“La sua riservatezza in qualche modo mi è abbastanza affine, nel senso che non si concede a tutti con grande semplicità ma nel momento in cui apre la porta della sua anima a Manuela lo fa in maniera sincera”. Marco Rossetti è tra i protagonisti della settima stagione di “Un Passo dal cielo”, con la regia di Enrico Ianniello e Laszlo Barbo, prodotta da Lux Vide, in collaborazione con Rai Fiction, in onda da giovedì 30 marzo su Rai 1.
Il talentuoso e affascinante attore, che il pubblico ha potuto apprezzare recentemente in “Doc – Nelle tue mani 2” nel ruolo di Damiano e in “Black Out – Vite sospese” nei panni di Marco, nella serie girata in Veneto, dà il volto a Nathan, “l’uomo degli orsi”, così soprannominato perché da bambino è stato ritrovato nella foresta, solo. Si dice sia stata un’orsa a prendersi cura di lui e a crescerlo. Adottato da due antropologi, i genitori di Adele, una volta compiuti 18 anni è tornato a vivere nella natura selvaggia, dove abita da più di quindici anni, in compagnia della sua orsa in una casa isolata che domina la valle, con lo stretto necessario per sopravvivere e cacciare. Si è rifugiato nel bosco dopo essere stato denunciato per aggressione da Luciano Paron (Giorgio Marchesi), un tempo fidanzato della sorella Adele. Ma ora la foresta è in pericolo proprio a causa di Paron, che la sta inquinando con sversamenti illegali. Pur di fermarlo, sarà disposto ad accettare anche l’aiuto di Manuela (Giusy Buscemi).
In questa piacevole chiacchierata Marco Rossetti ci ha parlato della preparazione che ha fatto per interpretare Nathan, dei punti di contatto che ha trovato con il suo personaggio ma anche di musica e del suo nuovo singolo “Tra i rami (Di Roma)”.
Marco Rossetti in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
Marco, in “Un Passo dal cielo 7” interpreti Nathan. Cosa puoi raccontarci a riguardo?
“Nathan è l’uomo degli orsi. Nella serie lo vediamo a cinque anni, non si sa chi lo abbia cresciuto e come abbia fatto a sopravvivere nel bosco, è stato poi affidato ad una famiglia e intorno ai 18 anni è avvenuto l’episodio scatenante l’arco narrativo della sua storia che lo porterà a tornare nella natura e rinnegare definitivamente la civiltà e gli esseri umani”.
Come ti sei preparato per interpretarlo? Già dalle immagini della prima puntata c’è molta azione…
“Nathan è un po’ il divo della parte action della serie. Grazie alla Lux Vide ho potuto fare una preparazione molto specifica, con un mese di addestramento insieme agli stuntman della scuola di Novelli. Inoltre mi hanno affiancato un preparatore atletico per mettere della massa muscolare, per rendere più robusto il personaggio che è cresciuto, si nutre nella foresta, va a caccia con l’arco e le frecce. E’ stato bello, stimolante e al contempo faticoso interpretarlo, ma sono sfide che accetto volentieri. Avendo un passato da sportivo è stato un invito a nozze”.
Marco Rossetti in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
Qual è il tratto del tuo personaggio che ti è piaciuto maggiormente interpretare?
“La sua riservatezza in qualche modo mi è abbastanza affine, nel senso che non si concede a tutti con grande semplicità ma nel momento in cui Nathan apre la porta della sua anima a Manuela lo fa in maniera sincera. Questo mi piace e mi appartiene”.
Nathan incarna anche la solitudine avendo difficoltà a relazionarsi con gli altri…
“Sono sempre molto affascinato dai personaggi che fanno della solitudine la loro forza. Andare a girare in montagna per interpretare Nathan in un periodo come questo in cui si è continuamente bombardati da distrazioni esterne, dai social alla parte mediatica che è protagonista del nostro periodo storico, è stata una parentesi bellissima e mi ha permesso anche di riscoprirmi”.
Cos’hai riscoperto o scoperto di te?
“Ho scoperto che ogni tanto bisogna staccare la spina dalla confusione della città. Roma in questo senso è l’emblema di questo bombardamento che un po’ ti intontisce, sei dentro questa bolla e nel momento in cui riesci ad uscirne ti rendi conto che nella vita si va spesso di corsa, ed è bello tornare a respirare con un andamento un po’ più lento”.
Marco Rossetti, Giusy Buscemi ed Enrico Ianniello in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
Come ti sei trovato sul set entrando a far parte di questa serie di successo, arrivata alla settima stagione?
“E’ stato emozionante perché mi ha permesso di mettermi alla prova. Devi essere all’altezza di chi c’è stato in precedenza e di chi ha condiviso con me questo viaggio. Sono stato accolto benissimo, in una famiglia unita che mi ha aperto qualsiasi tipo di porta dentro questa casa, ed è stato piacevole e facile lavorare con loro”.
La natura è centrale nella serie, così come il rispetto dell’ambiente e l’ecologia. Come ti poni di fronte a queste tematiche?
“Il surriscaldamento, l’inquinamento atmosferico, sono tematiche che mi stanno a cuore ma al contempo mi spaventano e mi sento impotente perché si parla spesso di questi problemi ma non si fa nulla di concreto. Nel mio piccolo cerco di tenere le strade pulite, ho un cane e quando lo porto a fare una passeggiata raccolgo i suoi bisogni ma anche tutto quello che trovo per terra e lo butto nel cestino. Secondo me bisognerebbe chiedersi perché le persone devono gettare le carte e gli oggetti per strada. La risposta è che mancano l’educazione, il senso civico, il rispetto per gli altri e si dovrebbe partire proprio da lì. Quindi spero che si possa fare qualcosa di concreto prima che sia troppo tardi”.
Marco Rossetti in “Un Passo dal cielo 7” – credit foto E. Kuenka
Che rapporto hai con la montagna?
“Girare in montagna è stato bellissimo e ogni volta che ci torno ricarico le energie, come non mi succede da nessun’altra parte. Recitare in “Un Passo dal cielo 7″ è stato uno splendido viaggio ed è una fortuna lavorare in posti così belli come San Vito e le Dolomiti Venete che sono spettacolari, immense. La natura nella sua maestosità ti fa sentire molto piccolo, sei costretto a chiuderti in te stesso e quindi ad aprirti verso gli altri”.
Recentemente ti abbiamo visto tra i protagonisti di un’altra serie di Rai 1, “Black Out – Vite sospese”, sempre ambientata in montagna…
“E’ vero, sono coincidenze. Nel 2022 ho trascorso sei mesi in montagna, prima per “Black Out – Vite sospese” e poi per “Un Passo dal cielo 7″ ed è stato meraviglioso, tanto che ho pensato anche di prendere una casa in affitto da quelle parti (sorride)”.
Hai interpretato Damiano in “Doc – Nelle tue mani” e Daniele De Rossi in “Speravo de morì prima”. Che esperienze sono state?
“Sono state esperienze enormi che mi hanno arricchito sia a livello artistico che umano. Poter prendere parte a due serie così grandi e apprezzate mi ha fatto sentire fortunato. Da tifoso laziale ho rispetto nei confronti di De Rossi che ho conosciuto ed è un campione in campo ma soprattutto fuori, è una persona vera, è molto Nathan, è verace, fisico, per cui è stato un piacere e un onore poterlo interpretare.
Damiano è stato un personaggio complicato, profondissimo e scandagliare anche i lati ombra di uomini che sulla carta sono dei buoni è sempre affascinante”.
Marco Rossetti in “Doc – Nelle tue mani 2” – credit foto ufficio stampa Rai
In quali progetti sarai prossimamente impegnato?
“A maggio iniziamo a girare la terza stagione di “Doc – Nelle tue mani” e sono felice di essere stato confermato”.
Sei anche un cantautore, come nasce la tua passione per la musica?
“La passione per la musica, come quella per la recitazione, nasce per caso, per sbaglio e per necessità. Un giorno mi sono trovato a musicare un testo che avevo scritto e poi sono andato a riprenderne altri ed è stata una forma di espressione fondamentale in questo periodo della mia vita. Il 31 marzo esce il mio nuovo singolo e poi durante la messa in onda di “Un Passo dal cielo 7″ pubblicherò altri quattro brani. Di base sono dei testi che parlano d’amore, non solo inteso come rapporto di coppia ma anche verso se stessi”.
Nel brano “Bicicletta” canti “mi piace pensare che un giorno avremo il coraggio di amare”. Come mai oggi manca il coraggio di amare?
“Ci fermiamo su noi stessi sempre troppo poco, siamo distratti, non abbiamo il coraggio di affrontarci, credo manchi molto in noi e nelle nuove generazioni questo aspetto. Si passa facilmente da un rapporto all’altro ma è una mancanza di rispetto per se stessi ed è anche figlia del periodo storico che viviamo, dove vi sono le guerre e forme di egoismo a cui ci hanno abituato. Mi piacerebbe che un giorno tutti avessimo il coraggio di amarci un po’ di più”.
Cosa puoi anticiparci riguardo il nuovo singolo?
“Si intitola “Tra i rami (Di Roma)”, al centro c’è l’ideale di un amore, inteso come fantasticare su qualcosa di perfetto ma anche di giocoso. E’ una canzone più leggera rispetto alle altre due che ho pubblicato”.
di Francesca Monti
credit foto copertina E. Kuenka
Grazie a Serena Bernardelli e a Cecilia Del Vecchio – BOOM PR