Intervista con Igor Nogarotto che ci racconta il singolo “Eleonora sei normale” che affronta il tema della bulimia: “Se con questo progetto dovessimo riuscire a salvare anche una sola vita allora sarebbe un miracolo”

Il brano “Eleonora sei normale” nasce da un biglietto scritto da una ragazza bulimica di nome Eleonora a sua madre, poco prima di suicidarsi. In seguito questa mamma ha chiesto a Igor Nogarotto di creare una canzone che potesse sia esorcizzare quel dolore, sia sensibilizzare e far riflettere sulle tematiche della bulimia e dell’anoressia.

Con grande tatto e sensibilità l’artista ha scritto il ritornello del brano, musicando il testo del biglietto lasciato da Eleonora: “Sono stanca di sto mondo prigioniera dietro a un banco del mio essere diversa che attira il tuo sguardo. Cosa ho fatto mai di male? Vorrei essere normale. Sono stanca di sto mondo del mio corpo fuori tempo Vagabonda al tramonto come il sole che si è perso. Io non voglio essere speciale. Vorrei essere normale. Voglio ancora sogno ancora il sorriso di mia Madre che accarezza la mia differenza e mi dice Eleonora sei normale”.

La bulimia, soprattutto quella nervosa, consiste nel fagocitare la più grande quantità di cibo nel minor tempo possibile, in solitudine: l’abbuffata cessa solo quando iniziano dolori addominali o nausea o se si rischia di essere scoperti; di seguito si passa allo “svuotamento”: nel video sono documentate alcune ‘tecniche’ tra le più utilizzate dai bulimici, come l’ingerire grandi quantità di latte e la stimolazione del vomito con il manico dello spazzolino da denti.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i “Disturbi del Comportamento Alimentare”, dopo gli incidenti stradali, rappresentano tra i giovani (soprattutto tra i 12 e i 25 anni) la prima causa di morte. In Italia sono oltre 3 milioni le persone che ne soffrono ed il 70% sono adolescenti (il 95,9% riguarda le donne e il 4,1% gli uomini).

“Eleonora sei normale”, produzione New Music International/Samigo, fa parte dell’album dell’artista dal titolo “D Di Donne”, in uscita nei prossimi mesi, ed è un progetto sociale sostenuto da molteplici personaggi, da Cristiano Militello e Fabrizio Fontana di “Striscia la notizia” a Baz Marco Bazzoni a Giuseppe Giacobazzi (con cui Igor ha realizzato un tour sold out in 30 teatri italiani).

01. Copertina ufficiale Eleonora sei normale

Igor, è uscito il tuo nuovo singolo “Eleonora sei normale”, che tratta un tema molto attuale e importante come quello della bulimia. Ci racconti com’è nato questo brano?

“Da una storia vissuta in prima persona: frequentavo una donna con una figlia con problematiche di bulimia. La sua malattia si aggravò, a tal punto che Eleonora non sopportando più il fardello del dolore decise di passare a miglior vita. Prima di farlo lasciò alla madre un biglietto. La madre successivamente mi chiese se volessi musicare quel testo, che era una poesia, in modo da utilizzare il veicolo emozionale della musica per sensibilizzare sui disturbi alimentari, affinché il gesto di sua figlia non rimanesse vano”.

Quanto è stato complicato scrivere il testo del brano partendo dal biglietto lasciato da Eleonora a sua mamma?

“Molto. Moltissimo. Io ho scritto solo il testo del ritornello: nella strofa canto integralmente la poesia di Eleonora infatti (pur essendo un uomo) si sente: “Sono stanca di ‘sto mondo…”. La cosa più difficile è stata la parte compositiva armonica, gli accordi e la melodia. Non trovavo mai la formula giusta. Dovevo assolutamente mettere al centro il testo, senza far sì che la musica potesse in qualche maniera prendere il sopravvento e distraesse l’attenzione dal focus del significato del messaggio. Alla fine, dopo decine di rifacimenti, ho trovato una linea semplicissima di 4 accordi SI- SOL RE LA che “girano” in loop dall’inizio alla fine e ciò valorizza perfettamente il testo, la musica ne è il giusto contorno”.

Hai avuto modo di far ascoltare la canzone alla mamma di Eleonora?

“Sì… Più che altro le ho chiesto una vera e propria approvazione. Che c’è stata. Appieno. La commozione ovviamente (bilateralmente) è stata tanta. La cosa più bella e importante di questo progetto sono state proprio le sue parole quando ha ascoltato la canzone (e visto il video), in quanto si è complimentata ed ha detto che ho reso giustizia a sua figlia, ad Eleonora. Immaginerai come ciò mi abbia sia sollevato (ero molto teso prima di fargliela ascoltare) e riempito il cuore di gioia”.

Il singolo è accompagnato da un video molto toccante, con la regia di Simone Gazzola. Come avete lavorato al video?

“Anche la scelta delle immagini ha comportato mesi di lavoro e confronto. Simone è stato geniale nella scelta delle metafore. Ed ha rispettato le “linee” del buon senso e dell’equilibrio: non era facile. Occorreva da un lato non essere troppo cruenti. Dall’altro non si poteva realizzare una clip troppo ‘leggera’, perchè il messaggio non sarebbe arrivato: qualcuno ha commentato sui social “inquietante”: bene, è un ingrediente che ci voleva, perché bisogna far capire che si rischia di morire se si trascura l’alimentazione e per farlo deve anche arrivare una sensazione di disagio, lo stesso che vivono le persone che hanno questa patologia. E devo fare i complimenti all’attrice Lisa Parra, perché ha saputo interpretare magistralmente questo difficilissimo ruolo”.

I disturbi del comportamento alimentare sono una delle principali cause di morte tra i giovani. Cosa deve fare la società per risolvere questo drammatico problema e cosa può fare la musica?

“Parlarne. Parlarne e parlarne. Molto di più. Sensibilizzare. Questo progetto vuole proprio accendere i riflettori su questa tematica, troppo trascurata, che riguarda bambini che si ammalano già dagli 8/10 anni. Occorre informare, trasmettere consapevolezza dei rischi che si corrono. Se si fa capire quanto sia grave la patologia dei disturbi alimentari, se si migliora l’informazione, allora aumenta la prevenzione. E, come ha detto la mamma di Eleonora: “Se con questo progetto dovessimo riuscire a salvare anche una sola vita allora sarebbe un miracolo””.

06. Igor Nogarotto palco

Il brano fa parte del tuo nuovo disco “D Di Donne”, un progetto sociale sostenuto da molteplici personaggi, da Cristiano Militello e Fabrizio Fontana, da Baz Marco Bazzoni a Giuseppe Giacobazzi. Cosa puoi anticiparci a riguardo?

“Ringrazio tutti questi amici e colleghi che mi sostengono: mi vogliono bene e sanno quanto sia per me importante questo progetto. “D Di Donne” è un concept album completamente dedicato alle Donne: 10 tracce dove canto storie di vita che le Donne stesse mi hanno raccontato. Si parla di altre tematiche delicate come ad esempio l’aborto (in “Eva piangeva”), di ruoli famigliari della Donna come in “Mamma Ciao” o “Ninna Nonna”, di amori struggenti (in “Margherita”), fino al lato più giocoso femminile in “Elisabetta”, diario di una semplice giornata d’estate in spiaggia, perché la Donna è anche ovviamente leggerezza (quando occorre). Per scelta, nessun brano assomiglia ad un altro per sonorità, tematica, interpretazione canora: è una scelta controtendenza dirà qualcuno, manca un sound riconoscibile? Forse. Di sicuro c’è uno stile molto riconoscibile. E poi, conoscete una Donna che assomigli ad un’altra?! (ride)”.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

“Non appena potremo nuovamente uscire di casa… ci sono in cantiere ospitate televisive ed eventi nelle scuole. Dalle centinaia di messaggi che ho ricevuto, da parte di ragazzi che soffrono di disturbi alimentari e di genitori con figli con questa patologia, è nato un movimento spontaneo, “Non siete soli”. Per ora è una pagina su Facebook https://www.facebook.com/nonsietesolida/ dove raccogliamo le testimonianze che poi racconteremo ai nostri eventi per far conoscere storie di vita e far capire meglio il messaggio. Lo farò con Maria Vittoria Strappafelci autrice del libro “Il digiuno dell’anima: una storia di anoressia” la quale ha vissuto l’anoressia sulla propria pelle per poi sconfiggerla ed il Maestro Alessandro De Gerardis (speaker e musicista). Il nostro impegno non si fermerà. Lo devo alla madre di Eleonora. A me stesso. A Eleonora. A tutte le persone che dobbiamo tentare di salvare”.

di Francesca Monti

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