IL COMMISSARIO RICCIARDI 2 – Intervista con Maria Vera Ratti: “Enrica ha sofferto per amore ed ora è più decisa e coraggiosa”

“E’ uno di quei personaggi con cui condivido il punto di vista”. Maria Vera Ratti è tra i protagonisti della seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi”, in onda su Rai 1, con la regia di Gianpaolo Tescari, tratta dai romanzi di Maurizio de Giovanni, coprodotta da Rai Fiction, Clemart e Rai Com.

Attrice raffinata, versatile e talentuosa, nella serie dà il volto a Enrica Colombo, una giovane maestra, amorevole e timida. Da tempo con Luigi Alfredo Ricciardi si guardano dalle finestre ma non hanno trovato il coraggio di dirsi ciò che provano. Lei aspetta un primo passo da parte del commissario, nonostante le insistenze di sua madre che vorrebbe farle accettare la corte del Maggiore tedesco Manfred von Brauchitsch.
Enrica ha un rapporto speciale con il padre, che ha intuito il suo sentimento verso Ricciardi e la spinge a dare più ascolto a ciò che le sussurra il cuore.

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credit foto Giusva Cennamo

Maria Vera, nella seconda stagione de “Il Commissario Ricciardi” sei tornata a vestire i panni di Enrica, che ha avuto una importante evoluzione nel corso delle puntate. Quali nuovi lati emergeranno?

“Mentre nella prima stagione Enrica era un po’ passiva rispetto a quello che accadeva, restando in attesa e avendo fiducia, nella seconda cerca, a volte maldestramente, di prendere in mano la sua vita. Si trova così ad affrontare una vera e propria crisi, perchè non sa quali siano i reali motivi e problemi che impediscono al Commissario Ricciardi di farsi avanti, quindi teme che l’abbia presa in giro. Da un lato avverte di essere corrisposta nei suoi sentimenti, ma al contempo è spaesata perché non accade nulla. E’ sicuramente più attiva e coraggiosa, ha sofferto per amore e questo l’ha resa anche un po’ più decisa oltre che determinata”.

Nella seconda puntata c’è stata una sorta di dichiarazione d’amore da parte di Ricciardi…

“Entrambi sono simili, sono molto riservati, anche pudici, poi però quando non ce la fanno più esplodono in maniera maldestra, goffa. Ricciardi finalmente ha fatto questa dichiarazione ad Enrica e ha praticamente detto che la ama. Lei non si aspettava questo gesto ed è stato molto bello. Ci sarà comunque da penare…”.

Hai trovati dei punti di contatto con lei?

“Certamente. Quest’anno il lavoro è stato anche più semplice. Avevo già preparato Enrica per la prima stagione, c’è stata una crescita allineata alla mia e non ho dovuto cercarla più di tanto, era tutto abbastanza chiaro rispetto alle sue reazioni, alle sue scelte. E’ uno di quei personaggi con cui condivido il punto di vista”.

2022,  Raifiction, Il commissario Ricciardi seconda stagione

La serie è ambientata nella Napoli degli anni trenta. Cosa ti ha affascinato di più di quell’epoca?

“Una delle cose più belle che racconta Maurizio De Giovanni è questo senso di gratuita comunità presente all’epoca. Per esempio Enrica è una maestra e fa lezione gratis al bambino del palazzo, come c’è scritto nei libri. Il rapporto con la famiglia Maione, con Nelide, con Rosa, fanno capire che si faceva vita di quartiere ed era una Napoli molto ospitale. I figli erano figli di tutti, ci si sosteneva a vicenda, c’era un aiuto reciproco. Come dice De Giovanni la Napoli degli anni Trenta era una città che si preparava a perdere la propria ingenuità, quindi era ancora accogliente seppur contraddittoria”.

Ci racconti qualche aneddoto accaduto sul set?

“Ci siamo molto divertiti a girare questa stagione. Posso raccontarti ad esempio che facevamo tante cene insieme. Taranto vecchia è molto carina, c’è questo caffè letterario dove si suona dal vivo, io uscivo magari la sera per andare a fare la spesa, trovavo al bar tutta la troupe e mi sedevo con loro. Di solito sui set gli attori più grandi di età o affermati non si mischiano molto con i giovani. Invece in questo caso stavamo tutti insieme, sia il cast che i vari reparti, ed è stato bellissimo”.

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credit foto Giusva Cennamo

Hai recitato nella serie Netflix “La vita bugiarda degli adulti” di Edoardo De Angelis, dove hai interpretato Giuliana. Che esperienza è stata?

“Meravigliosa. Era il mio sogno lavorare con Edoardo De Angelis ed è il secondo progetto che abbiamo fatto insieme dopo “Sabato, domenica e lunedì”. E’ stato un piacere essere diretta da lui, mi sono trovata benissimo con la squadra e abbiamo avuto molto tempo a disposizione per lavorare sul personaggio e quindi ho avuto la possibilità di essere più precisa. Conoscevo le mie scene a memoria, in ogni momento sapevo dove stavo andando e cosa provava Giuliana e anche istintivamente mi venivano dei pensieri, dei sentimenti che non sono minimamente tecnici o comandati perchè ho avuto modo di stratificare e approfondire, ed è stato un privilegio. Mentre Enrica sembra timida, fragile, ma in realtà ha una grande consapevolezza di sé perchè è molto equilibrata, Giuliana è una persona disequilibrata, con alle spalle una storia famigliare travagliata e un dolore molto forte, prova un senso di inadeguatezza e questo la porta a snaturarsi e quindi a soffrire”.

Ti piacerebbe in futuro fare anche teatro?

“Ho fatto alcuni spettacoli che potremmo definire amatoriali quando ero all’università in Olanda e una sostituzione in Italia ed è stato bello, emozionante e terrificante allo stesso tempo. Rispetto al cinema e alla tv fare teatro è come scalare una montagna, è più faticoso ma poi la vista è incredibile e quello che puoi imparare è qualcosa che ti porti dentro per sempre. Mi piacerebbe moltissimo fare del bel teatro e incontrare un maestro”.

In quali progetti ti vedremo prossimamente?

“Uscirà nei prossimi mesi un film horror, che dovrebbe andare anche al Fantastic Fest, in cui interpreto la protagonista e recito con attori pazzeschi”.

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credit Roberta Krasnig

Nella pagina a te dedicata sul sito dell’agenzia Volver c’è riportata una frase di Maya Angelou: “I love to see a young girl go out and grab the world by the lapels. Life is a bitch. You’ve got to go out and kick ass”. Cosa ti lega a questa grande scrittrice e poetessa, paladina della difesa dei diritti delle donne e degli afroamericani?

“La fidanzata di mio cugino che è americana mi ha regalato il libro di Maya Angelou “I Know Why the Caged Bird Sings” e mi è piaciuto molto. Quando l’agenzia Volver mi ha chiesto di scegliere una frase da pubblicare sulla mia pagina ho pensato a questa scrittrice. Quando mi appassiono a un libro, come accade per le canzoni, mi innamoro un po’ anche dell’universo mentale dell’autore. All’inizio ero indecisa tra “I love to see a young girl go out and grab the world by the lapels. Life is a bitch. You’ve got to go out and kick ass” e “Non c’è agonia più grande che portare dentro di te una storia non raccontata”, poi ho scelto la prima perchè era più pop. E’ un’autrice che stimo, che mi ha aperto gli occhi verso mondi che non conoscevo, legati agli Stati Uniti, alla comunità afroamericana e ho voluto farle un tributo. Ero anche in un momento della vita in cui stavo cominciando a trovare la mia strada, a costruire il mio percorso e mi emozionava moltissimo vedere altre ragazze della mia età che stavano vivendo le mie stesse sensazioni. Quella frase mi metteva di buonumore e mi dava forza”.

Che libro stai leggendo in questo momento?

“Ho appena terminato “Finding me” di Viola Davis e lo consiglio a chiunque. E’ scritto con eloquenza e sincerità, è bellissimo, e leggerlo fa bene a qualsiasi essere umano, se sei un attore ancora di più”.

A livello musicale invece quali sono i tuoi ascolti?

“Sono molto eclettica con le mie playlist e anche poco snob, se c’è una cosa che mi tocca, mi commuove, mi aiuta ad entrare nel mondo di quel personaggio che devo interpretare la ascolto. Il mio gruppo preferito fin da piccola sono gli Okkervil River, ho usato delle loro canzoni anche per Giuliana, che ha un repertorio prevalentemente napoletano. Mi piacciono i 24 Grana, gli Avion Travel con il grandissimo Peppe Servillo, ma anche Enzo Avitabile, Gigi D’Alessio, i neomelodici, i rapper, dai Co’Sang ai ragazzini che magari non hanno una cultura musicale ma dicono quelle due parole che arrivano al cuore. Come i film secondo me anche le canzoni non devono essere perfette ma devono trasmettere emozioni”.

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Per preparare Enrica qual è stata la playlist che hai ascoltato?

“Ne ha avute tantissime. La mia migliore amica Giordana che lavora spesso a teatro con un regista che usa le musiche di Arturo Annecchino, un bravissimo compositore, mi ha passato questi brani perché pensava che potessero aiutarmi per preparare Enrica. E così è stato. Poi ho ascoltato la musica degli anni venti, anche una canzone russa che si chiama Serdtse, che significa cuore, oltre ai brani della tradizione napoletana che mi cantava papà in macchina quando ero piccola”.

di Francesca Monti

Ritratto credit Roberta Krasnig
Grazie a Sara Castelli Gattinara – Other Srl

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