“E’ una donna forte, non favolistica e apprezzo molto il fatto che si faccia rispettare“. Carolina Crescentini, nella serie “Mare fuori”, coprodotta da Rai Fiction e Picomedia, con la regia di Milena Cocozza e Ivan Silvestrini, la cui seconda stagione va in onda dal 17 novembre alle 21.20 su Rai2, interpreta Paola Vinci, che ha un passato difficile che le ha lasciato un segno evidente, infatti cammina solo con l’aiuto di un bastone, ed è la direttrice dell’Istituto Penale Minorile, in cui scopre un nuovo modo di essere donna e madre.
Abbiamo incontrato Carolina Crescentini su zoom per parlare del suo personaggio e della serie:
Il personaggio di Paola Vinci è ricco di sfumature. Qual è quella che più ti ha affascinato interpretare?
“Paola è una persona aperta, curiosa, questo mi piace molto. Si avvale di un bravo collaboratore quale l’educatore Beppe, che è un sognatore e la sua presenza è fondamentale perché permette ai ragazzi non solo di sperimentare alcune cose ma di aprire la mente al concetto di libertà, anche se sono reclusi. Allo stesso tempo è una donna forte, non favolistica e il fatto che si faccia rispettare è un aspetto che apprezzo”.

“Mare Fuori” è ambientato nel carcere minorile di Nisida, quanto pensi che questi istituti siano importanti per aiutare il recupero di ragazzi che hanno un percorso difficile alle spalle, come quelli protagonisti della serie?
“Mi sono documentata su alcuni casi di recupero ed è molto importante il lavoro svolto dal personale che si occupa di questi ragazzi e che deve scommettere su una serie di possibilità, dando tanti stimoli, cambiando la loro mentalità e anche insegnando un mestiere. Ad esempio sono venuta a conoscenza della storia di un signore che è andato a Nisida per insegnare a fare la pizza ai giovani detenuti e uno di loro dopo aver imparato a prepararla è uscito dal carcere, ha lavorato per qualche tempo a Napoli ed ora ha aperto due ristoranti a New York. E’ la storia di un grande riscatto. Un altro aspetto fondamentale è il supporto di tipo psicologico che deve essere dato a questi ragazzi ed è un tema di cui bisogna cercare di parlare”.
Qual è l’aspetto di questa serie di successo che ti piace di più?
“Sono fiera di far parte di “Mare Fuori” perché racconta un luogo come quello del carcere che spesso viene dimenticato, che non implica solo la detenzione nel senso di scontare la pena ma, soprattutto il minorile, può favorire anche una trasformazione del detenuto”.
di Francesca Monti
credit posato copertina ©Assunta Servello
Grazie a Nicoletta Strazzeri e Pamela Menichelli