Recensione di “Aggiungi un posto a tavola”, con Giovanni Scifoni e Lorella Cuccarini, in scena al Teatro Nazionale di Milano fino al 30 marzo

Cinquanta anni e non sentirli! “Aggiungi un posto a tavola”, in scena al Teatro Nazionale di Milano fino al 30 marzo, è uno degli spettacoli più amati di sempre e nel tempo non ha mai perso la sua magia e il suo fascino.

Il musical di Pietro Garinei e Sandro Giovannini, scritto con Jaja Fiastri, con le musiche composte da Armando Trovajoli, la cui nuova edizione è prodotta da Alessandro Longobardi per Viola produzioni – Centro di Produzione Teatrale, ha conquistato ancora una volta il pubblico milanese che ha tributato al cast, guidato da Giovanni Scifoni e Lorella Cuccarini, una sentita standing ovation.

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credit foto FM

La storia, liberamente ispirata al libro “After me the deluge” di David Forrest, narra le avventure di Don Silvestro, parroco di un paesino di montagna, che un giorno riceve una telefonata inaspettata: Dio in persona lo incarica di costruire una nuova arca per affrontare l’imminente secondo diluvio universale. Aiutato dai compaesani, riesce nella sua impresa, nonostante l’avido sindaco Crispino tenti di ostacolarlo in ogni modo e l’arrivo di Consolazione, donna di facili costumi, che metterà a dura prova gli uomini del paese.

Finita l’arca, al momento dell’imbarco, interviene un cardinale inviato da Roma che convince la gente del paese a non seguire Don Silvestro che a suo dire disonora l’abito che porta. Comincia il diluvio, sull’arca si ritrovano solo il sacerdote e Clementina, la giovane figlia del sindaco perdutamente innamorata di lui. L’acqua incomincia a sommergere i paesani, Don Silvestro decide di abbandonare il rifugio sicuro per condividere con i suoi fedeli quel terribile momento. Un gesto infinito d’amore, perchè come dice Don Silvestro è quello che Dio ci ha insegnato.

Allora Dio, vedendo fallire il suo progetto, interrompe il diluvio, tutti riescono a salvarsi e alla fine una tavola in festa celebra il ritorno alla serenità.

Giovanni Scifoni nel ruolo di Don Silvestro convince pienamente anche nel canto e nel ballo, confermando di essere un attore completo e donando al personaggio sfumature interessanti e divertenti; Lorella Cuccarini, special guest nei panni di Consolazione, è come sempre eccellente e riesce a donare a questa donna dai facili costumi umanità e ironia; la giovane Sofia Panizzi, che interpreta Clementina, conferma il suo talento regalandole dolcezza, simpatia e furbizia, così come Francesco Zaccaro interpretando Toto con l’ingenuità richiesta ma senza farlo diventare una caricatura. Marco Simeoli che cura la regia, riveste i panni dell’opportunista Sindaco Crispino mentre Francesca Nunzi impersona in modo pregevole Ortensia, la moglie del Sindaco. Completano il cast artistico sedici eccellenti performer e “La voce di lassù”, quella originale dell’indimenticabile Enzo Garinei, mantenuta in suo onore, che aggiunge un altro tocco di emozione.

Due ore e mezza di sorrisi, leggerezza ma anche riflessione, sull’importanza di accogliere l’altro, di apprezzarne la “diversità” che è sempre un valore aggiunto, della condivisione e dell’aiutarsi nelle difficoltà, valori che sono sempre attuali e di cui spesso sembriamo dimenticarci.

Lo spettacolo si chiude con una tavolata in festa e una colomba bianca che atterra su una sedia vuota, a cui Don Silvestro dà da mangiare, che simboleggia Dio che si unisce idealmente ai commensali, ma è anche un segno di rinascita, gioia, fratellanza, pace, quella che speriamo possa trasformarsi presto in realtà in un mondo, come quello odierno, dove la guerra e la violenza stanno diventando purtroppo preponderanti.

di Francesca Monti

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