Domenica 17 ottobre su Rai 1 andrà in onda la nuova serie “Cuori”, in otto serate con protagonisti Daniele Pecci, Matteo Martari e Pilar Fogliati nei panni dei tre geniali e ambiziosi medici dell’ospedale Molinette di Torino per una contaminazione con il mélo e la regia di Riccardo Donna.
La fiction, una coproduzione Rai Fiction e Aurora TV Banijay con il Centro di Produzione Rai di Torino e il sostegno di Film Commission Torino Piemonte, è dedicata a un gruppo di pionieri della medicina che negli anni ’60 rivoluzionò l’allora nascente cardiochirurgia sperimentando nuove tecniche e sfidando ogni giorno i limiti della scienza. Fanno parte del cast principale anche Andrea Gherpelli (Enrico Mosca), Marco Bonini (Ferruccio Bonomo), Neva Leoni (Serenella Rinaldi), Bianca Panconi (Virginia Corvara), Laura Adriani (Eva Pellegrini), Benedetta Cimatrti (Luisa Ferraris), Paolo Romano (Carlo Dattilo), Carmine Buschini (Fausto Alfieri), Carola Stagnaro (Suor Fiorenza), Gaia Messeklinger (Agata), Simona Nasi (Elvira), Piero Cardano e Mario Viecca.
Torino, 1967. Cesare Corvara è il primario del reparto di Cardiochirurgia dell’ospedale “Le Molinette” e ha un grande sogno: essere alla guida dell’equipe che realizzerà il primo trapianto di cuore della storia. Per farlo ha deciso di riportare in Italia il più brillante cardiochirurgo che lui abbia mai incontrato, Alberto Ferraris. Quando il padre di Alberto muore nel ’47, Cesare prende il ragazzo sotto la sua ala protettiva. Alberto diventa il suo pupillo e oggi è per lui come un figlio. Per compiere questa impresa oltre ad Alberto, Cesare ha deciso di far rientrare dall’America un cardiologo speciale, Delia Brunello, dotata di una capacità diagnostica ai limiti del soprannaturale. Cesare ha così tanta fiducia in lei che è sicuro che Delia saprà vincere le resistenze di un ambiente maschilista come quello medico. E poi confida nell’aiuto che potrà darle Alberto, per questo li mette a lavorare insieme, sicuro che le due menti più brillanti dell’ospedale sapranno supportarlo nell’impresa più importante della sua vita. Quello che Cesare non sa è che Delia e Alberto sei anni prima stavano per sposarsi e trasferirsi a Houston, dove Delia aveva ottenuto, unica nel suo corso di laurea, una borsa di studio. Poi qualcosa andò storto e quell’amore che sembrava destinato a durare per sempre finì. Forse ritrovarsi a lavorare a stretto contatto dopo essersi tanto amati è un segno che il destino gli sta offrendo un’occasione per risolvere, una volta per tutte, quello che è stato bruscamente interrotto.
Attorno a loro c’è l’ospedale de “Le Molinette”: le suore che gestiscono il reparto e pregano affinché tutto vada sempre per il meglio, le infermiere sempre affaccendate nelle lunghe corsie e che a volte si innamorano dei medici, i pazienti che cercando distrazioni dalla monotonia della degenza si intrattengono tra racconti personali e avvincenti letture di gossip.
Coordina l’equipe medica alle dipendenze di Corvara, Enrico Mosca, ambizioso capo chirurgo che sogna di prendere il posto del primario. Assieme alla moglie Elvira, donna dell’alta società torinese, forma una squadra perfetta, impegnata a tramare e a tessere relazioni che gli consentano di scalare i vertici della gerarchia ospedaliera. Ma per quanto sembri arido e ambizioso, Enrico ha in realtà un cuore semplice come le sue origini contadine. Ama ancora le stelle che da bambino guardava insieme al padre nel silenzio della campagna piemontese e cerca qualcuno capace di accoglierlo e amarlo per quello che è.
Così come cerca qualcuno che la ami la figlia di Cesare Corvara, Virginia. Viziata e ingenua, fa di tutto per ribellarsi al destino che le è stato cucito addosso: seguire le orme del padre. Ma l’amore inaspettato per un giovane medico la farà ricredere. Tutti alle “Molinette”, prima o poi, devono fare i conti con il proprio cuore.
Il cast e il regista Riccardo Donna hanno raccontato la serie in un incontro con la stampa.
“Sono anni di cambiamento, siamo nella seconda parte degli anni Sessanta e ci piaceva raccontare una storia che fosse aspirazionale perchè abbiamo una protagonista donna che entra in questo ospedale di uomini e che con fatica e tenacia in qualche modo scompiglia quell’ambiente. Ci siamo ispirati all’ospedale Le Molinette di Torino, un posto di sperimentazione e di innovazione. E’ un prodotto multi genere che ha una parte emotiva e di scommessa, cioè erano gli anni in cui si scommetteva sul trapianto di cuore”, ha esordito Francesco Nardella, vicedirettore di Rai Fiction.
“Sono molto coinvolto in Cuori perché sono torinese ed è stato emozionante tornare a lavorare a Torino, ho avuto a disposizione più tempo e sostanza. Devo dire che l’abbiamo presa molto seriamente perché ci dovevamo avvicinare a un mondo che nessuno conosceva, la medicina degli anni Sessanta. Il professore Actis Dato ha dato lezioni a me e al cast su come si fa un’operazione, abbiamo avuto a disposizione le macchine reali di quei tempi, degli infermieri che ci hanno spiegato come accenderle e nello stesso tempo c’era la finzione. Il tutto con l’amore, che è una parte fondamentale della serie e che ha coinvolto le linee dei protagonisti. Per questo credo che il titolo sia centrato, perché ci occupiamo del cuore in tutte le sue forme. E’ un period in costume“, ha detto il regista Riccardo Donna.
Pilar Fogliati è la cardiologa Delia Brunello: “E’ stato interessante interpretare questo personaggio e lo scontro che ha all’arrivo nell’ospedale a Torino con la cultura di tutti i giorni, dai pazienti alle donne che hanno assorbito i canoni maschili. Lei invita innanzitutto le donne a modificare il loro sguardo. Ha dovuto fare uno sforzo triplo per guadagnarsi l’ascolto e la partecipazione della sala delle diagnosi e c’è riuscita grazie all’orecchio assoluto. Negli anni sessanta in Italia c’erano dei preconcetti, delle gabbie culturali. Il giorno in cui questa serie verrà vista come una ricostruzione storica e ci occuperemo solo di educare le nuove generazioni vorrà dire aver conquistato la parità. Sempre attraverso la cultura si può sensibilizzare la gente. Invidio a Delia una certa tenacia, è una persona che prende le decisioni facilmente senza passare troppo dalla ragione. Mi hanno colpito molto i costumi e ho provato una certa nostalgia per quell’epoca che non ho vissuto”.
Matteo Martari riveste il ruolo di Alberto Ferraris: “E‘ un personaggio fantastico, intraprendente, orgoglioso, crede nel suo sogno e l’ho amato molto fin dalla prima lettura del copione. E’ anche ribelle per alcuni versi ma dalla mente molto aperta. Mi ha dato la possibilità di misurarmi con un’epoca che non conoscevo scoprendo anche la musica. Io e Alberto siamo distanti in assoluto, una cosa piccola in comune è una predisposizione all’impegno”.
Daniele Pecci dà il volto a Cesare Corvara: “A Cesare invidio il fatto di essere un genio, non ha bisogno mai di alzare la voce, di imporre la sua presenza perché gli viene naturalmente riconosciuta. E’ stato un lavoro attoriale molto bello. Quando me l’hanno proposto mi sono detto “ma io non sono così vecchio” e allora ho cercato di aderire al personaggio. In 32 anni di carriera credo di non aver mai visto una ricostruzione storica di questo livello dal punto di vista scenografico, con questi ospedali dell’epoca e tanti piccoli particolari, come i termosifoni di ghisa, quella lieve ombratura sul muro. E’ stato bello riproporre storicamente un periodo in cui le operazioni chirurgiche sembravano fatte dai Ghostbusters, se pensiamo a come erano vestiti i medici. Con Bianca Panconi che interpreta mia figlia abbiamo cercato di portare avanti quella classica doppia posizione del padre che passa dal ceffone al concederle tutto”.
Bianca Panconi è Virginia Corvara: “E’ una ragazza moderna, ribelle. Sua madre è morta a causa di una malattia ed essendo suo padre un medico lo incolpa in qualche modo poiché non è riuscito a salvarla. Quando Cesare torna dall’America con Delia e la mette nell’ambiente sicuro della famiglia, Virginia non la prende benissimo”.
Marco Bonini è il dottor Ferruccio Bonomo: “Il mio personaggio è un anestesista, a cui piace scherzare, è un uomo di buon cuore, ed è di grande aiuto in quanto con il suo lavoro permette una sospensione dell’attività cardiaca facendo in modo che i colleghi possano mettere le mani nel cuore”.
Neva Leoni interpreta Serenella Rinaldi: “E’ una ferrista, tiene molto al suo lavoro ma essendo romantica commette degli errori. E’ stato bello lavorare in quest’epoca ed è interessante vedere come cambia il ruolo della donna all’interno della società”.
Gaia Messerklinger è Agata Vezzani: “E’ un personaggio che ho amato molto, è una donna dolce e ferma, di carattere ma che non rinuncia a quelle note materne, accoglienti. All’epoca è anche una madre single, è vedova, deve lavorare, è di umili origini e deve provvedere alla sua famiglia. E’ un’infermiera e un elemento che la destabilizzerà è l’incontro con il dottor Mosca. Il bello di questa serie è che ogni personaggio ha un percorso di cambiamento e di evoluzione”.
Carmine Buschini riveste il ruolo di Fausto Alfieri: “E’ un giovane specializzando che viene da una famiglia di operai, che hanno fatto grandi sacrifici per potergli permettere di studiare. E’ dedito al lavoro ed è una persona molto buona che aveva paura di aprire il suo cuore e stimolarlo anche emotivamente, finché arriva Virginia a metterlo in crisi”.
Andrea Gherpelli è il professor Enrico Mosca: “Quando ho letto la sceneggiatura la prima volta ho capito che se ero arrivato a interpretare un ruolo così era anche grazie agli antagonisti che ho avuto nel mio percorso, perché probabilmente mi hanno spinto oltre i miei limiti e ho capito che era una grande opportunità e che si poteva dare vita a una forza che poteva essere percepita come fastidiosa, negativa mentre in un’equipe di lavoro è estremamente importante. Mosca non è mai stato simpatico e l’ha vissuto sulla sua pelle e nella narrazione filmica si vede che queste scelte sbagliate che ha fatto lo hanno portato a rivalutare la sua vita, il gruppo e anche l’antagonismo che ha avuto quando è arrivata la cardiologa donna, poi invece è stato quello che gli ha confidato di averla protetta perché ha capito il suo talento. Io stesso sono nato come lui in una famiglia di agricoltori di fianco a una porcilaia e ho pensato che fosse il momento di interpretare questo fratellone. Ringrazio Gaia che riveste il ruolo di Agata e si è presa un po’ di stress di questo dottore (sorride)”.
Questa la sinossi della prima puntata:
Episodio 1: L’Americana e lo Svedese
Cesare Corvara, primario dell’ospedale “Molinette”, sta radunando a Torino una squadra formidabile per realizzare il primo trapianto di cuore della storia. Un’impresa titanica che ha già spinto Alberto, chirurgo ingegnoso e appassionato, a lasciare Stoccolma. Ed è per lo stesso motivo che Delia, cardiologa a Houston, si imbarca su un aereo diretto a Torino. Non fa in tempo ad atterrare che deve mettersi all’opera: all’aeroporto soccorre un uomo che sta per avere un infarto e lo convince ad andare in ospedale, faticando non poco a farsi ascoltare. È qui che Alberto e Delia si rincontrano: sei anni prima erano promessi sposi, poi qualcosa si spezzò. Che il destino stia dando loro una seconda possibilità? Alberto ci spera, ma presto dovrà scontrarsi con la realtà.
Episodio 2: Finché amore non ci separi
Il primo giorno di Delia è infernale: i pazienti non ne vogliono sapere di farsi visitare da una donna, i colleghi la guardano con sospetto e Alberto si mostra particolarmente ostile, e quando una giovane sposa viene ricoverata, si rifiuta persino di credere alla sua diagnosi. Anche per Virginia è il primo giorno in ospedale dove deve iniziare il tirocinio che il padre l’ha costretta a fare. Nel frattempo Cesare è costretto a difendere la scelta di avere assunto un cardiologo donna mettendo in discussione il suo primariato. Per fortuna la diagnosi di Delia è corretta. Finito l’intervento, Alberto, in un attimo di debolezza, racconta a Delia della morte di suo padre, avvenuta quando era solo un ragazzino. Lei, commossa, tenta un gesto di riconciliazione, ma lui, fraintendendola, le dà un bacio. Che Delia ricambia con un sonoro ceffone.
di Francesca Monti