Venerdì 7 maggio in fisico e digitale “Djungle” il nuovo disco di TY1, conosciuto come il migliore Dj e uno dei maggiori Producer della scena rap italiana.
L’album, in uscita per Thaurus (under exclusive license to Believe) e anticipato da “Fantasmi” feat Marracash e Geolier che sta collezionando su Spotify milioni di ascolti, contiene 14 brani, con i featuring di 24 artisti della musica contemporanea, tra nomi ormai consolidati del genere urban e hip-hop (Marracash, Paky, Guè Pequeno, Massimo Pericolo, Pretty Solero, Myss Keta, Noyz Narcos, VillaBanks, Ernia, Capo Plaza, Jake La Furia, Speranza, Taxi B, Rkomi, Ketama126, Samurai Jay, Geolier) incursioni dal mondo pop (Neffa, Tiromancino), nonché dall’estero (Pablo Chill-E, Mc Buzzz, Dosseh) e nuove leve (Touchè, Vettosi).
TY1, al secolo Gianluca Cranco, ha raccontato la genesi del progetto con queste parole: “Il mio disco racchiude e racconta il percorso di un dj e produttore che parte da un piccolo quartiere di Salerno, dove qualche anno fa la musica hip hop non era così mainstream e c’erano solo pochi esponenti, con in tasca solo la voglia di fare musica e di riuscire a portarla a tutti. È la mia storia, come quella di molti che hanno fatto della propria passione un mezzo per riuscire ad elevarsi. Arrivando da un contesto semplice in cui mancavano spesso i mezzi per fare qualunque cosa e dove perdersi in situazioni “spiacevoli” era facile, il richiamo della musica mi ha sempre dato la forza per andare avanti, ciò che volevo più di tutto era spaccare, emergere grazie alle mie abilità di dj, gareggiando e misurandomi coi più grandi. E’ un album di black music, che spazia molto anche se il suono è quello street, con tanto groove e afro, con riferimenti ad Avitabile, Almamegretta e ai Nirvana. E’ stato realizzato in due anni, ogni pezzo è stato super lavorato. Devo ringraziare il mio team e il mio staff. Mi ritengo fortunato, ciascuno degli artisti che si è messo a mia disposizione per la realizzazione di DJungle, ha dato il massimo. Mi sono sentito una sorta di direttore artistico che tra amici e nuove leve è riuscito a mettere insieme 24 artisti, molti conosciuti su Instagram, creando veri e propri legami e connessioni tra di loro su ciascun brano come ad esempio nel feat inedito con Marracash e Geolier. Miss Keta ha invece voluto fortemente che facessi un pezzo alla mia maniera, lei conosce benissimo gli scratch e insieme faremo una challenge qualche giorno dopo l’uscita del disco per coinvolgere le ragazze a cantare e fare una sorta di battle sulla sua strumentale. Ci sono rapper molto brave, penso a Little Simz, Nathy Peluso e Madame e mi sarebbe piaciuto avere qualche presenza femminile in più in “Djungle”. Il progetto che è scaturito rappresenta il mio personale tributo alla musica, grazie alla quale sono potuto uscire dalla “giungla” in cui sono nato, con la speranza che ognuno possa mettere a fuoco il sogno che gli permetta di uscire dalla propria. Senza la musica non sarei la persona che sono oggi”.
La copertina dell’album, curata dall’artista Gianfranco Villegas e scattata da Francesco Bonasia, mostra un bambino con il logo di TY1 rasato sulla nuca, immerso in quella che appare come la perfetta raffigurazione di una giungla urbana (rievocata dal titolo del progetto “Djungle”), su cui si stagliano cemento e palazzoni, ma anche un immaginario colorato dalla fantasia (e presumibilmente dal talento) del giovane ragazzo: “Djungle è un titolo che avevo pensato prima del disco riflettendo su quello che sono io e sulla città in cui sono cresciuto. Abbiamo pensato di mettere come immagine quella di un bambino con una maglietta da calcio perché tutti da piccoli giochiamo a pallone nei quartieri, quindi abbiamo aggiunto il mio logo sui suoi capelli, una periferia sullo sfondo e degli animali disegnati che rappresentano la sua visione, come se fosse una giungla fantasy, una rivalsa. A me la musica ha dato la possibilità di studiare, di fare dischi, di andare per il mondo a suonare e di uscire da quella periferia. Non vedo l’ora di tornare sul palco e di poter presentare live queste canzoni”.
di Francesca Monti