Intervista a Francesco Branchetti, protagonista e regista di “Il diario di Adamo ed Eva”, in scena al Teatro degli Audaci di Roma il 5 e 6 ottobre

“Il diario di Adamo ed Eva” (Recital a due voci) tratto Mark Twain aprirà la nuova stagione del Teatro degli Audaci di Roma, sabato 5 e domenica 6 ottobre. Alla regia e in scena come protagonista maschile ci sarà Francesco Branchetti, che ha collaborato con  i maggiori drammaturghi italiani contemporanei, mettendo in scena molti loro testi, ha diretto opere e concerti e come attore ha preso parte a diverse serie di successo come Incantesimo 8, Elisa di Rivombrosa, Un medico in famiglia, Provaci ancora prof. 2 e Il Paradiso delle signore.

Ne “Il diario di Adamo ed Eva”, spettacolo con la traduzione ed elaborazione di Maura Pettorruso, Francesco Branchetti condivide la scena con Barbara De Rossi. Nel cast sono presenti anche i mimi Umberto Bianchi e Raffaella Zappalà.

Mark Twain, attingendo al mito della Creazione, narra come siano andate le cose tra l’uomo e la donna in una chiave ironica, umoristica ma anche fiabesca e romantica e racconta come possa essere nata l’attrazione tra i due sessi. Il testo a due voci inizia con l’apparizione di Eva, che Adamo vede come una creatura bizzarra e fantasiosa con cui deve fare i conti. La regia intende restituire al testo attraverso le voci degli attori e la fisicità dei mimi, la straordinaria capacità d’indagare l’animo umano e le tortuose relazioni che abbiamo talvolta con noi stessi e poi con gli altri. Le musiche di Pino Cangialosi, le luci e gli interventi dei mimi creeranno magiche atmosfere e daranno un apporto fondamentale a questo viaggio nel mondo dei rapporti tra uomini e donne.

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Francesco, il 5 e 6 ottobre sarà in scena insieme a Barbara De Rossi al Teatro degli Audaci di Roma con lo spettacolo “Il diario di Adamo ed Eva”, di cui è anche regista, che narra in chiave ironica la leggenda della Creazione. Com’è nata l’idea di portare a teatro questo testo di Mark Twain?

“E’ uno spettacolo che mettiamo in scena da due anni, ha debuttato nel prestigiosissimo Festival Teatrale di Borgio Verezzi e l’idea di portarlo sul palco è nata lì. Da anni conoscevo l’opera di Mark Twain e quella è stata l’occasione per portare a teatro qualcosa di divertente, ma anche acuto sul rapporto tra uomo e donna. Del resto quale testo poteva essere piu’ adatto se non questo che parte veramente dalle origini, da Adamo ed Eva nel Giardino dell’Eden, e analizza con grandissimo acume psicologico il rapporto uomo-donna raccontando con grande ironia, sarcasmo e comicità da un punto di vista psicologico e comportamentale le caratteristiche dell’uomo e della donna e le difficoltà che ne scaturiscono. Io spesso dico che Mark Twain è l’autore preferito di Woody Allen, la sua infatti è una comicità tenera, buffa. Adamo ed Eva, ad esempio, sono molto dolci nelle loro difficoltà di approccio l’uno verso l’altra e nella convivenza. Quando si racconta del fantomatico avvento di Eva nella capanna di Adamo ci rendiamo conto che questo testo è di un’attualità sorprendente, infatti le difficoltà nel rapporto uomo-donna sono le stesse che viviamo oggi e questa è la dimostrazione che si possono raccontare le problematiche anche con grande tenerezza, garbo e leggerezza. E’ uno spettacolo che diverte e al contempo fa riflettere”.

In scena con lei c’è Barbara De Rossi, con cui ha lavorato in precedenza anche ad altri spettacoli, a partire da Medea. Com’è nata la vostra collaborazione?

“Abbiamo portato in scena diversi spettacoli insieme, il primo è stato Medea nel 2014, cui è seguito Il bacio, Coro di donna e uomo, Il diario di Adamo ed Eva e poi debutteremo a gennaio al teatro San Babila di Milano con una commedia, Un grande grido d’amore di Josiane Balasko. Con Barbara mi trovo benissimo, ci divertiamo, lavoriamo con grande impegno e serenità”.

C’è un testo in particolare che le piacerebbe portare a teatro?

“Mi piacerebbe portare a teatro alcuni testi di Goldoni meno conosciuti ma piu’ geniali e profondi come La guerra, o di Joyce come “Esuli”, ma anche opere legate al teatro del passato, ai classici meno visitati, meno frequentati”.

manifesto Teatro degli audaci IL DIARIO DI ADAMO ED EVA

Tornando a Il diario di Adamo ed Eva, diceva che questo testo è ancora di grande attualità e che aiuta a far riflettere lo spettatore. Pensa che il teatro possa dunque fungere ancora da veicolo per smuovere le coscienze delle persone e contribuire a migliorare la nostra società?

“Assolutamente sì, il teatro è l’ultimo baluardo di libertà espressiva, creativa, l’ultimo luogo dove si possa parlare liberamente, analizzare problemi che le persone vivono tutti i giorni e cambiare profondamente chi assiste allo spettacolo. Per me il teatro è una maniera di comunicare col mondo, può incidere sulla società e aiutare le persone nella comprensione e nella conoscenza di tematiche che vengono affrontate con quella libertà e verità, che altri mezzi di comunicazione non hanno ultimamente”.

Oltre a Un grande grido d’amore la vedremo in altri progetti teatrali?

“Sarò in scena il 10 ottobre sempre al Teatro degli Audaci, con Parlami d’amore di Philippe Claudel, in cui recito al fianco di Nathalie Caldonazzo. E’ un altro spettacolo a cui tengo molto e in cui metterò la mia passione e il mio impegno teatrale e umano”.

di Francesca Monti

 

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