Barry Mad: l’Artista delle Sperimentazioni

A cura di Salvo Alfieri

Cercare la strada più giusta e saggia per darsi un posto nel mondo, un’appartenenza culturale che comporta delle ferme e idealistiche predilezioni, prese di posizione. Per far tutto questo c’è chi utilizza le parole e il talento per segnare il proprio ruolo nella storia. E’ la scelta artistica che sta percorrendo Barry Mad, artista italiano in pista da circa 8 anni dopo aver formato il collettivo “60 Frame”. Affronta il rap in maniere propria, intima. Sperimenta in modo filosofico, quasi romantico, senza artifici o espedienti, musica onesta nel senso più puro del termine. E’ libero di creare ciò che vuole per potersi sentire a proprio agio. Ciò lo introduce anche nel suo lavoro che con tutta la sua profonda e dispendiosa devozione, mette l’Arte al centro della sua vita,mettendola della quotidiana attenzione del pubblico di questa nostra società perfettamente inutile ed ostile ad un apertura mentale.

BARRY A PEZZI è il titolo scelto per rappresentare il nuovo EP in uscita contente 5 inediti, qualcosa che parte dall’influenza quasi immatura degli esordi fino alla cosciente maturazione odierna.

Ho avuto l’onore di ascoltare l’EP in anteprima. Temi riflessivi ambientazione caotiche come la città di Tokyo, suoni interessanti e intensi che ti fanno prendere bene. 5 tracce dinamiche, significative e poggiate su liriche sincere ed introspettive. La propria dichiarazione al mondo distratto e disaffezionato alle piccole gioie, un manifesto d’urgenza e grande voglia di farsi sentire, sentimenti sintetizzati in 5 brani ma non per questo ridotti e semplificati.

Una lotta interiore, un richiamo alle coscienze affinché la cultura possa trionfare.

Se ti senti fuori posto … Barry Mad e’ la terapia che fa per te!

“Cambio spesso punti di vista e l’oculista mi appoggia”

Chi e’ Barry Mad?

Definirmi solo rapper non è del tutto corretto o meglio non mi piace definire il rap in un solo confine. Il mio genere spazia tra diverse influenze, molti mi definiscono un cantautore moderno, altri rapper alternativo ma preferisco far parlare la mia musica, mi piace giocare con le parole, poi se cambia il tappeto dove gioco sempre che sto giocando no? – E’ questa ribellione interna, il punto cardine della mia scrittura e delle mie scelte, una lotta “me vs me” che mi porta a sperimentare molto, creando un divanetto Freudiano per far parlare un mondo visionario, fatto oltre che di musica anche di illustrazione, grafica e psicologia. Nel 2011 fondo insieme a due amici il gruppo 60 Frame, inizialmente band poi trio elettropop/rap. Nel 2012 partecipo al programma televisivo “Music on the road” in onda sul canale televisivo Match Music Sky. Nello stesso anno, Ottobre 2012 arriviamo tra i 60 semifinalisti di Sanremo Giovani con il brano “Lontani per sempre” esibendoci negli studi Dear a Roma. Nell’estate 2013 partecipo e arrivo in finale al Festival di Castrocaro, presentato da Pupo e andato in onda il 19 luglio in diretta su RAI 1. In seguito il trio diventa un duo per via dell’abbandono di uno dei componenti e in questo periodo inizio a scrivere testi anche come autore oltre ad essere cantante dei 60 Frame. A Dicembre 2016 pubblico il singolo “Je suis” sempre con i 60 Frame prodotto da Emilio Munda autore e produttore “SUGAR”. Il duo si ferma di nuovo per via di alcune scelte interne, così creo Barry, personaggio ripreso dal film di Night Shyamalan che vede protagonista la storia vera di Billy Milligan l’uomo con un disturbo dissociativo dell’identità, con 24 personalità distinte. E’ proprio la personalità la chiave di lettura del mio repertorio, Barry scava molto nella psiche predisponendo le basi per una scrittura pop surrealista che rivolge l’attenzione a dialoghi interni, “scrivere canzoni è il rimedio che ho trovato per gli attacchi di panico. Per citare uno dei miei registi preferiti Woody Allen “ Barry è a pezzi” e cerca di trovarsi ogni volta rompendosi.

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Salvo Alfieri intervista Barry Mad

Barry, sei un artista davvero eccezionale che adoro tantissimo, non saprei da dove iniziare..ma per prassi inizio chiedendoti come ti sei avvicinato alla musica.

Mi sono avvicinato alla musica da adolescente. Avevo 15 anni quando ho scoperto il rap, era un genere che in quel periodo mi faceva sentire speciale, potevo far uscire una parte di me fuori dal comune in una realtà provinciale, però fin dai primi anni sentivo che quella musica era mia in parte così ho distrutto a mano a mano ogni consapevolezza. Non mi è mai piaciuto appartenere a delle regole fisse, motivo per cui appena ho potuto ho cercato stimoli ed influenze musicali diverse. Amo il cantautorato, l’elettronica, il rock e la Wave Brit. Ho sempre avuto questa cosa di non sopportare di pensarmi vicino a troppe persone che fanno la mia stessa musica, se iniziassi oggi non farei sicuramente rap per come sono fatto c’è una saturazione totale di questo genere molti sono fatti per stare nel gioco io penso che vorrei creare il mio gioco, questo non significa che sarò un futuro Saw (hahah)”.

Ok visto che hai tante, anzi, tantissime influenze ti chiedo come definisci la tua musica?

La mia musica non la definisco ma la ridefinisco ogni giorno, è tutto molto instabile e mi piace così. Penso che bisogna perdere l’equilibrio per scrivere di come rialzarsi e io spesso distruggo tutto quando è nitido, per scelta, motivo per cui mi trovo così “solo in compagnia”.

Artisti preferiti o che ascolti ultimamente?

“Il mio artista preferito è Dargen D’Amico però diciamo che da quando ho iniziato ho sempre mantenuto una curiosità viva su moltissimi generi. Non sono mai stato un fan modello soprattutto oggi che nella musica se fai il modello hai fan..a parte i giochi di parole questo era per dire che ho delle persone che mi ispirano e mi hanno ispirato e non per forza dal mondo musicale, cerco di prendere ispirazione un po’ da tutto e sempre ma comunque artisti in particolare no, sono sempre stato molto premuroso nel preservare meno influenze possibili nel lavoro.. per quanto riguarda gli ascolti è una storia diversa, ultimamente mi piacciono moltissimo i Fast Animals and Slow Kids”.

Mi parli brevemente della scelta del titolo dell’EP, delle contaminazioni sonore e dei temi trattati nei testi?

“Ho scelto Barry a pezzi perché, oltre ad essere un fan di Woody Allen, il titolo volevo rappresentasse una sorta di collage personale della mia vita, i pezzi in questione posso essere intesi come brani ma anche come pezzi di me, della mia storia dentro un disco, infatti quest’EP è uno dei lavori più intimi che ho fatto fino ad oggi. Mi piace chiamarla”metamorfosi personale”, ne avevo bisogno, avevo bisogno di questo cerchio di fuoco momentaneo. I temi affrontati seguono un viaggio intento ed esterno di come ultimamente vedo e vivo questa società, ci sono episodi personali e situazioni dove sono regista di storie che ho scattato in giro attraverso le persone e questo disco è la prima lettera con la mia firma. Ho aggiunto la “B” perché devi avere sempre un piano B, l’ho sempre pensata così. Poi come contaminazioni ce ne sono parecchie, dai Black Keys al brit Pop, blues, grunge, rap e chiavi riadattate a questo nuovo vestito. Però di base posso dirti che questo non è che il primo passo, c’è ancora molto da lavorare su di me però aver trovato il coraggio di rompere alcune certezze per me conta molto, è solo mettendo vestiti che non sapevi di avere che capisci se la tua musica ha le carte in regola per sfilare in mezzo a questo red carpet Diem”.

Sono curioso di chiederti una cosa, visto che metti tutto te stesso nella musica, in arte, in generale c’ e’ qualcosa che ti spaventa nel mettere tutto te stesso?

“Hai fatto una bella domanda. Devi sapere che ho iniziato a fare musica a scrivere per sopprimere l’autocritica interna, quella lama della morale che taglia pensieri e sogni, specie se vieni dalla provincia. Io sono il più grande nemico dj me stesso so come farmi fuori ma con la musica tolgo qualche proiettile di nascosto. Penso che la paura è di pari passo alla consapevolezza. Ho sempre usato la fragilità come punto di forza, quindi per risponderti , si, ho paura ma non ne posso fare a meno ..è il bello del gioco”.

Prometto che questa è l’ultima, hahaha un pezzo con me quando?

“Quando vuoi! Questa fase oltre che di rottura è anche di libertà quindi più collaboro meglio stoe poi penso che per vicinanza di mondi verrebbe fuori qualcosa di interessante”.

Barry ha tante personalità, una differente dall’altra, seguilo per scoprirle tutte..

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