Intervista con Emanuele Di Stefano, protagonista della serie “Noi siamo leggenda”: “La forza del gruppo è al centro di questa storia”

“Massimo è un personaggio molto distante dalla mia personalità”. Emanuele Di Stefano è il protagonista di “Noi siamo leggenda”, la nuova serie diretta da Carmine Elia, da un’idea di Valerio D’Annunzio e Michelangelo La Neve, coprodotta da Rai Fiction e Fabula Pictures, in collaborazione con Prime Video, in onda in prima serata su Rai 2 e RaiPlay da mercoledì 22 novembre.

Un racconto di formazione in cui i superpoteri si fanno metafora delle difficoltà che gli adolescenti sono chiamati ad affrontare. Un affresco commovente, forte, divertente e spiazzante di una società, la nostra, e di una parentesi della vita, l’adolescenza, in cui tutti, almeno una volta, hanno sognato di avere i superpoteri. Per combattere le ingiustizie che li circondano. Vincere la propria insicurezza. Accettarsi. Fare la cosa giusta. Senza immaginare che qualcuno ti stia sorvegliando, consapevole della vera origine dei tuoi improvvisi poteri.

Emanuele Di Stefano dà il volto a Massimo, il classico ragazzo che riesce ad andare bene a scuola senza studiare. Chiuso in sé e timido, ha tutte le caratteristiche per essere un figo ma non ne è consapevole. Il suo più grande problema è la “soppressione della rabbia” indotta dalla madre che, in buona fede, lo ha sempre istigato a stare un passo indietro, ad abbassare la testa. È molto amico di Andrea, Marco e, seppure in maniera diversa, anche di Lin. Primo a scoprire i poteri e destinato ad essere il leader del gruppo, avrà un percorso di trasformazione lungo e travagliato, segnato anche dalla morte della madre e dal rapporto difficile e conflittuale con sua zia.

Emanuele, nella serie “Noi siamo leggenda” interpreti il protagonista Massimo. Cosa puoi raccontarci a riguardo?

“Massimo è un ragazzo di 17 anni, è timido, ha come amici Marco e Andrea, e la sua vita viene sconvolta dalla perdita della madre a causa di un cancro. In un momento di grande rabbia scopre anche di avere il superpotere di far incendiare le proprie mani”.

All’inizio della prima puntata Massimo dice: “Vorrei essere un fuoco eterno per bruciare le ingiustizie, il dolore e i mali del mondo”…

“Io non sono credente ma la possibilità di eliminare qualcosa è un potere che non si dà neanche Dio, che lascia invece che le cose avvengano, quindi penso di non poter essere io a dire cosa vorrei eliminare”.

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Come ti sei trovato sul set con i tuoi colleghi, diretto da Carmine Elia?

“Con i colleghi mi sono trovato benissimo, si è creato un bel gruppo di amici dentro e fuori il set, ci siamo aiutati a vicenda. Lavorare con Carmine è stata un’esperienza formativa anche per la velocità d’azione con cui si dovevano portare a casa le scene. Non mi sono trovato molto a mio agio invece ad interpretare Massimo perchè è un personaggio molto distante dalla mia personalità”.

Ti sei rivisto in questi ragazzi che vivono la fase dell’adolescenza?

“Mi sono ritrovato in quello che provano. Siamo di poco più grandi come età rispetto ai personaggi che interpretiamo ed è una serie scritta da una persona che non sta vivendo questa fase della vita, quindi partendo dalla sceneggiatura e passando per la nostra rielaborazione abbiamo raccontato una visione dell’adolescenza che non è detto rispecchi pienamente quella dei ragazzi di oggi”.

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Quale superpotere vorresti avere?

“Vorrei il superpotere di non avere mai freddo”.

Quali pensi siano i punti di forza di questa serie?

“Innanzitutto è una serie a puntate, quindi si può creare un appuntamento il mercoledì sera con gli amici per vedere Noi siamo leggenda e l’idea del fare squadra è anche il concetto della storia che raccontiamo, perchè nel momento in cui questi ragazzi hanno delle difficoltà che sono espresse attraverso la metafora del loro superpotere, se si uniscono riescono a superarle e sfruttano in maniera positiva i superpoteri stessi. E’ l’unione che fa la forza”.

di Francesca Monti

Si ringrazia Boom Pr

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