“Il film è ambientato negli anni ’80 ma credo che siamo tutt’oggi distanti da quella che dovrebbe essere la realtà, in cui ognuno deve avere la libertà di amare chi vuole”. Manuel Bono è nel cast di “Stranizza D’Amuri”, opera prima di Giuseppe Fiorello, dal 23 marzo al cinema.
Nel film il giovanissimo attore interpreta Sucabenzina, uno dei bulli del paese. La storia è ambientata nel giugno 1982, in una calda Sicilia che freme per la Nazionale Italiana ai Mondiali di calcio, due adolescenti, Gianni e Nino, si scontrano con i rispettivi motorini lungo una strada di campagna. Dallo scontro nasce una profonda amicizia, ma anche qualcosa di più, qualcosa che non viene visto di buon occhio dalle famiglie e dai ragazzi del paese. Coraggiosi e affamati di vita, Gianni e Nino non si curano dei pregiudizi, delle dicerie e vivono liberamente. Una libertà che gli altri non comprendono e non sono disposti ad accettare…
Dopo aver frequentato i Laboratori teatrali con “Maxuel Ass. Culturale”, tra il 2016 e il 2017 Manuel Bono è stato protagonista nelle commedie “Destini Incrociati” al Teatro Savio Palermo, “Amici senza tempo” al teatro Al Convento di Palermo, di “Ricchi per sempre” al Teatro Sant’Eugenio di Palermo e di “Aggiungi un posto a tavola” al Teatro Finocchiaro di Palermo. Come attore e ballerino ha preso parte allo spettacolo “Tutti giù dal Web” di e con I Sansoni al Teatro di Verdura di Palermo.
Nel 2020 nella serie Rai “Makari” Manuel Bono ha dato vita in una scena al protagonista Saverio Lamanna, interpretato da Claudio Gioè, da bambino. Nel 2021 ha interpretato Fabio Vincenzo Li Muli nel cortometraggio “Paolo e i suoi Angeli” di Giulia Galati, dedicato al giudice Borsellino e alla sua scorta, la cui versione teatrale “Gli Angeli di Paolo… 80 anni del Giudice Paolo Borsellino” lo aveva già visto protagonista sul palcoscenico del Real Teatro Santa Cecilia Palermo.
Come ballerino, Manuel Bono si è formato alla Scuola “Dancer Broadway” diretta dal Maestro Renato Tumminia, alla Scuola “Balletto di Palermo” della Maestra Clara Congera e alla “Energy Dance” del Maestro Enzo Paolo Turchi.
Come artista musicale ha scelto lo pseudonimo di Manuboh e ha scritto e pubblicato due singoli: “Sguardi” (distribuzione Altafonte) e “Big Dream” (Southside Records, produzione Berkelio, distribuzione Altafonte).

Manuel, in “Stranizza D’Amuri” interpreti Sucabenzina, cosa puoi raccontarci a riguardo?
“E’ molto distante dalla mia persona ed è stata una bella esperienza prepararlo. E’ un ragazzo fuori dalle regole, infatti Sucabenzina significa colui che succhia la benzina per rubarla ai motorini perchè all’epoca si soleva saccheggiarla e metterla nelle taniche. E’ un personaggio cattivo però è molto particolare, è uno dei bulletti del paese, dei picciotti del bar, il cui scopo durante le giornate è guardare la tv e infastidire i due protagonisti”.
Il film è dedicato a Giorgio e Antonio, due giovani uccisi a Giarre (Ct) nel 1980 solo perchè si amavano. Sono passati oltre quaranta anni da quell’efferato delitto ma purtroppo i pregiudizi sono ancora presenti nella nostra società…
“Il film è ambientato negli anni ’80 ma credo che siamo tutt’oggi distanti da quella che dovrebbe essere la realtà, in cui ognuno deve avere la libertà di amare chi vuole. Ho un’incomprensione totale, non trovo il senso verso chi odia una persona solo perchè ne ama un’altra. Interpretare questo ruolo non è stato facile, però anche grazie ai consigli di Beppe, a come ha gestito la regia, mi ha facilitato il lavoro”.
Qual è il consiglio più importante che ti ha dato Giuseppe Fiorello e com’è stato essere diretto da lui?
“E’ stato bello, coinvolgente e divertente lavorare con lui. Durante il set sono stato ripreso più volte per il dialetto (sorride). Io sono di origine palermitana ma Beppe ci ha detto che dovevamo parlare un linguaggio più asettico in modo che potesse essere compreso da tutti. E quando c’erano delle scene in cui usciva maggiormente la cadenza palermitana mi hanno “minacciato” di non farmele girare e darle a qualcun altro (ride). Mi svegliavo presto per andare a lavorare ma non mi pesava, anzi mi divertivo, anche se è stato stancante perché abbiamo girato dopo l’uragano che ha colpito la Sicilia, le temperature erano basse e indossavamo abiti estivi, ma il calore è arrivato dalla famiglia sul set”.
Il titolo del film è un omaggio al celebre brano del Maestro Franco Battiato “Stranizza d’amuri”. Le sue canzoni fanno parte dei tuoi ascolti?
“Devo ammettere che non ascolto molto le canzoni di Franco Battiato, ma credo sia necessario che ogni persona le conosca perché sono alla base della cultura musicale”.
Dopo la pubblicazione dei singoli “Sguardi” e “Big dream” quali sono i prossimi progetti musicali?
“Uscirà tra poco il mio nuovo singolo dal titolo “La notte cala”, mentre per un disco penso sia ancora presto”.
Sei anche un ballerino, come nasce la tua passione per la danza?
“La mia passione per il ballo è nata a tre anni, quando morì Michael Jackson e nella mia famiglia ci fu un vero e proprio lutto, essendo il re del pop. Così iniziai ad interessarmi a questo grande personaggio e davanti al camino di casa, che è in vetro e faceva riflesso, riuscivo a vedere i miei passi e lo imitavo. Da quel momento ho cominciato a ballare, poi a fare delle esibizioni per gioco e piano piano ho avuto l’opportunità di danzare con Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo nella loro Accademia a Palermo e fare tante esperienze che non scorderò mai”.
Hai preso parte al cortometraggio “Paolo e i suoi angeli”, dedicati al giudice Borsellino e alla sua scorta. Che ricordo conservi?
“Quando ho saputo di questo progetto, nato come un’esibizione teatrale in occasione del compleanno di Paolo Borsellino e poi diventato un cortometraggio, ho subito detto di sì. Paolo e Giovanni Falcone sono due angeli e bisogna conoscere la loro storia. Nel film vengono ricordati anche gli agenti della scorta che spesso non vengono menzionati. Io interpreto Vincenzo Li Muli, uno dei cinque ragazzi che hanno perso la vita nell’attentato di Via D’Amelio. E’ stato emozionante partecipare e rivedere il corto, ma soprattutto quando abbiamo portato in scena la prima volta a teatro lo spettacolo, davanti a tante persone, ai famigliari delle vittime di mafia, vederli in piedi ad applaudire mi ha commosso molto, e ripensandoci mi trema ancora la voce”.
di Francesca Monti
Grazie a Patrizia Simonetti