Alessio Pizzech presenta la sua regia de “Le ferite del vento”, da un testo di Juan Carlos Rubio al Teatro Comunale di Fauglia

Sabato 25 febbraio al Teatro Comunale di Fauglia debutta la nuova produzione de Le ferite del vento, primo adattamento teatrale dell’omonimo testo di Juan Carlos Rubio per la regia di Alessio Pizzech. In scena Cochi Ponzoni e Matteo Taranto, sullo sfondo delle scene di Alessandro Chiti, con i costumi Carla Ricotti, su musiche Paolo Coletta, con le Luci Michele Lavagna. La produzione è del Teatro Civico La Spezia e della Società per Attori.

La tournée nazionale dello spettacolo proseguirà toccando il 26  febbraio il Teatro dei Concordi di Campiglia marittima, il 2 marzo il Teatro Masini di Faenza, il 3 marzo il Nuovo Teatro Comunale di Gradisca d’Isonzo, il 4 e 5 marzo il Teatro Comunale di Cervia, il 7 marzo il Teatro Nestor di Frosinone, dal 16 al 19 marzo la Sala Umberto di Roma, dal 22 al 26 marzo il Teatro sociale di Brescia, il 28 marzo il Teatro Carlo Rossi di Casalpusterlengo, il 29 marzo il Teatro G. B. Pergolesi di Jesi, il 19 aprile il Teatro Persiani di Recanati, dal 20 al 23 aprile il Teatro sperimentale di Pesaro.

Pizzech, che è recentissimamente stato insignito del Premio Kaleidos Patti 2023 “Per la genialità con la quale osa mettere in scena gli stati d’animo trasformandoli in spettacolo”, recita la motivazione, racconta: «Il giovane Davide, alla morte di suo padre Raffaele, si trova a rimettere ordine fra le cose lasciate dall’uomo e a fare i conti e ad imparare ad amare una creatura che per certi versi gli pare adesso quasi sconosciuta. Uno scrigno attira la sua attenzione, chiuso in modo serratissimo; Davide prende a martellate quella serratura per la quale pare non esserci chiave ed ecco che tira fuori pacchi di lettere ingiallite. I “perché” di quelle trenta, quaranta lettere affiora alla mente, e la lettura di esse diventa la rivelazione di un amore segreto e passionale di Giovanni verso suo padre… un amore forse corrisposto? Juan Carlos Rubio ci porta nel labirinto di un amore appassionato e senza limiti di spazio e tempo ma mai realmente vissuto. Un testo che parla di uomini, di un maschile che si denuda, getta le maschere imposte dalla società e si rivela allo spettatore cercando in esso un complice in un’intensità dialogica carica di un racconto fatto di emozioni che ci narrano della bellezza, dello stupore quando usciamo dagli stereotipi e rimettiamo in gioco il termine “figlio”, “padre”, “amante”».

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