GIORNO DELLA MEMORIA – Intervista con il Presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach: “Ognuno di noi può fare qualcosa per costruire la società del futuro”

C’è un tesoro prezioso custodito nel cuore di Milano, nella zona sottostante il piano dei binari della Stazione Centrale, che deve essere visitato in quanto è il solo ad essere rimasto intatto in Europa, rende omaggio alle vittime della Shoah e rappresenta un contesto vivo e dialettico in cui rielaborare attivamente quella immane tragedia.

Un luogo di commemorazione, ma anche uno spazio per costruire il futuro e favorire la convivenza civile. Si tratta del Memoriale della Shoah, che sorge nell’area che originariamente era adibita alla movimentazione dei vagoni postali, e in cui tra il 1943 e il 1945 migliaia di ebrei e oppositori politici furono caricati su vagoni merci, trasportati al sovrastante piano dei binari, posizionati alla banchina di partenza e agganciati ai convogli diretti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento, o ai campi italiani di raccolta come quelli di Fossoli e Bolzano.

Il 6 dicembre 1943 partì il primo convoglio di prigionieri ebrei, il 30 gennaio 1944 il secondo, entrambi diretti ad Auschwitz-Birkenau. Soltanto 27 delle 774 persone deportate in quei due convogli sopravvisse. Tra di loro c’è la Senatrice a vita Liliana Segre, allora tredicenne.

In questa intervista che ci ha gentilmente concesso il Presidente del Memoriale della Shoah di Milano Dottor Roberto Jarach ci ha parlato delle iniziative per il Giorno della Memoria,  dell’importanza di mantenere vivo il ricordo attraverso le testimonianze di chi ha vissuto l’orrore della Shoah ma anche di quanto sia fondamentale la conoscenza di ciò che è accaduto affinché non vengano ripetuti gli errori del passato.

credit foto Memoriale della Shoah

Presidente, quanto è importante oggi mantenere viva la Memoria, non solo il 27 gennaio ma tutto l’anno?

“E’ fondamentale. Da anni sostengo che il Giorno della Memoria non debba essere una data specifica ma il coronamento di un percorso che deve prolungarsi per tutto l’anno. In particolare quando penso al nostro obiettivo principale, cioè rivolgerci agli studenti, ritengo che l’anno scolastico debba essere permeato da un approfondimento che culmina nel Giorno della Memoria. La visita al Memoriale della Shoah può contribuire alla formazione anche con sensazioni dirette, perchè un conto è conoscere, studiare, un altro è l’aspetto psicologico di quello che si può percepire e costruire direttamente nella propria sensibilità”.

Tra le iniziative per il Giorno della Memoria 2023 ci sono state anche due giornate con visite gratuite al Memoriale della Shoah…

“Abbiamo ripensato e riconsiderato, essendo finito il periodo di emergenza legato alla pandemia, l’opportunità e lo scopo che potevano raggiungere queste due giornate che ricordano quelle che abbiamo fatto fino al 2019. Abbiamo superato la previsione di afflusso e riempito tutti gli slot determinati, formati da un gruppo di cinquanta persone con ingresso ogni quindici minuti, quindi siamo molto soddisfatti. Credo che creare questa possibilità con visite gratuite possa essere un incentivo in più per invogliare la gente a visitare il Memoriale della Shoah”.

La Senatrice a vita Liliana Segre e il sindaco Beppe Sala davanti al tram della Memoria – credit foto Comune di Milano

E’ stato finalmente realizzato anche il tram della Memoria, fortemente voluto dalla Senatrice a vita Liliana Segre che, insieme a Fabio Fazio, condurrà gli spettatori in un viaggio al Memoriale della Shoah per un evento televisivo esclusivo, “Binario 21”, in diretta venerdì 27 gennaio alle 20.35 su Rai 1….

“Siamo molto soddisfatti della risposta che il sindaco di Milano Giuseppe Sala e la televisione, soprattutto la Rai, hanno dato a quella che era l’insistente richiesta da anni da parte della Senatrice a vita Liliana Segre di rendere visibile il Memoriale della Shoah spiegandone le funzioni, i contenuti e dicendo dove è situato. Infatti il nome Piazza Edmond Jacob Safra è recente, lo abbiamo dato nel 2013 quando è stata fatta l’inaugurazione ufficiale. Avere l’immagine del Memoriale della Shoah sul tram della linea 9 per quindici giorni richiama l’attenzione della cittadinanza su qualcosa che non conosce e magari fa nascere il desiderio di visitarlo.

Il secondo grande aiuto che i media ci danno è quello di toccare l’argomento ogni volta che ci sono delle motivazioni, delle attività che vale la pena mettere in risalto, ma soprattutto collegandole al fatto che esiste il Memoriale della Shoah, che ha un suo valore di contenuto e di storia e che vale la pena conoscerlo. La trasmissione di Fabio Fazio ha degli indici di ascolto molto alti e sappiamo quale sia la valenza e la potenza della televisione”.

Durante la presentazione delle iniziative milanesi per il Giorno della Memoria la Senatrice a vita Liliana Segre ha detto: “La gente è stufa di sentire parlare degli ebrei. Tra un po’ sui libri di storia sulla Shoah ci sarà solo una riga”. Cosa si può fare per scongiurare il pericolo dell’oblio?

“E’ chiaro che tutti noi che lavoriamo in questi settori, che ci adoperiamo affinché le testimonianze tengano vivo il ricordo e trasmettano i valori conseguenti, abbiamo il terrore di quello che succederà quando non ci saranno più i testimoni diretti e si passerà alle testimonianze indirette dei figli, dei nipoti e di chi ha avuto modo di venire a contatto con i sopravvissuti. In realtà credo che il lavoro fatto negli ultimi trenta anni, anche la stessa Liliana Segre ha iniziato negli anni Novanta a testimoniare dopo un lungo silenzio, abbia permesso di recuperare molto di quel periodo di gap, di dimenticanza, in quanto non supportato da testimonianze. Abbiamo già creato più di una generazione di potenziali testimoni che prenderanno il bastone della staffetta. Non sono pessimista perchè vedo che il lavoro nelle scuole, a cui ci rivolgiamo con maggiore attenzione e dedizione, porta i ragazzi a visitare il Memoriale in numeri sempre più elevati ma soprattutto con una preparazione di introduzione all’argomento più approfondita. Io purtroppo non ho il tempo per andare a contatto diretto con le scolaresche ma mi faccio raccontare dalle guide la loro sensazione e mi confermano che è cambiato completamente l’approccio, non è più la visita scolastica considerata scampagnata ma i giovani sanno cosa andranno a vedere e a sentire. Questo è forse il miglior antidoto che abbiamo alle preoccupazioni della Senatrice Segre che sono fondatissime ma che speriamo possano essere superate da questa trasmissione di valori che continuiamo a portare avanti”.

La Biblioteca del Memoriale della Shoah – credit foto Memoriale della Shoah

Il Muro dei nomi – credit foto Memoriale della Shoah

Può raccontarci brevemente, per chi ancora non lo conoscesse, quali sono le funzioni fondamentali del Memoriale della Shoah?

“La prima osservazione è che il Memoriale sostanzialmente ha due aree, una è quella che chiamo la parte monumentale, il percorso di visita che illustra come venivano trattati e gestiti i prigionieri che da San Vittore arrivavano alla Stazione Centrale, scaricati dai camion e caricati sui carri bestiame e piombati per il viaggio verso Auschwitz. Non c’è niente da vedere, è un Memoriale non un museo, non ha oggetti in esposizione ma messaggi da cogliere, da trasmettere e sensazioni da provare. L’altra parte è quella viva, formata dall’Auditorium da 200 posti dove si possono svolgere tutta una serie di attività, da quelle teatrali alle presentazioni dei libri alle conferenze, ai dibattiti. C’è la biblioteca che è gestita dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, che contiene oltre 32000 volumi e 1000 raccoglitori documentali con lettere, scritti, documenti. Questo patrimonio della conoscenza storica è preziosissimo per chi vuole dedicarsi alla ricerca. Ma è anche una biblioteca pubblica a tutti gli effetti e quindi è un punto di studio e di ritrovo. Da quando l’abbiamo inaugurata il 15 giugno 2022 abbiamo 50 ragazzi ogni giorno che vengono qui per studiare, per concentrarsi e per fare anche ricerche sulla Shoah.

credit foto Memoriale della Shoah

Nel Memoriale i capitoli sono le Stanze delle testimonianze. Sono dei cubi di acciaio con 20-22 posti a sedere dove vengono proiettati dei brevi filmati con le parole dei sopravvissuti o iniziative organizzate all’interno e all’esterno del Memoriale. Poi si passa sul primo binario dove ci sono i campioni dei vagoni che sono stati costruiti prima del 1935, e che erano in uso negli anni Quaranta, e hanno la funzione di far percepire la sensazione di cosa volesse dire viaggiare in ottanta persone su un carro bestiame di quella dimensione, che ha un’altezza ridotta. E’ il primo messaggio di sensibilità. Si passa poi sull’altro binario dove sono state inserite delle targhe con le scritte che riportano la data e la destinazione di ognuno dei venti convogli partiti da Milano e il muro dei nomi, cioè l’elenco in ordine alfabetico dei passeggeri dei primi due convogli. Abbiamo scelto quelli perchè sono gli unici due che sono stati caricati, chiusi e piombati in questo luogo e che sono andati direttamente ad Auschwitz dove sono stati riaperti, perchè il sistema di deportazione prevedeva un passaggio da Fossoli prima e da Bolzano poi in cui venivano rimischiati gli equipaggi, essendo i punti di raccolta da dove provenivano persone da tutta Italia. Gli elenchi quindi non sono così precisi come quelli dei primi due convogli, che riportano l’uscita da San Vittore e il carico alla stazione. Alla fine c’è un luogo di riflessione, dove gli insegnanti e le guide svolgono le ultime considerazioni, con i ragazzi e i visitatori seduti lungo il perimetro di questo tronco di cono che possono concentrarsi e rielaborare quanto visto nel percorso”.

credit foto Memoriale della Shoah

All’ingresso del Memoriale della Shoah c’è la scritta gigante INDIFFERENZA, oggi vediamo che in Italia e non solo esistono purtroppo ancora dei pregiudizi verso l'”altro” e che il messaggio del non ripetere gli errori del passato non viene sempre colto e portato avanti. Cosa manca ancora per superare i preconcetti e anche l’indifferenza?

“L’origine del pregiudizio è la non conoscenza, l’ignoranza, e quello che dobbiamo continuare a fare, senza stancarci, è creare dei momenti di spiegazione, di educazione, di formazione. Se si conosce la storia prima o poi in certe situazioni si riuscirà a far sì che non vengano ripetuti gli errori del passato. E’ quello che ci siamo posti come compito e che facciamo quotidianamente con le scolaresche e con i visitatori. Attraverso il monito iniziale con questa parola, Indifferenza, all’ingresso scritta a caratteri cubitali, diamo proprio il primo impatto ad un percorso che spiega come si può reagire e come attraverso l’approfondimento si può capire che il diverso, l’altro, non è il mio nemico ma è qualcuno che comunque, a qualunque titolo, porta dei valori che è compito del singolo valorizzare, tenere presenti e cercare di diffondere, perchè ognuno di noi può fare qualcosa per costruire la società del futuro. Questo è il messaggio che diamo ed è quello che molti ragazzi cominciano a capire. Prima lo facevano ascoltando Liliana Segre in prima persona, ora venendo al Memoriale della Shoah o sentendo altri tipi di testimonianze”.

di Francesca Monti

Un ringraziamento speciale alla Dottoressa Talia Bidussa

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