Ermal Meta: “E’ giunto il momento di finire questa mattanza contro le donne”. L’appello alla Premier Meloni

Quello che è avvenuto a Palermo è qualcosa di abominevole, di inaccettabile, di odioso e mette i brividi soltanto pensare con quanta lucida ferocia, violenza e volontà di fare del male il branco si sia accanito senza un minimo ripensamento contro una ragazza rovinandole per sempre la vita e privandola della dignità. Un fatto allucinante, di cui si è a lungo dibattuto in questi giorni, tra conversazioni deliranti tratte dalle chat dei sette aggressori e video aberranti pubblicati sui social, l’indignazione generale e i post di chi (pochi per fortuna), come spesso accade quando si tratta di uno stupro o un femminicidio, fa passare la vittima per “una poco di buono”, per “una che se l’è cercata”, rovesciando situazioni e colpe. Come si possono affermare certe cose? Perchè per un attimo non ci si mette nei panni di una ragazza che si è trovata a subire una violenza inaudita e pensare alla paura, all’umiliazione, al dolore, alla vergogna, che ha provato e che si porterà addosso per tutta la vita? In un mare di parole si è alzata una voce forte, decisa, quella di Ermal Meta, che ha espresso la propria opinione sottolineando dei punti su cui è importante riflettere.

Innanzitutto la responsabilità sociale e l’educazione che deve partire dalla famiglie e dalle scuole perchè nessuno deve anche solo pensare di potersi permettere di fare del male ad un’altra persona o di poterne disporre a suo piacimento: “Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non della vittima? Se c’è una qualche forma di responsabilità collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa, sono le vittime che vanno aiutate a ricostruire la propria vita. Per quanto riguarda le pene esemplari credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. L’educazione deve funzionare prima che si arrivi a compiere un abominio del genere”.

Il cantautore ha poi pubblicato le drammatiche testimonianze ricevute da molte persone vittime di abusi, la maggior parte delle quali non ha denunciato la violenza subita, ma è rimasta in silenzio per paura di chiedere aiuto, di non essere creduta (come avvenuto a volte a chi ha denunciato), perché si sentiva in colpa pur non avendone, per mancanza di fiducia nella giustizia. E c’è anche chi ha deciso di farla finita dovendo portare sull’anima un peso troppo grande.

“Quando stupri una donna uccidi il suo futuro, la sua fiducia nel prossimo e nella vita e senza quella fiducia comprometti la sua capacità un domani persino di avere dei figli. Questo compromette l’umanità intera. Lo stupro è un crimine contro l’umanità. Quale è la pena proporzionale per una cosa del genere? Mi sembra che servano leggi stringenti per far sentire le donne che subiscono abusi e molestie in grado di denunciare senza alcuna remora, senza sfiducia e senza paura”, ha concluso Ermal Meta, che ha lanciato attraverso un video in diretta su Instagram un appello alla Premier Giorgia Meloni: “Non ho votato per lei, ma lei è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne, e mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana. Non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza?”.

Da inizio 2023 in Italia sono 75 le donne vittime di femminicidio, a cui si aggiungono quelle che hanno subito o subiscono quotidianamente violenza fisica e psicologica (che spesso viene sottovalutata ma che è altrettanto pericolosa). E’ ora di dire basta, è ora che vengano introdotte leggi più dure e pene severe e adeguate per chi si macchia di crimini efferati, per chi compie atti abominevoli come quello di Palermo, per chi non ha rispetto per la vita altrui.

Le donne non sono carne da macello da dare in pasto alle belve, non sono oggetti da possedere, usare e poi gettare a proprio piacimento come spazzatura, dopo averle umiliate e abusate. E’ necessario un radicale cambio di mentalità e di cultura, fin da piccoli, a cominciare dalle famiglie perché non è ammissibile che un genitore possa giustificare atti di tale gravità scaricando la colpa sulla vittima o facendo passare il tutto come una ragazzata. Una persona deve essere libera di vestirsi e truccarsi come le pare, di uscire con chi vuole e ha tutto il diritto di rifiutare un’avances o un dopocena in qualsiasi momento, senza dover dare alcuna giustificazione e senza temere di essere violentata o uccisa per un rifiuto.

In un mondo che va sempre più alla deriva, dove l’importanza di alcuni valori fondamentali è andata perduta, ben vengano persone come Ermal Meta che hanno il coraggio di esporsi e pronunciare quelle parole che tanti pensano ma che pochi dicono.

di Francesca Monti

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