Intervista con Rebecca Antonaci: “Il disco Morfina racconta le mie varie sfaccettature”

“La musica rappresenta un modo per scappare dalla realtà, è come se fosse un sedativo e mi fa anche stare bene”. Si intitola “Morfina” (Lunatika / distribuzione Artist First) il primo disco di Rebecca Antonaci, che contiene otto brani inediti da lei scritti e composti.

Realizzato in collaborazione con il produttore Francesco Gentile, l’album si distingue per la sua combinazione di sonorità fresche e innovative, testi introspettivi e una voce potente che trasmette emozioni sincere.

Rebecca Antonaci, classe 2004, attrice, danzatrice, performer, musicista, nonostante la sua giovane età ha già raggiunto dei risultati mediatici internazionali. Nel 2020 esordisce come cantautrice e i suoi brani entrano sin da subito nelle playlist ufficiali di Spotify e trasmessi in molte radio in tutto il territorio nazionale.

E’ stata co-protagonista della prima stagione della serie “Luce dei tuoi occhi” di Fabrizio Costa su Mediaset nel ruolo di Sofia, ha recitato in “Don Matteo 13” nei panni di Stella Barbagallo e in “Lea, un nuovo giorno” nel ruolo di Aurora Penna, e sarà prossimamente al cinema nel nuovo film di Saverio Costanzo “Finalmente L’alba”, al fianco di attori come Lily James, Joe Kerry e Willem Dafoe.

Rebecca, è uscito “Morfina”, il tuo primo disco. Come mai hai scelto questo titolo e come hai lavorato a questo progetto che ha delle sonorità fresche e interessanti ma anche dei testi introspettivi?

“Ho deciso di chiamare il disco “Morfina” perché la musica per me rappresenta un modo per scappare dalla realtà, è come se fosse un sedativo e mi fa anche stare bene. Le tracce parlano delle mie varie sfaccettature. Ogni canzone ha un titolo che rimanda al mondo dello spazio però sono tutte metafore che si ricollegano ai lati del mio carattere o a tematiche varie, come ad esempio l’amore”.

Tra le tracce c’è “Navicella” che parla della paura dell’ignoto…

“Ho scritto questo brano mentre ero su un autobus per andare a Pescara perchè il mio produttore abitava lì. Parla della voglia di viaggiare, di non rimanere mai bloccata nello stesso posto ma anche della paura dell’ignoto, di restare sola una volta che si sceglie di cambiare vita. In un verso infatti canto “se mi nascondo poi chi mi viene a cercare?”.

Cosa puoi raccontarci invece riguardo “Luna”?

“E’ il pezzo più intimo e introspettivo del disco, parla del mio lato in cerca di aiuto, è un dialogo con la luna che però non risponde, delle domande che mi pongo quando sto male senza una ragione apparente e che restano senza risposta”.

Nei testi delle tue canzoni ci sono riferimenti a personaggi mitologici come Iside e Osiride ma anche a pittori come Manet in “Marte”. Qual è il tuo rapporto con l’arte e con la mitologia?

“Mi sono imbattuta per caso nel mito di Iside e Osiride ma era come se lo conoscessi da sempre e ho sentito la necessità di parlarne in un brano. Volevo narrare l’amore ma non in modo scontato o facendo riferimento alle mie esperienze personali, quindi ho pensato che non ci fosse cosa migliore di un amore fraterno, di un legame di sangue, qualcosa che rimarrà a prescindere dagli eventi e dagli ostacoli. Sono appassionata di poesia, di pittura, quello che riguarda l’arte mi attira, è una calamita, e nei miei testi cerco di inserire tutti questi riferimenti”.

Com’è nata la tua passione per la musica?

“Ho iniziato studiando pianoforte a livello accademico, infatti frequento il liceo musicale, e dai 12 anni in poi mi sono dedicata anche al canto. Durante il lockdown ho sentito la necessità di scrivere canzoni perchè stavo male come tutti in quel periodo e avevo bisogno di una valvola di sfogo. All’inizio era per gioco poi ho capito che mi piaceva e ho continuato”.

Cosa vorresti arrivasse al pubblico di te e del tuo disco “Morfina”?

“Io faccio musica in maniera disinteressata, vorrei che la gente si ritrovasse nelle mie canzoni e sentisse quello che ho provato io. Il mio augurio è riuscire a trasportare chi mi ascolta in un altro posto, in modo che si lasci cullare dalla mia voce, dalle note e dalle parole”.

Musica e recitazione sono due arti strettamente collegate. Nella preparazione dei personaggi sei solita utilizzare delle canzoni per entrare meglio nel contesto? 

“Mi piace creare delle playlist, da utilizzare anche per la preparazione dei personaggi. Ad esempio per l’ultimo film che ho girato, “Finalmente l’alba” di Saverio Costanzo, ambientato negli anni Cinquanta, ascoltavo le canzoni di Luigi Tenco e del cantautorato italiano di quell’epoca, per riuscire ad entrare in quel mondo”.

Cosa puoi anticiparci riguardo il personaggio da te interpretato in “Finalmente l’alba”?

“Posso dirti che sono la protagonista di questa pellicola e interpreto una ragazza che seguirà un percorso che la cambierà drasticamente nel corso di una notte”.

Recentemente ti abbiamo vista vestire i panni di Sofia in “Luce dei tuoi occhi”, di Aurora in “Lea, un nuovo giorno” e di Stella in “Don Matteo 13”. Cosa ti hanno lasciato queste esperienze?

“Quella più formativa è stata “Luce dei tuoi occhi” perchè ero una delle protagoniste, ho girato per sei mesi consecutivi con le stesse persone e si è creato un legame forte con le altre ragazze. Era come essere in famiglia. Mi è dispiaciuto non poter prendere parte alla seconda stagione della serie ma ero impegnata con le riprese del film. Il set è una delle più grandi scuole per noi attori e ti permette di crescere umanamente e professionalmente. Tutti e tre i personaggi mi hanno lasciato qualcosa. Sia Sofia che Aurora e Stella portavano un dolore dentro ma avevano la forza per combatterlo e andare oltre”.

Quali sono i tuoi prossimi progetti?

“Sto lavorando a nuova musica e spero di farvi sentire qualcosa a breve. Inoltre stiamo organizzando dei live per quest’estate e annunceremo le date nelle prossime settimane”.

di Francesca Monti

Grazie a Giulia Massarelli

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