Wrongonyou con il brano “Lezioni di volo” è tra i finalisti di Ama Sanremo: “Non è un punto di arrivo ma una tappa del mio percorso”

Wrongonyou con il brano “Lezioni di volo” (Carosello Records) è tra i finalisti di Ama Sanremo, il contest che permette l’accesso alla categoria nuove proposte del Festival di Sanremo 2021.

La canzone, scritta e prodotta insieme ad Adel Al Kassem e Riccardo Scirè, nasce in seguito ad un periodo di profonda crescita personale e artistica che Wrongonyou ha maturato durante i mesi del primo lockdown, che ha dedicato al dialogo con se stesso.

Nonostante il momento che stiamo affrontando, vissuto dalla maggior parte dei giovani con ansia e una profonda incertezza verso il futuro, il brano è un inno che sprona al coraggio, un invito a lasciarsi andare, a lanciarsi senza timore e con sicurezza per affrontare le esperienze che la vita ci mette di fronte. Un salto da fare da soli o con al fianco la persona che si ama.

Il concetto è espresso alla perfezione nell’immagine di copertina del singolo, realizzata da Valerio Bulla: due trapezisti che per “volare” e sentirsi liberi devono fidarsi l’uno dell’altro, incuranti della paura di cadere.

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Sei approdato alla finale di “Ama Sanremo” con il brano “Lezioni di volo”. Che esperienza è stata?

“E’ un mondo completamente nuovo, non avevo mai fatto un’esperienza televisiva come questa, ci sono ritmi alti, va tutto molto veloce. La mia fobia è cadere per terra in diretta (sorride). Era da tempo che volevo andare a Sanremo, durante il lockdown tutti i pensieri si sono canalizzati su quell’obiettivo e ho capito che era il momento giusto per provarci, in un anno particolare in cui è tutto fermo e non si possono fare live”.

Quali sono le tue aspettative?

“Sanremo non è un punto di arrivo ma una tappa del mio percorso. A parte il pubblico che mi conosce da tempo per la maggior parte degli spettatori di Rai 1 sono uno sconosciuto e sono molto felice dei riscontri positivi che ho avuto. Non devo per forza vincere, è un viaggio, un modo di scoprire altre sfaccettature della musica, che affronto con quell’ansia giusta. Il televoto sarà fondamentale, quindi punto molto sulla mia performance e cercherò di cantare nel miglior modo possibile”.

Cosa ci racconti riguardo questo brano?

“Durante il lockdown è nata questa canzone molto veritiera, perchè nel tempo ho capito che le cose vere e naturali sono le migliori. E’ un brano che ho scritto e prodotto con Adel Al Kassem e Riccardo Scirè ed è stato un po’ terapeutico, innanzitutto per me stesso, ma spero anche per chi lo ascolterà. “Lezioni di volo” parla dell’importanza di non avere paura, di sentirsi liberi e di buttarsi nelle varie esperienze che la vita ci offre, magari appoggiandosi ad un’altra persona”.

“Lezioni di volo” è un invito a lasciarsi andare, c’è stato un momento nella tua vita in cui hai preso coraggio e ti sei lasciato andare?

“Quando ho iniziato a cantare in italiano. Ho sempre scritto i brani in inglese perchè mi vergognavo di cantare nella mia lingua. Il primo giorno che ho fatto una session con Andrea Bonomo in italiano non mi usciva la voce anche se era un pezzo introspettivo, pieno di immagini e mi trovavo a mio agio con il testo. E’ stato come levare uno scudo che avevo davanti a me. Poi piano piano mi sono sciolto e ora non riesco più a scrivere in inglese (ride). Anche fare il ritornello di Killer in falsetto mi imbarazzava. Oggi invece ho una maggiore sicurezza anche a livello di scrittura e di prestazione vocale e piano piano sto imparando a volare. Non vedo l’ora di farvi sentire il mio nuovo disco”.

Hai lavorato con Gigi Proietti nel film “Il Premio” con la regia di Alessandro Gassmann. Ti va di regalarci un ricordo del grande Maestro?

“Mi ha fatto malissimo sapere della scomparsa di Gigi, me l’ha comunicato mia madre. Era una di quelle figure mitologiche a cui non riesci ad associare la morte. Mi ha regalato tante cose senza chiedere nulla in cambio, sono stati mesi intensi quelli passati sul set e ci siamo sentiti spesso dopo il film. Mio nonno Bruno era molto paterno nei miei confronti e con lui avevamo questa passione per Gigi Proietti, quando c’era “A me gli occhi please” o “Febbre da cavallo” ci telefonavamo e andavo a casa sua e di nonna Emma e guardavamo insieme la tv. Chiamare Proietti “nonno” nel film è stato emozionante. Lui non avendo nipoti si era affezionato a me e sono riuscito anche a fargli conoscere mia nonna. Mi ha dato tanti consigli su come approcciarmi al pubblico, mi raccontava degli aneddoti e delle divertenti barzellette, mi diceva che la semplicità è la chiave di tutto. Era una persona disponibilissima. Penso se ne sia andato l’ultimo vero attore di teatro che era capace di farti ridere con una battuta ma di farti emozionare con Shakespeare. Ricordo che quando abbiamo girato Il Premio l’unica richiesta che ha fatto a Gassmann nell’ultima inquadratura è stata di tenere le ciabatte per stare più comodo. E’ stata una grande fortuna conoscerlo e un sogno lavorare con lui. La prima sera che abbiamo passato insieme mi ha chiesto con la voce di Aladin di cantargli una canzone ed è stato così attento che ha consumato tutta la sigaretta senza accorgersene e mi ha detto sei unico nel tuo genere, sei eccezionale. E io mi sono sciolto in lacrime”.

di Francesca Monti

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