che dice “Signor Romano lei qui, ora o ci racconta quello che avete fatto, o lei, sua moglie…”
Olindo: “Non la vede più”. Una cosa così…
Iena: Cioè Rosa è il tuo punto debole in qualche modo?
Olindo: Sì. Perché praticamente han fatto leva sui nostri sentimenti, han fatto leva. E lì come dire, è saltata fuori tutta la storia…
Iena: Ma se voi eravate innocenti e non c’entravate nulla, cosa c’era da perdere?
Olindo: Ma noi gliel’abbiamo detto all’inizio, quando sono arrivati i magistrati che volevano farci confessare, che noi non c’entravamo niente e… come dire… restavamo fermi sulle dichiarazioni che avevamo rilasciato prima. Però loro hanno continuato a insistere, facendoci entrare uno alla volta, dicendoci qualche cosa e lì, non so neanche io come sia successo… è saltata fuori tutta quella storia lì.
Iena: Eh ma salta fuori da voi, capito?
Olindo: Sì…
Iena: Il 10 gennaio tu e Rosa cominciate a rivelare dettagli che solo chi era stato lì a uccidere quelle quattro persone poteva sapere.
Olindo: Sì questo me l’hanno già chiesto… quei dettagli lì, praticamente, ce li hanno fatti vedere loro…
Iena: Cioè??
Olindo: Perché quando sono arrivati quei magistrati lì, dove noi non riuscivamo ad arrivare ci correggevano un po’ loro… e alcuni dettagli noi li abbiamo praticamente visti su un mucchio di fotografie di dove erano successi tutti gli omicidi che ci hanno messo sul tavolo… e… tante cose le abbiamo prese da lì.
Iena: Mi puoi spiegare se ti è stata mostrata una foto per volta, quand’è che saltano fuori queste foto?
Olindo: Saltano fuori quella sera lì che sono arrivati i magistrati. Non subito subito, dopo un po’…
Iena: Cioè tu inizi a raccontare…
Olindo: Esatto, poi siccome, si vede che a loro non quadravano, non stavano bene, ci han mostrato le fotografie.
Iena: Cioè una domanda, una foto?
Olindo: Mah più o meno, non una domanda e una foto. Due o tre foto per una domanda, poi tutte assieme… tutte sul tavolo.
Iena: Tu le avevi mai viste quelle immagini?
Olindo: No quelle immagini lì no, le ho viste lì in fotografie, dopo le han fatte vedere lì in televisione.
Iena: E quando le hai viste lì la prima volta che hai provato?
Olindo: Eh non sapevo… non sapevo neanche se le avessero fatte in quel posto lì o in un altro posto sinceramente.
Iena: Le foto di una scena del crimine in quel modo. Un bambino sgozzato l’avevi mai visto?
Olindo: No, non l’avevo mai visto.
Iena: A un certo punto tu dici a uno dei magistrati “dottore metta quello che vuole”.
Olindo: Eh per forza, eh cosa dovevo dirgli? Ci avevano portati a spasso e… faccia quello che vuole. Era dalla mattina che andavamo avanti tra i carabinieri e poi con loro, poi siamo arrivati a un certo punto che non…
Iena: Quando confessate tu e Rosa dite che avevate provato a fare quel massacro altre volte, ma che poi per un motivo o per un altro rinunciavate… finché l’11 dicembre del 2006 era il giorno giusto…
Olindo: Sì, mi sembra che abbiamo detto anche quello sì…
Iena: Perché premeditare? Perché la premeditazione è anche un’aggravante… no?
Olindo: Eh, quello sì… no, questo qui praticamente l’avevamo detto… come dire… per avvalorare la strategia processuale che facevamo con quell’avvocato lì…
Iena: Cioè qual è la strategia processuale da avvalorare, questa è la cosa che vorrei capire…
Olindo: Beh questo di preciso non te lo so dire, come, perché è saltato fuori quel discorso lì… di preciso non te lo so dire… bisognerebbe andare a rivedere un po’ tutto.
Iena: Ora c’è qualcuno a casa che ti guarda e dice “Caspita Olindo…”
Olindo: Eh lo so…
Iena: Tu lo sai che Rosa a un certo punto dice, che avrebbe subito delle molestie sessuali e addirittura un tentativo di stupro da parte di Azouz?
Olindo: Sì!
Iena: Come viene fuori questa cosa? E’ vera, soprattutto, che tu sappia?
Olindo: Allora, da quello che so io, questa denuncia qui, è stata suggerita dall’avvocato che avevamo, che poi Rosa mi aveva chiesto “E io cosa faccio?”. E io cosa le ho detto “Denuncialo…”. Però la cosa era stata, come dire, un po’ ingigantita…
Iena: Cioè se qualcuno metteva un dito addosso a Rosa tu che avresti fatto?
Olindo: Eh beh lo prendevo subito eh. No mi sa che… No, mi sembra che l’avevano ingigantita un po’ quella storia lì, mettendoci dentro lo stupro lì, ma mi sa che non è vero.
Iena: Eh però, quando Rosa incontra il criminologo Picozzi e raccontate queste cose, erano passati dei giorni… se tu ti rendi conto che sei finito in qualche cosa che non ti appartiene, perché continui a ripetere, i dettagli di quel delitto?
Olindo: Perché l’avvocato aveva quella sua strategia lì. Io ho pensato essendo un professore come dire, di fama… riuscirà a capire che c’è qualcosa che non va. Invece no… molto probabilmente non so se l’ha capito, se non l’ha capito.
Iena: Cioè tu mi stai dicendo che lui avrebbe dovuto capire dal tuo racconto che stavate dicendo cavolate?
Olindo: Esatto, esatto, invece…
Iena: Ma non gli potevate dire “Guardi abbiamo detto delle cavolate già prima è inutile che gliele ripetiamo?”
Olindo: No, questo… questo no.
Iena: Non ti è venuto in mente.
Olindo: Mi sa che non mi è venuto in mente.
Iena: Se io ascolto Rosa confessare e la guardo confessare davanti a Picozzi o mi convinco che è colpevole, che è un’assassina, oppure che è matta. Cioè non trovo la via di mezzo.
Olindo: No beh, una via di mezzo ci sarebbe anche…
Iena: E qual è?
Olindo: Eh che… che l’avvocato ci aveva detto di esser convincenti quando facevamo quel video lì.
Iena: Vi ha detto di essere convincenti?
Olindo: Eh…
Iena: Ma sei sicuro di questa cosa?
Olindo: Sì sì, di questo sì.
Iena: Perché lui voleva dichiarare attraverso quei video la vostra infermità.
Olindo: Esatto. Quindi ci aveva chiesto, ci aveva detto di essere convincenti. Quindi diciamo c’è la via di mezzo tra esser matti e…
Iena: E assassini?
Olindo: Sì, la via di mezzo è esser convincenti.
Iena: Tu sei un assassino Olindo?
Olindo: No. No.
Iena: Anche perché lei (Rosa, ndr) la macchina non la guidava e Frigerio a lei non l’ha mai vista… che ci fa Rosa in carcere?
Olindo: Non lo so, questo non lo so nemmeno io che cosa ci fa perché…
Iena: Perché ha confessato, anche lei.
Olindo: Eh sì, perché ha confessato anche lei però…
Iena: Lei confessa per proteggere te, e tu…
Olindo: E io confesso per proteggere lei.
Iena: E in realtà vi siete…
Olindo: Eh beh, ci siamo rovinati. Però il discorso è questo, che… se ti faccio una confessione, eh beh vai perlomeno a verificarla, che coincide tutto, vai perlomeno. Non devi prenderla per oro colato.
Iena: Ma tu la mattina ti svegliavi molto molto presto.
Olindo: Sì.
Iena: Più o meno qual era la sveglia di Olindo Romano prima del carcere… quando era una persona libera?
Olindo: No io ce l’avevo puntata alle 5 e un quarto.
Iena: Tutti i giorni della settimana, dal lunedì al venerdì?
Olindo: Sì anche il sabato.
Iena: A che ore cenavi di solito?
Olindo: 7, 7 e mezza.
Iena: Aspetta. Tu di solito ceni alle 7 e mezza?
Olindo: Più o meno…
Iena: Perché martedì 11 dicembre invece cenate alle 21 e 40?
Olindo: Alle 21 e 40?
Iena: È l’orario dello scontrino, 21.37 è l’orario…
Olindo: Aaah…
Iena: Dello scontrino del fast food, dell’11 dicembre.
Olindo: No, niente. Lì praticamente, quando non hai voglia di cucinare, no? Esci di casa, vai a farti per dire, una passeggiata, un giro e… vai a mangiare qualcosa al fast food piuttosto che da un’altra parte, per dire.
Iena: Eh però due ore più tardi del tuo orario di cena abituale…
Olindo: Sì, sì, come dire… di cena abituale se cucinavamo noi, se non cucino io va bene anche più tardi. Va bene… vai e mangi.
Iena: Chi è che decide quella sera di andare a fare un giro a Como? Tu o Rosa?
Olindo: Mah, mi sa tutti e due…
Iena: Cioè, il martedì, “Andiamoci a fare un giro”.
Olindo: Mi sa tutti e due, perché ci andavamo spesso eh, quando non avevamo voglia di cucinare andavamo al fast food, in pizzeria per dire…
Iena: Perché uno si aspetta di uscire il venerdì, il sabato. Durante la settimana…
Olindo: No no anche durante la settimana…
Iena: Ma te la ricordi più o meno quella sera? Che giro fate con Rosa?
Olindo: Erba, Como, giri per trovare il posteggio perché di solito è sempre pieno, e poi vai nel centro, passi, ogni tanto guardi le vetrine, fast food, esci, fai ancora un giro sempre guardando le vetrine così, e ritorni alla macchina.
Iena: Una sera, prima che vi mettiate a letto, si sente un’intercettazione ambientale nella quale Rosa dice “Hai visto Olindo come si dorme bene adesso?”. Te la ricordi questa cosa?
Olindo: Sì, sì sì sì sì.
Iena: Perché dice una cosa così cattiva, Rosa, dopo che sono morte 4 persone?
Olindo: Ma non penso che sia stata neanche una cattiveria, è un modo di dire…
Iena: È pesantuccio, un modo dire un po’…
Olindo: Sì, sarà anche pesantuccio, però va beh, è un modo di dire…
Iena: Cioè quelli son morti, non è che si sta bene perché…
Olindo: Sì.
Iena: Perché son diventati più educati…
Olindo: No. Non è una cattiveria così grande penso.
Iena: Perché molti questa frase l’hanno interpretata come “Hai visto come si dorme bene adesso che li abbiamo fatti sparire dalla circolazione?”
Olindo: Ah beh sì. Sicuramente l’hanno interpretata così.
Iena: Ma chiunque la sente la interpreta così.
Olindo: E beh è logico.
Iena: L’avvocato Troiano che cosa vi ha consigliato?
Olindo: Eh niente, l’avvocato Troiano praticamente non l’hanno lasciato neanche parlare.
Iena: Secondo te ha sbagliato il tuo avvocato d’ufficio? Ha fatto uno sbaglio secondo te?
Olindo: Sì lui ha sbagliato, però è stato travolto anche lui eh, secondo me, come non ci rendevamo conto, non c’eravamo noi, non c’era neanche lui. Noi non eravamo all’altezza della situazione per dire, no? Ma lui era messo come noi.
Iena: Cosa pensi del fatto che Carlo Castagna abbia detto in tv di avervi perdonati?
Olindo: Eh… non lo so. Non lo so.
Iena: Come ha fatto a perdonarvi?
Olindo: Non saprei…
Iena: Tu avresti perdonato gli assassini di tua moglie o di tuo figlio?
Olindo: Io penso di no, io penso di no.…
Iena: Parliamo di Mario Frigerio, l’unico superstite di quella strage che con la sua testimonianza ha contribuito alla tua condanna all’ergastolo.
Olindo: Io con Frigerio non ce l’ho mai avuta, non ho mai avuto nessun risentimento, nonostante ci abbia riconosciuti eccetera eccetera… perché praticamente come ci hanno manipolati noi, hanno manipolato anche lui… se vogliamo… quindi, non posso prendermela con una persona che hanno girato come una patata, non so se mi spiego…
Iena: Cioè lui dice “Mi ha accoltellato…”
Olindo: Sì… però…
Iena: “Mi è salito addosso…“
Olindo: Però quello lì è stato il lavoro che han fatto i carabinieri quando sono andati a trovarlo in ospedale, quindi io non posso andare a prender… io con Frigerio proprio…
Iena: Non ce l’hai con Frigerio…non ce l’hai coi giudici…
Olindo: Eeeh no insomma…
Iena: Ma tu ti arrabbi ogni tanto?
Olindo: Sì, mi arrabbio.
Iena: Eh, no perché…
Olindo: No no mi arrabbio, qualche verbale con le guardie l’ho beccato.
Iena: Sì?
Olindo: Sì sì.
Iena: E che hai combinato?
Olindo: O perché le mandavo a quel paese, gli rispondevo male… mi arrabbio anch’io.
Iena: Però su questa storia ti vedo…
Olindo: No, su questa storia… è andata così non… cosa vuoi fare? Anche con i giudici, mi sono arrabbiato anche con i giudici! Però poi in fin dei conti anche loro si son dovuti, come dire, adeguare al clamore mediatico che c’era eh… e cosa dovevano fare? Per quello che sarà difficile trovare qualcuno che valuta realmente le cose per quelle che sono. Io mi arrabbio, però mi arrabbio quel minuto lì poi vabbè, non è che resto arrabbiato tutta la vita.
Iena: C’era un carabiniere che scattava le foto, ti ricordi?
Olindo: Allora di carabinieri ce n’erano due. L’unica cosa che vedevo è che avevano un luminol e poi rilevavano quello che a loro gli sembrava un campione, un reperto e lo mettevano dentro dei cosini di plastica.
Iena: Ma questa operazione di mettere nei cosini di plastica, la faceva sempre lo stesso carabiniere o era più di uno?
Olindo: A me sembra che erano in due.
Iena: In due.
Olindo: Eh sì.
Iena: Ma in due nel senso che uno faceva e uno guardava o tutt’e due facevano?
Olindo: Questo non lo so, questo non lo so.
Iena: Ma tu te la ricordi la faccia del carabiniere?
Olindo: No…
Iena: Zero?
Olindo: Non potrei neanche riconoscerlo perché avevano la tuta bianca e la mascherina.
Iena: E tu li hai visti con la mascherina?
Olindo: Sì, li ho visti sempre con la mascherina.
Iena: Tutti e due?
Olindo: Tutti e due sì.
Iena: E quindi vuol dire che partecipavano tutti e due?
Olindo: Eh penso di sì.
Iena: Quindi due persone hanno fatto i rilievi?
Olindo: Due persone, sì erano in due.
Iena: Due con la mascherina e la tuta?
Olindo: Sì.
Iena: Tu credi in Dio, Olindo?
Olindo: Sì!
Iena: Ti devo chiedere una cosa Olindo: questa è la Bibbia, che tu leggevi qui in carcere.
Olindo: Ce l’hai tutta?
Iena: C’ho dei pezzettini… e ci sono queste pagine…
Olindo: Sì sì.
Iena: Che a me fanno un po’ venire la pelle d’oca. Tra le cose che scrivi in questa Bibbia c’è una preghiera a Paola Galli, alla Raffaella, al piccolo Youssef “Ai quali abbiamo strappato via il bene più importante che è la vita”.
Olindo: Sì, dovrebbe esserci da qualche parte, dovrebbe esserci.
Iena: Eh… e i giudici che hanno letto questa cosa, sfidali a non credere che sei stato tu.
Olindo: E… quella Bibbia qua diciamo che mi ha fatto compagnia e l’ho scritta in quel periodo che seguivamo quella strategia processuale là, questa qui. Che poi non è… come dire, tutta farina del mio sacco eh.. tante cose le ho copiate,
Iena: Da cosa?
Olindo: Da dei libri… da quello che sentivo. È anche un modo per passare il tempo, ero sempre chiuso non avevo niente da fare…
Iena: Eh ma confessare di aver ucciso 4 persone non è un passatempo.
Olindo: No, non è neanche confessare questo.
Iena: Beh però, quasi farsi scappare la propria responsabilità secondo…
Olindo: Beh però era, era quel periodo lì eh, in quel periodo lì penso che ci stava eh…
Iena: Ti dico un’altra cosa, che è una cosa che fa molto arrabbiare i fratelli di Raffaella, cioè i figli di Paola Galli. Dice anche, Olindo, su quella Bibbia, “Abbiamo preso tutti di sorpresa, con la nostra ritrattazione delle confessioni, abbiamo cambiato strategia e stiamo sorprendendo i giudici e tutti quegli stupidi giornalisti colpevolisti che ci vogliono qua dentro”.
Olindo: Può darsi che ci sia scritto anche quello, sì.
Iena: Da un lato vedo che tu scrivi “Abbiamo tolto la vita a 4 persone”, dall’altro leggo che tu annoti che c’era un’intelligenza strategica nel ritirare le confessioni, e io non penso più che sei innocente. Penso che sei un furbacchione.
Olindo: No, se ero un furbacchione non li scrivevo, se ero un furbacchione mica andavo a scriverle.
Iena: “Voi da lassù in cielo, noi qui in terra sappiamo quanto sia grande il nostro pentimento” Olindo e Rosa 6 aprile 2007.
Olindo: 6 aprile 2007…
Iena: Ore 12.30. “Quanto grande sia il nostro pentimento…”
Olindo: Eh vabbè però…
Iena: “Pentimento…”
Olindo: Eh lo so bisogna vedere che pentimento…
Iena: E di cosa ti sei pentito?
Olindo: Beh…
Iena: E che cosa sono tutte ste freccette?
Olindo: Eh, quelle freccette lì ognuna è una lettera…
Iena: Sì?
Olindo: Sì.
Iena: Cioè tu sapresti decodificare questa cosa?
Olindo: No adesso no (ride, ndr).
Iena: Cioè tu avevi attribuito a ognuno di questi simboli una lettera?
Olindo: Una lettera sì
Iena: E chi la capiva questa… chi aveva il codice per questa?
Olindo: Io!
Iena: Cioè tutte queste cose quindi erano… il “codice Olindo”?
Olindo: Eh più o meno (ride, ndr), sì, è un modo anche per passare il tempo…
Iena: Te la ricordi questa foto?
Olindo: Sì, più o meno sì…
Iena: Più o meno l’anno, dove eravate?
Olindo: Questa qui l’abbiamo fatta in una località di mezza montagna, stavamo facendo una grigliata se non mi sbaglio.
Iena: Ma non c’avevate nemmeno 30 anni qui? Tu e Rosa…
Olindo: Eh questa qui dev’essere…
Iena: Giovani.
Olindo: Fine anni ‘80 dev’essere questa qui, più o meno.
Iena: Ma te le ricordi un po’ queste foto?
Olindo: Sì, un po’ sì.
Iena: Ti fa piacere vederle?
Olindo: Sì un po’ sì, sì sì mi fa piacere. Questi son dei bei posti.
Iena: Vai, dimmi qual è la più bella di queste foto, di tutte quelle che ti ho fatto vedere. Quella che ti piace di più.
Olindo: Eh vabbè… quella che mi piace di più. Vabbè son tutte belle, non saprei neanche quale scegliere, non saprei neanche quale scegliere.
Iena: Se ne dovessi scegliere due?
Olindo: Sceglierei queste due.
Iena: Queste due?
Olindo: Sì.
Iena: Mi togli una curiosità? Mi fai vedere le mani, perché porti la fede a destra?
Olindo: Sempre a destra.
Iena: Come a destra? La fede si porta a sinistra. Perché tu la porti nella mano sbagliata?
Olindo: No! Io l’ho sempre portata a destra.
Iena: Veramente?
Olindo: Eh sì.
Iena: Ma si porta nella sinistra la fede.
Olindo: No, a destra.
Iena: Sì, fidati. Fidati di Antonino. Si porta a sinistra la fede.
Olindo: Io l’ho sempre messa a destra.
Iena: Ma sei sicuro?
Olindo: Sì sì.
Iena: Allora quando vedi Rosa chiediglielo, vedi dove la porta lei. Si porta a sinistra.
Olindo: Eh ma io l’ho sempre messa a destra.
Iena: Ma non si può, è sbagliato!
Olindo: Perché è sbagliato?
Iena: Perché sì, perché va a sinistra. È la mano del cuore.
Olindo: No, io l’ho sempre messa a destra.
Iena: Vabbè, sei uno stravagante.
Iena: Oggi Olindo Romano anziché nel 2018 è nel 2006.
Olindo: Cosa farei?
Iena: O cosa non faresti?
Olindo: Eh… (sospira, ndr) non rifarei sicuramente le confessioni che ho fatto e quel periodo lì, come dire, strategia processuale… quello non lo rifarei.
Iena: Ma dove ti è venuta in mente questa cosa della cella matrimoniale? Dove l’hai letta?
Olindo: Lascia perdere… non lo so da dove salta fuori la cella matrimoniale, sinceramente. L’ho detto, sì.
Iena: Cioè tu pensavi che in carcere marito e moglie stanno nella stessa cella?
Olindo: No, l’ho detto, però adesso non mi ricordo più da dove l’ho tirata fuori.
Iena: 5 anni fa tua mamma, la signora Piera, disse “Mio figlio è innocente, è in carcere per colpa di Rosa Bazzi, era lei che comandava… tutte le vigliaccherie che poteva fare le ha fatte, se mi venisse sotto l’ammazzerei. La madre era una vipera, velenosa come l’aspis, il padre un ubriacone”. Ce l’aveva proprio…
Olindo: Lasciamo stare, questa cosa qui.
Iena: Ma come mai tua mamma…
Olindo: Eh, vabbè…
Iena: Non gli stava simpatica Rosa?
Olindo: Non andavano d’accordo.
Iena: Ma perché come tutte le mamme è gelosa del figlio?
Olindo: Anche, anche. Non andavano d’accordo, però… evitiamolo quest’argomento.
Iena: Sei rimasto un po’ alpino…
Olindo: Sì, diciamo preferisco la montagna perché è più fresca, invece il mare… no mi piace anche il mare, però d’inverno, perché d’estate fa troppo caldo, non sopporto il caldo.
Iena: Siamo in due…
Olindo: Il mare d’inverno e la montagna d’estate.
Iena: Ma tu continui a leggere?
Olindo: Sì, però adesso leggo altra roba, altre cose.
Iena: Che stai leggendo? Ti sei iscritto all’università?
Olindo: Biologia.
Iena: Biologia? E come va?
Olindo: Eh benino, benino, tutto sommato…
Iena: Il tempo non ti manca…
Olindo: Riesco a cavarmela
Iena: C’hai tempo diciamo, pure per andare fuori corso, diciamo.
Olindo: Ah sì sì
Iena: Non c’è fretta!
Olindo: No no no, quello no.
Iena: Ma mi hanno detto che invece ti eri iscritto ad Agraria.
Olindo: Sì Agraria.
Iena: Agraria.
Olindo: C’è dentro anche biologia come materia.
Iena: Ma è vero che Rosa è arrabbiata che ti sei ingrassato?
Olindo: Eh lo so però che ci devo fare? Quando lavori in cucina sei obbligato a ingrassare (ride, ndr).
Iena: Obbligato a ingrassare…
Olindo: Se sei in mezzo eh… come fai?
Iena: Un po’ di là un po’ di qua…
Olindo: Eh come fai, dici vabbè mangio poco però sei sempre lì a mangiare poco. In una giornata… infatti io a pasto non mangio neanche più perché qui, mangia lì mangia là, assaggia questo, prova quello…
Iena: E qui che cos’è? Che ti tiene occupato e ti fa passare la giornata?
Olindo: Eh mezza giornata la passo in cucina…
Iena: Eh sì e quello abbiamo detto che si vede.
Olindo: Eh la rimanenza quelle 4 cose che devo farmi per forza: i vestiti me li lavo io, 4 pulizie…
Iena: Mi ha detto un uccellino che sei disordinato.
Olindo: Sì è vero. Ma lo posso fare perché son da solo!
Iena: Se c’era Rosa…
Olindo: Non potevo!
Iena: Non potevi?
Olindo: Perché ordinava tutto. Io invece lascio in giro.
Iena: Tu domani vedi Rosa?
Olindo: No, domani è venerdì… no, quell’altro venerdì.
Iena: Quindi questa settimana non l’hai vista?
Olindo: No, la vedo una volta al mese adesso.
Iena: Una volta al mese?
Olindo: Sì.
Iena: Cioè, dovevi confessare per stare con lei…
Olindo: La vedo una volta al mese perché… quindi devi guardare anche le ore che ti restano, mentre fai il colloquio eh… infatti io ho chiesto di essere trasferito in quel carcere là…
Iena: Cioè di andare a Bollate? No perché confessate per stare insieme, vi condannano e vi separano…
Olindo: No, ci vediamo una volta al mese un’ora e una telefonata a settimana. Beh in quell’ora lì si parla un po’ di quello che succede… però un’ora passa alla svelta, tante volte non riesci neanche a ricordarti di dirgli tutto quello che gli devi dire.
Iena: Cioè devi prendere appunti diciamo…
Olindo: No no, me ne dimentico e glieli dico la volta dopo! Eh che devi fare… ma anche quando gli telefono per dire… 10 minuti cosa vuoi fare?
Iena: Sai una cosa Olindo? Che noi abbiamo chiesto anche a lei se accettava di fare un’intervista, lei te l’ha detta questa cosa?
Olindo: Sì me l’ha detta…
Iena: E che ti ha detto?
Olindo: Eh… come dire….
Iena: Cioè tu gli avevi detto che tu avresti accettato?
Olindo: Sì.
Iena: E lei che ti ha detto?
Olindo: No, lei mi ha detto che non la voleva fare.
Iena: E perché?
Olindo: Beh…
Iena: Perché era preoccupata, aveva paura?
Olindo: No, perché, come dire, noi qui ci dobbiamo anche vivere! In carcere…
Iena: Cioè?
Olindo: Eh vedila così. Nel senso…
Iena: Spiegamela.
Olindo: Da quello che ho capito io ha detto di no perché lei l’ha interpretata come un qualcosa di negativo nell’ambito in cui vive, nel carcere di Bollate.
Iena: Olindo Romano, tu che cosa vorresti oggi? La revisione del processo?
Olindo: Sì, la revisione del processo. Però il discorso è sempre quello: siamo passati davanti a 26 giudici, trovare un giudice onesto che valuti le cose per quelle che sono. Però eh… dopo tutto questo chi è che si prende la patata bollente? Sarà difficile qui, diciamo, in Italia trovare uno che… in genere fino a adesso ci hanno sempre cacciati. Si son fermati a noi… come dire… eh beh dopo tutto il clamore mediatico e tutto, uno che fa le indagini o chiunque sia, si ferma lì non va a cercare un altro, sennò sarebbe come dire “Non son sicuro, vado a cercare qualcun altro magari ho sbagliato qualcosa”. Però si sono fermati a noi, perché non so se qualcuno ha continuato… non lo so questo. E si son fermati lì per quello eh…
Iena: È chiusa la vicenda giudiziaria adesso.
Olindo: No.
Iena: Mentre ci parliamo.
Olindo: Adesso mentre ci parliamo sì, però non è, non siamo arrivati alla fine.
Iena: Dici che non siamo arrivati alla fine?
Olindo: No non siamo arrivati alla fine perché…
Iena: I familiari di Raffaella Castagna, i fratelli Pietro e Beppe dicono di sì.
Olindo: Sì per loro, per loro…
Iena: Perché Beppe Castagna dice “Per noi è una sofferenza… Vedere ancora che si parla della strage, il fatto che noi vediamo… Noi soffriamo ogni volta che qualcuno mette il dubbio sulla colpevolezza di Rosa e Olindo perché loro ci hanno portato via mezza famiglia”.
Olindo: Eh allora, che possono soffrire, vabbè ci può anche stare, però io penso che non siamo arrivati alla fine perché quella vicenda giudiziaria qui non è ancora conclusa… perché non siamo stati noi, di conseguenza dev’essere stato qualcun altro. E poi, se andiamo a vedere con tutto quello che hanno gli inquirenti, eh se loro ci han dato l’ergastolo ce l’hanno dato gratuitamente, ce l’hanno dato. Quindi andando avanti, che adesso non so di preciso quale saranno, cosa faremo, però io penso che per male che vada quando arriviamo a Strasburgo le cose cambiano, per forza. Male che vada.
Iena: Se tu oggi uscissi, se adesso arriva il direttore e ti dice “Olindo smamma, sei libero”, che cosa faresti?
Olindo: Non lo so, non lo so.
Iena: Chiudi gli occhi, chiudi gli occhi un attimo…
Olindo: Eh ma anche se chiudo…
Iena: Chiudili, chiudi gli occhi e pensa a dove andresti…. Dove andresti adesso se fossi libero con Rosa. Dove andreste?
Olindo: Mah.. penso che me ne andrei al mare.
Iena: Dove?
Olindo: Boh, va bene qualsiasi posto basta che sia il mare.
Iena: Col camper?
Olindo: Eh magari.
Iena: Lo sai che non c’è più niente?
Olindo: Eh lo so.
Iena: Non c’è più la casa…
Olindo: Non c’è più il camper…
Iena: Non c’è più la macchina…
Olindo: Non c’è più la macchina.
Iena: Non c’hai più un soldo…
Olindo: Niente, niente, eh vabbè. I soldi vanno e vengono.
Iena: Cosa ti aspetti dal futuro?
Olindo: Cosa mi aspetto dal futuro? Di riuscire a venire a capo di quella vicenda qui…
Iena: Della tua vita?
Olindo: Esatto, poi ci penserò, ci penserò.
Iena: Certo che se da domani ti dicono “Forse ci siamo sbagliati signor Romano, lei è libero” dove vai? Dove vai se tu esci?
Olindo: Eh mi trovo una casa… no, anzi adesso sinceramente di case non ne voglio più sentir parlare di case.
Iena: E di vicini di casa soprattutto?
Olindo: No, no, di vicini no. Di case proprio, intese come condominio, basta! Non ne voglio più sentir parlare! Me l’hai chiesto anche prima se uscivo dove andavo e io, non mi è venuto in mente, adesso m’è venuto in mente! Se io esco me ne vado in un campeggio!
Iena: Col camper?
Olindo: Col camper o anche senza. Me ne vado in un campeggio, che lì stai tranquillo, perché prima o poi…. sul piano giudiziario diciamo eh… ci daranno ragione per forza.
Iena: Tu sei sicuro di questa cosa?
Olindo: Sì sì ci vorrà un po’ di tempo per arrivarci ma ci arriviamo, son sicuro.
Iena: Se avessi un minuto per dire una cosa a questo spettatore, che dice “Ma che ci fa l’assassino in televisione?” che cosa gli diresti?
Olindo: Eh, che cosa gli direi… beh… che non tutte le cose sono come sembrano e poi dopo, come dire, perché hai fatto questo? Perché mi son trovato in determinati condizioni che mi han portato a quello. Insomma la giustizia non lo so è… qualcosa in cui ci spero ancora ma non ci credo più.
Iena: Cioè qualcosa in cui ci speri ancora ma…
Olindo: Ci spero ancora ma non ci credo più. È una cosa così la giustizia.