Dal 23 al 28 maggio al Piccolo Teatro Strehler di Milano va in scena “Lazarus” di Valter Malosti con Manuel Agnelli: “E’ uno spettacolo emozionale”

Dal 23 al 28 maggio al Piccolo Teatro Strehler di Milano va in scena “Lazarus”, considerato «il regalo d’addio di David Bowie al mondo», scritto dall’artista poco prima della sua scomparsa insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh.

Bowie, seppur piegato dalla malattia, con uno straordinario e commovente sforzo creativo, ha voluto lasciarci questo prezioso dono, questa navicella spaziale lanciata verso il futuro, che si può considerare, insieme al magnifico album Blackstar, uscito due giorni prima della morte, il suo testamento creativo. La regia è del direttore di ERT Valter Malosti, che ne ha curato la versione italiana confrontandosi con lo stesso Walsh.

Nel ruolo del protagonista Newton uno dei nomi di punta della musica italiana: Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours, che ancora una volta dimostra la propria versatilità approdando al teatro dopo la tv, il cinema e la radio. Agnelli sarà affiancato dalla cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia Casadilego e dalla coreografa e danzatrice Michela Lucenti.

Un ricchissimo cast di undici interpreti, che vede sul palco anche numerosi giovani attori/cantanti di talento: Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini; e 7 musicisti, tra i migliori della scena musicale italiana: Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo “ROST” Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti. Il progetto sonoro e la produzione musicale sono di GUP Alcaro, collaboratore storico di Valter Malosti.

La prima rappresentazione di Lazarus ha avuto luogo il 7 dicembre 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan, e quella è anche stata l’ultima apparizione pubblica di Bowie che sarebbe scomparso appena un mese dopo (il 10 gennaio 2016).

“Ci è arrivato un testo musicale e teatrale diverso dalla versione messa in scena a New York e in altre città del mondo. La versione primigenia non c’entra nulla con quello. Siamo ripartiti da zero e conoscendo Enda Walsh sono andato a Londra da lui e abbiamo lavorato alcuni giorni su parecchi dubbi che avevo e abbiamo tenuto le canzoni originali traducendole in italiano e non è stato semplice. Sono testi apparentemente normali ma che nascondono delle insidie. Abbiamo cercato di conservare queste piccole spinte emotive che accadono per questi piccoli cambiamenti che ci sono nel testo e lo spettacolo stesso assomiglia ad una canzone di Bowie, è scritto a frammenti, è un viaggio interiore. Bowie, come sempre nelle sue creazioni e nei suoi alter ego, sta usando la persona di Newton, mobilitandola come veicolo per una serie di temi costanti che troviamo nella sua musica: l’invecchiamento, il dolore, l’isolamento, la perdita dell’amore, l’orrore del mondo e la psicosi indotta dai media”, ha dichiarato il regista Valter Malosti in conferenza stampa.

A interpretare il protagonista Newton è Manuel Agnelli: “Indirettamente penso di aver spalleggiato Valter nel portare quest’opera lontana da quella realizzata a Broadway, perchè avevamo tanta libertà musicale. Io non ho paura di lasciarmi andare emotivamente sul palco. Questo è uno spettacolo emozionale, e riuscire a interpretare questo personaggio mettendoci anche del mio è stato bellissimo. E’ strano per me passare da un momento di commozione profondissima a prendere un applauso, c’è un coinvolgimento emotivo molto grande”.

Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di Bowie e quattro inediti scritti appositamente, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all’opera: “Ascolto David Bowie sin da piccolo e prima di iniziare questa splendida avventura l’ho risentito, perché avevo paura di dimenticarlo. Lui ha scritto quest’opera rock perché lo recitasse un attore, ma anche canzoni che non avrebbe dovuto interpretare. Non è stato difficile immedesimarmi nel ruolo, proprio perché i temi affrontati mi sono molto vicini. Probabilmente sono riuscito ad essere credibile nel cantare certe cose perché come timbro e impostazioni non sono diverso da Bowie nel cantato ed è un grande vantaggio perché non devo imitarlo. Io e la band non stiamo rifacendo la cover di Bowie ma stiamo eseguendo un’opera che è stata scritta perché fosse recitata da attori. Così come quelle di Brecht, Pirandello e Mozart sono rappresentate nel tempo. Valter è stato bravo a mettermi a fuoco e a cucire il personaggio su di me. Mi sto divertendo tanto, sto scoprendo delle cose sulla mia voce che non conoscevo perché prevede una parte di indagine su se stessi, sul subconscio e poi c’è una parte musicale esaltante. Bowie è stato un migrante su questa terra e a tutti gli artisti ha lasciato un messaggio molto importante: fate ciò che volete”, ha concluso Agnelli.

Una produzione esecutiva di Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale realizzata insieme a importanti Teatri Nazionali: Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale e al LAC Lugano Arte e Cultura.

Lazarus foto di Fabio Lovino (9)

Manuel Agnelli e Casadilego in “Lazarus” – credit foto Fabio Lovino

A più di 50 anni dal romanzo originale The Man Who Fell to Earth di Walter Tevis, e a 40 dall’omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie nella sua miglior prova come attore, l’artista britannico ha scelto di riprendere in Lazarus le fila dell’infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra.

Nella versione di Bowie e Walsh, l’alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (fantasmi? proiezioni mentali?) si aggirano nello spazio claustrofobico dell’appartamento di Newton (o nel continuum devastato della sua mente?). Ma per Bowie la figura dell’alieno rappresenta tutti i “diversi”, o meglio quelli che la società considera tali.

Playlist

Lazarus / It’s No Game / This Is Not America / The Man Who Sold the World / No Plan / Love Is Lost / Changes / Where Are We Now? / Absolute Beginners / Dirty Boys / Killing a Little Time / Life on Mars? / All the Young Dudes / Sound and Vision / Always Crashing in the Same Car / Valentine’s Day / When I Met You / Heroes.

di Francesca Monti

credit foto Fabio Lovino

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