Intervista con Omar Visintin, vincitore di un bronzo e un argento nello snowboardcross ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022: “E’ stato bello regalare un sorriso a tanta gente”

“Sono due medaglie completamente diverse sia per come le ho vissute sia dal punto di vista emotivo”. Ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022 un grandissimo Omar Visintin ha regalato gioie ed emozioni all’Italia nello snowboardcross, conquistando uno storico bronzo nella gara maschile, chiudendo la big final disputata allo Zhangjiakou Genting Snow Park dietro all’austriaco Alessandro Haemmerle e al canadese Eliot Grondin, e un argento nella prova a squadre miste insieme a Michela Moioli.

In questa intervista che ci ha gentilmente concesso abbiamo parlato con Omar Visintin delle sensazioni provate a Pechino, dei prossimi obiettivi, dei passatempi preferiti ma anche del sogno di vincere l’oro a cinque cerchi, magari davanti al pubblico di casa alle Olimpiadi di Milano Cortina 2026.

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credit foto copertina Martin Geier

Omar, ai Giochi Olimpici Invernali di Pechino 2022 ha vinto due splendide medaglie nello snowboardcross, un bronzo individuale e un argento insieme a Michela Moioli nella gara a squadre mista. Ci racconta le emozioni che ha vissuto?

“Sono due medaglie completamente diverse sia per come le ho vissute sia dal punto di vista emotivo. La prima, il bronzo, è quella che aspettavo da tantissimo tempo. A Sochi 2014 sono arrivato come uno dei favoriti ma non è andata bene e a Pyeongchang 2018 avevo fatto un tempo super in qualifica e sono stato sfortunato, quindi ci speravo tanto pur sapendo che essere in forma non è una garanzia di vittoria. Quando ho iniziato da bambino a fare snowboard sognavo di partecipare alle Olimpiadi, poi diventando un atleta professionista, anche grazie al Centro Sportivo Esercito, ho realizzato quel sogno e ho cominciato a pensare di poter arrivare ad una medaglia. Vincere il bronzo olimpico è stato come togliermi un peso. La seconda, l’argento, è quella che ho conquistato divertendomi tantissimo con Michela Moioli, una compagna che stimo molto, in una gara a squadre miste, una novità per le Olimpiadi”.

A chi dedica queste medaglie?

“Il bronzo è dedicato a me per i tanti sacrifici che ho fatto, mentre l’argento è un successo condiviso con il team e rappresenta la felicità di vincere insieme”.

Quanto è stata complessa la preparazione ai Giochi, tenendo conto della pandemia ma anche dell’infortunio e della conseguente operazione al gomito che ha affrontato poche settimane prima della partenza per Pechino?

“Quando ho un obiettivo, quando sto preparando una gara mi focalizzo su quello, quindi l’infortunio avvenuto il 10 dicembre, due mesi prima dei Giochi è stato per un attimo uno shock, ma dopo che i medici mi hanno detto che sarei tornato in forma per poter gareggiare ho pensato subito a rimettermi in sesto. Ho fatto un mese di pausa, completamente fermo, perché la priorità erano il recupero del braccio e del gomito. Sono arrivato ai Giochi consapevole che il lavoro fatto non era andato perso. Anche la situazione covid è stata più difficile da affrontare prima della partenza, perché c’era il timore di risultare positivo e non poter andare a Pechino, per cui ho dovuto tenere le distanze da tutti, mi sono isolato, non sono neanche più andato a fare allenamenti in palestra e la mia fidanzata con cui convivo è andata a vivere per qualche giorno a casa della mamma per non correre rischi. Una volta arrivato in Cina siamo stati testati tutti i giorni e mi sentivo tranquillo. L’obiettivo primario era stare bene e gareggiare”.

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credit foto copertina Martin Geier

Qual è il ricordo che porterà nel cuore di questi Giochi?

“Le medaglie sicuramente sono il ricordo che porto nel cuore. Quello che mi è piaciuto molto è anche il ritorno a casa, vedere la gioia sui volti della mia famiglia, degli amici, delle persone che hanno tifato per me. E’ stato bello regalare un sorriso a tanta gente”.

Quali sono i prossimi obiettivi?

“Gli obiettivi principali sono stati raggiunti, ora abbiamo ancora due gare, tra due settimane in Austria e tra venti giorni in Svizzera. A causa dell’infortunio ho saltato delle tappe e non sarò in lizza per la vittoria della Coppa del Mondo, quindi cercherò di divertirmi il più possibile”.

Come si è avvicinato allo snowboard?

“Ho sempre amato lo sport in generale e ogni volta che ne sceglievo uno volevo migliorare ad ogni costo. Ho provato lo snowboard quando avevo 6-7 anni e mi è piaciuto subito, non so perché ma c’era un feeling speciale. Da quel momento ho iniziato a praticarlo e passo dopo passo sono riuscito ad arrivare a questi risultati”.

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credit foto copertina Martin Geier

Cosa manca per far sì che lo snowboard possa crescere ancora di più in Italia?

“Lo snowboard è considerato purtroppo uno sport minore e a livello mediatico non ha la visibilità di altre discipline. I risultati ottenuti, dalle prime vittorie in Coppa del Mondo a quelle mondiali, dall’oro olimpico di Michela Moioli nel 2018 alle mie due medaglie di Pechino 2022 sono però il modo migliore per far sì che la gente ci veda e ci segua”.

Nel 2026, tra quattro anni, ci saranno i Giochi di Milano Cortina che saranno una vetrina eccezionale per lo sport e per l’Italia…

“Con le Olimpiadi in casa avremo gli occhi ancora più puntati addosso e daremo il massimo per raggiungere risultati importanti”.

Qual è la vittoria che le ha regalato più soddisfazioni?

“La mia prima vittoria in Coppa del Mondo che è stata anche il primo e inaspettato podio, nel 2012 a Montafon, in Austria. E’ stato il momento in cui ho capito che il mio sogno poteva realizzarsi”.

Quante ore si allena settimanalmente?

“Gli allenamenti variano a seconda dei periodi dell’anno. E’ comunque un lavoro a tempo pieno, con molti straordinari, perché più ore fai e più chance hai di ottenere risultati. Invecchiando devo stare anche attento a non lavorare troppo, a dare importanza ai periodi di recupero e pausa”.

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Omar Visintin con la sua fidanzata Natalie e Baku

Su Instagram ha postato alcune foto in cui si allena con un compagno speciale, il suo bellissimo cane Baku…

“Lo abbiamo preso quasi un anno fa. Da sempre desideravo avere un compagno che mi seguisse quando vado a fare gli allenamenti, quando esco in bici o faccio delle passeggiate in montagna. Baku è un diavoletto ma sono affezionato tanto a lui ed è bellissimo trovarlo ad aspettarmi e vederlo scodinzolare felice quando torno a casa”.

Quando non è impegnato con le gare quali sono i suoi passatempi preferiti?

“Mi piace tanto lo sport, quindi pratico surf, arrampicata, mountain bike, cerco il più possibile di inserire queste discipline nel mio allenamento quotidiano, stando attento a non esagerare”.

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Omar Visintin durante un’arrampicata

Che rapporto ha con il suo paese d’origine, Lagundo?

“E’ il paese in cui sono nato e in cui abito, fino a cinque anni fa con i miei genitori e ora con la mia fidanzata. L’alto Adige è bellissimo, come l’Italia in generale. Sono molto legato e affezionato a Lagundo, qui ho i miei amici ed è il posto dove torno per rilassarmi tra una gara e l’altra”.

Anche il mondo dello sport in questi giorni ha mostrato la sua vicinanza all’Ucraina e alla sua popolazione che sta vivendo il dramma della guerra. Qual è il suo pensiero a riguardo?

“Quello che sta succedendo in Ucraina è davvero bruttissimo e lascia senza parole. La guerra non deve esistere. Vedere la sofferenza e il dramma che stanno vivendo tanti bambini, donne, uomini, ti fa capire quali sono le vere priorità nella vita”.

Un sogno nel cassetto…

“Sicuramente voglio continuare ad essere uno dei migliori atleti nel mio sport, vorrei godermi quanto ottenuto, finire la stagione e guardare avanti, riprendendo poi gli allenamenti in vista dei Giochi del 2026. Ho vinto bronzo e argento olimpico e manca una medaglia…. Sarebbe bello completare l’opera davanti al pubblico di casa”.

di Francesca Monti

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Grazie a Georg Pircher – JUNG & C gmbh

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