Il 23 Settembre al Teatro Manzoni di Milano, è andato in scena “Buon Compleanno Mimì”, meraviglioso spettacolo organizzato dall’Associazione Minuetto Mimì Sarà, Vincenzo Adriani, Leda Bertè, Olivia Bertè e Manuela Savini Bertè, con la Direzione Artistica di Giancarlo Del Duca e dello stesso Adriani.
Giunto al suo primo decennale, è stata una festa in musica per celebrare l’arte unica e indimenticabile di Mia Martini, raffinata e intensa artista, riconosciuta come una delle voci più belle, importanti e significative del panorama italiano.
Durante la serata, presentata da Federica Bertoni, si sono esibiti Tiromancino, Ermal Meta, Coma_Cose, Aka 7even, Gaia, Mario Venuti, Leo Gassmann, Venerus che hanno proposto un brano di Mia Martini e due canzoni del loro repertorio, accompagnati dalla Mimì Sarà Orchestra diretta dal Maestro Paolo Li Rosi.
All’evento si sono esibiti anche la vincitrice di Professione Cantante, Federica Toselli, e i tre finalisti della settima edizione del Premio Mimì Sarà, Sara Bronzini, Blonde Brothers e Luca Mancini. Special Guest della serata Aida Cooper, grande amica e storica vocalist di Mia Martini.
Le sorelle di Mia Martini, Leda e Olivia Bertè, hanno raccontato aneddoti e ricordi della grande interprete rimasta nei cuori di tutti.
I proventi dello spettacolo saranno utilizzati per la realizzazione di alcuni progetti dell’Associazione Minuetto Mimì Sarà.
Prima dell’evento abbiamo fatto una chiacchierata con alcuni degli artisti protagonisti della serata.
INTERVISTA CON AKA 7EVEN
Luca, hai scelto di cantare “Cumm’è”, cosa ti lega a questo brano di Mia Martini?
“Mi lega il linguaggio, è un testo in napoletano che riprende le mie origini e sono felicissimo di interpretarlo perchè Mia Martini è una delle artiste più grandi che abbiamo avuto in Italia e che abbiamo ancora oggi”.
Cosa rappresenta per te Mimì?
E’ un punto di riferimento per me e anche per le nuove generazioni, sia per la tecnica vocale che per la personalità. Tutti vorrebbero in qualche modo avere una percentuale del suo essere”.
Sul palco porti anche due tue canzoni, Non piove più e Mi manchi…
“Sono due brani che si legano alla tipologia di cover di Mia Martini che ho scelto, è una coerenza di genere e melodia”.
Quest’estate hai presentato il tuo nuovo singolo “Rock’n’roll” con un tour in giro per l’Italia…
“E’ un singolo a cui tengo particolarmente, che avevo nel cassetto e che ho completato quando ho scoperto di vivere un amore rock’n’roll, cioè cauto, quindi c’è un doppio senso, un’incoerenza che ho voluto vestire con questo abito rock. Portarlo in giro per l’Italia e cantarlo i miei fan è stato incredibile. Dico sempre che il palco è casa mia perchè accumulo energie pazzesche, per poi fare uscire dei nuovi pezzi, tipo il pingball al flipper dove lanci la pallina per centrare la buca”.
Quali sono i prossimi progetti?
“Uscirà un altro singolo e poi sto lavorando al nuovo disco”.
INTERVISTA CON MARIO VENUTI
Mario, come mai hai scelto di cantare “Minuetto” tra i brani di Mia Martini?
“Ho dei ricordi legati anche al periodo in cui è uscita questa canzone ma a quel tempo non l’ho colta fino fin fondo, poi ho voluto cantarla, quindi studiarla, entrare nel testo, nella tematica, interpretare questo ruolo di donna in balìa di uomini che non danno certezze e mettermi nei panni di un personaggio femminile così bello”.
Quale eredità ha lasciato Mia Martini musicalmente parlando?
“Mimì aveva una personalità forte, sceglieva con cura le canzoni da interpretare, non cantava qualsiasi cosa le sottoponessero, infatti i brani sono in bilico tra la musica leggera e quelli d’autore anche se ha cantato pezzi scritti da Fossati come La costruzione di un amore, di cui è stata probabilmente la prima interprete. Alla fine degli anni Ottanta ho incontrato Mia Martini ad una manifestazione e ho questo ricordo di una donna un po’ amareggiata per le dicerie sorte sul suo conto e che la stavano penalizzando ma sul volto aveva sempre un sorriso, aveva una sottile ironia. Mi sembrava che non avesse perso un atteggiamento gioioso verso la vita e la sua scomparsa mi ha molto scosso, anche perchè la sua carriera aveva ripreso il volo”.
credit foto Monica Silva
Sul palco porti anche due tue celebri canzoni, Crudele e Caduto dalle stelle…
“Le ho scelte perchè sono due mie canzoni popolari, due cavalli di battaglia che la gente conosce e apprezza”.
E’ uscito pochi giorni fa il tuo nuovo singolo “Segui i tuoi demoni”…
“Il titolo è sottilmente provocatorio, i demoni li trovo più interessanti degli angeli, anche perchè non sempre sono cattivi. Sicuramente ti turbano, ti ossessionano ma magari possono anche servire per trovare la tua strada”.
INTERVISTA CON I COMA_COSE
Francesca e Fausto, porterete sul palco del Teatro Manzoni “Piccolo uomo”, cosa vi affascina di questo brano di Mia Martini?
“Ci piace molto il repertorio di Mia Martini, ma “Piccolo uomo”, rispetto ad altri che sono struggenti e profondi e hanno bisogno di un’interpretazione singola, lasciava spazio ad un cantato a due, infatti riusciamo ad alternarci e ad entrare entrambi nella canzone”.
credit foto Attilio Cusani
Quale eredità artistica ha lasciato Mimì?
Fausto: “E’ un’artista fortissima, un’interprete incredibile, unica, inarrivabile. Sono molto appassionato del cantautorato e quando una canzone d’autore incontra un’interprete del suo calibro accade una magia. Fin da bambino, anche se questi brani hanno tematiche adulte, mi hanno sempre colpito la vibrazione che creava con la voce, il corpo, l’emotività che trasmetteva quando le ascoltavo con mia mamma. E fanno parte del mio percorso musicale e artistico”.
Francesca: “Mia Martini aveva un’umanità talmente forte e tangibile che arrivava all’ascolto e si manteneva al di là della tecnica sopraffina, con una potenza, una precisione, un’estensione impeccabili. In pochissimi riescono a trasmettere l’emotività al di sopra della tecnica”.
INTERVISTA CON LEO GASSMANN
Leo, hai scelto di cantare “E non finisce mica il cielo” a “Buon Compleanno Mimì”, cosa ti ha più colpito di questa canzone?
“Questa canzone rappresenta il concetto dell’abbandono da parte di una persona che non vede più tornare nella sua vita quella che ama. Nella versione originale viene narrato e raccontato in maniera sublime, e non ha nessun tipo di paragone, nel senso che la voce di Mia è stata quella femminile più bella del panorama musicale. E’ un brano importante da cantare perchè rappresenta tutti noi, soprattutto gli artisti, che ogni giorno combattono con questo senso di abbandono e ne parlano spesso nei film, nelle canzoni. Avendo studiato recitazione ho capito che l’attore ha questo senso di abbandono costante, da cui nasce il tumulto e si sviluppano poi tutte le emozioni, e che ti spinge a salire sul palco per cercare le attenzioni. E’ una canzone che ha vari livelli di interpretazione e sono molto onorato di poterla cantare”.
Sul palco porti anche “Terzo cuore” con cui hai preso parte a Sanremo 2023 e “Caro Lucio”, un omaggio a Lucio Dalla…
“E’ una scelta adatta al contesto in cui avremo la possibilità di portare la nostra musica. Caro Lucio è la risposta naturale a L’anno che verrà ma è anche dedicata a chi non c’è più, quindi la canto ma in testa penso a Cara Mia e spero che possa inglobarsi nel mondo musicale di Mia Martini”.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
“A novembre farà il mio primo tour nei club in giro per l’Italia e uscirà nuova musica. Poi si vedrà”.
INTERVISTA CON ERMAL META
Ermal, a “Buon Compleanno Mimì” porti sul palco “Almeno tu nell’universo” che avevi già avuto modo di interpretare nel programma tv “Una storia da cantare”. Nel testo si parla di “un punto sei che non ruota mai intorno a me, un sole che splende per me soltanto” ricordando l’importanza di avere qualcuno che rappresenti un punto fermo nella nostra vita…
“Questa canzone è stata scritta nel 1972 ed è rimasta per tanto tempo nel cassetto e non è un caso che sia uscita negli anni Ottanta, un’epoca di cambiamento che veniva espresso attraverso la velocità, dove il tempo si accorciava perchè i mezzi diventavano più veloci così come gli scambi tra le persone. E’ profetico che sia stato scritto più di dieci anni prima. L’autore, attraverso la voce di Mia Martini, chiede un punto fermo, qualcosa che non cambi, un sole che splende per me soltanto, qualcosa intorno al quale siamo noi a girare”.
Nel ritornello Mia Martini canta: “tu che sei diverso almeno tu nell’universo”, quanto in un’epoca in cui tutto sembra omologarsi è ancora importante l’unicità?
“Dipende da quello che nella vita vuoi ottenere, dal mare nel quale vuoi nuotare, se ti va bene quello dell’omologazione oppure se ti conviene essere unico e perseguire quello che senti e dare una forma personale a quello che fai. Ognuno la pensa come vuole e possono essere entrambi giusti o sbagliati. Nell’epoca di oggi non c’è niente di unico, è tutto un ripetersi. Unicità secondo me è esprimere in maniera precisamente corretta quello che senti, come lo senti. Musicalmente ci sono tanti filtri, e l’estetica ha vinto sul significato. L’estetica si rifà alla moda, quindi cambia velocemente e avendo vinto ha dei canoni che bisogna rispettare, per cui parlare di unicità è quanto meno anacronistico in questo momento”.
Quale eredità ha lasciato Mia Martini alla musica italiana?
“Mia Martini è stata una delle voci più intense nel panorama musicale italiano, il suo è un lascito di speranza perchè nonostante sia stata bistrattata, umiliata, trattata in modo orrendo, e non è stata l’unica ma è quella che ha subito la sorte peggiore, lascia un monito oltre ad un’eredità artistica importante: quello di elevarsi a spirito e non essere chiacchiericcio o troppo terreni. Il provincialismo ha ucciso Mia Martini”.
INTERVISTA CON TIROMANCINO
Federico, hai scelto “La nevicata del ’56” scritta per Mia Martini da Franco Califano. Cosa ti affascina maggiormente di questa canzone e quale eredità ha lasciato Mimì?
“Mimì ha lasciato delle grandissime canzoni, gli artisti devono fare in modo che quello che rimanga siano le proprie opere, che continuino ad essere tramandate di generazione in generazione. Aveva un repertorio di canzoni molto ispirate e belle e lei le cantava con una grande forza, con trasporto, con visceralità. Io ho scelto La nevicata del ’56, il cui testo è stato scritto da Califano in due versioni, una al femminile per Mimì e una al maschile per se stesso e sono due sfaccettature diverse di una canzone che racconta questa mitica nevicata che ci fu a Roma nel 1956 e lasciò tutti sorpresi. Io non c’ero ma mi è stata raccontata dai miei. Farò la versione di Califano in omaggio a questi due grandi artisti. Il testo è più al maschile ma è molto poetico ugualmente ed è una canzone che ho cantato diverse volte con Franco”.
Sul palco canti anche due tue grandi hits, La descrizione di un attimo e Per me è importante…
“So che le persone vogliono sentire alcuni miei pezzi e così li canto. Ce ne sono tanti che mi piacciono, anche per una questione affettiva. La descrizione di un attimo ad esempio mi ha cambiato la vita e mi ha permesso di fare questo lavoro da 25 anni e quindi è un pezzo che voglio che sia sempre con me sul palco. Per me è importante è un’altra canzone che canto con piacere”.
credit foto Giovanni Canitano
Cosa puoi anticiparci riguardo “The Well”, il nuovo film da te diretto?
“L’ho ultimato da poco, sarà in anteprima mondiale al Festival di Sitges, a Barcellona, la notte tra il 6 e il 7 ottobre, in cui vengono presentati tutti i film più importanti del genere fantastico e horror, poi ci sarà un’anteprima americana mentre la prima proiezione italiana sarà il 28 ottobre. Consiglio The Well però soltanto a coloro che amano veramente il genere horror, perchè è cupo, inquietante, ha delle scene violentissime tanto che al Festival di Sitges è stato messo nella sezione “Midnight X-treme”, insieme ai film più spaventosi visivamente”.
INTERVISTA CON AIDA COOPER
Aida, sei stata corista e amica di Mia Martini, l’hai omaggiata con il tuo disco “Kintsugi – Amica Mia”, qual è il ricordo più bello che conservi di lei?
“Ho tanti ricordi di Mimì, delle esperienze belle e brutte passate insieme. Sto scrivendo un libro a riguardo che uscirà a breve. Lei è sempre presente nel mio cuore e non morirà mai”.
Qual è l’eredità artistica che Mimì ha lasciato alla musica italiana?
“Mimì ha lasciato una grande eredità perchè tantissimi cantanti amano fare i suoi pezzi e non è da tutti. E’ stata bravissima”.
Sul palco porti “Sono tornata”, “Spaccami il cuore”, entrambe inserite in Kintsugi, e Gli uomini non cambiano. Cosa ti lega a questi brani?
“Avrei da sempre voluto fare uno spettacolo teatrale su Mimì e immaginavo di cantare Sono tornata con lei che arrivava sul palco, è una cosa più forte di me, ho questa fotografia in testa. Spaccami il cuore è una bellissima canzone che purtroppo non è stata capita dalla giuria di Sanremo. Gli uomini non cambiano è un pezzo che ho cantato forse un paio di volte e sono contenta di interpretarlo a Buon Compleanno Mimì perchè parlerò anche del papà”.
Sarebbe bello dopo il film Io sono Mia con Serena Rossi, realizzare questo spettacolo teatrale di cui parlavi poco fa dedicato a Mimì…
“Sarebbe bellissimo ma servono i soldi. Speriamo che qualcuno possa investire su quest’idea”.
di Francesca Monti
Si ringrazia Ileana Falcone