Dal 16 al 28 aprile al Teatro Manzoni di Milano si ride con “Pigiama per sei” con Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio, Roberta Petrozzi e Rufin Doh e la regia di Marco Rampoldi. Intervista

Dal 16 al 28 aprile al Teatro Manzoni di Milano va in scena “Pigiama per sei” di Marc Camoletti, con protagonisti Laura Curino, Antonio Cornacchione, Max Pisu, Rita Pelusio, Roberta Petrozzi e Rufin Doh con la regia di Marco Rampoldi.

Il più classico dei triangoli: lei, lui e l’altro. Che diventa un rombo, quando si scopre che ‘l’altro’ è stato invitato a casa dal marito come alibi per coprire una sua tresca. Ma tutto si complica quando una cameriera viene scambiata per l’amante del marito, e non può svelarsi finché ognuno è costretto a interpretare un ruolo diverso a seconda di quali siano le persone presenti, in un crescendo turbinante di equivoci e risate.

Pigiama per sei presenta l’inedita coppia Antonio Cornacchione – Max Pisu, ormai affermati come attori brillanti. E fra loro Laura Curino, maestra del teatro di narrazione, che si muove con grande agio nel territorio della commedia, come dimostrato in Calendar girls, e Rita Pelusio, capace di passare dalla leggerezza dei suoi personaggi, all’impegno di lavori quali Ferite a morte di Serena Dandini.

“Ci divertiamo molto, siamo un bel gruppo variegato e una squadra fortissima, sicuramente ci sarà da divertirsi”, ha detto Max Pisu.

“Sono felice di portare in scena “Pigiama per sei” al Teatro Manzoni, è uno spettacolo dove c’è uno scambio di persone all’ennesima potenza. Il tradimento è un tema eterno. Camoletti voleva dire che la borghesia degli anni ottanta pensava a fare sesso e soldi ma anche oggi è ancora così”.

“E’ uno spettacolo sul tradimento ma anche sulla menzogna perché nessuno può più dire la verità. E’ bello per me frequentare questo tipo di comicità dove c’è anche ritmo. L’attore che non giudica riesce a mantenere il plot forte ma l’arrivo di un personaggio fuori dalla vicenda ci chiede di riflettere se valga la pena agire in un certo modo”, ha spiegato Laura Curino.

“E’ anche una storia di riscatto sociale, io infatti interpreto la donna di servizio che vede un’ipocrisia che possiamo ritrovare in altri ambienti. Lei spilla soldi ma in un mondo falso dove è tutto di facciata. Gli ultimi sono anche i più saggi”, ha aggiunto Rita Pelusio.

“Ho voluto fortemente fare come produttrice questo spettacolo e ho convinto il mio socio e compagno Marco Rampoldi a produrlo con questa bellissima compagnia di cui sono felice di fare parte”, ha detto Marta Petrozzi.

“Io vesto i panni del marito di Brigitte, un giardiniere, e la gelosia lo porta a reazioni spropositate. Questo spettacolo permette di porsi una domanda: vale davvero la pena sacrificare una relazione di coppia per il puro divertimento?”, ha raccontato Rufin Doh.

A dirigere il gruppo Marco Rampoldi, che da anni convoglia la naturale forza comunicativa di chi ha frequentato il cabaret in commedie articolate e precise: “Abbiamo debuttato nel 2021 a Borgio Verezzi, arriviamo a Milano nel corso della terza stagione, dopo la pandemia, e abbiamo visto quanto la gente avesse voglia di divertirsi. Lo spettacolo è cresciuto tantissimo, essendoci in compagnia personalità creative come Max, Antonio e Rita, unite agli altri bravissimi artisti”.

Uno spettacolo lieve, veloce, divertente, in cui lo spettatore si appassiona immedesimandosi pur senza volerlo nei personaggi, che non rinuncia a fare uno spaccato impietoso della vacuità dei rapporti personali negli anni ’80, che non è migliorata ai nostri giorni.

Qui la nostra intervista al regista e al cast di “Pigiama per sei”:

Quanto è difficile oggi rispetto al passato far ridere il pubblico?

“Non è complicato, richiede sicuramente una grande energia e poi bisogna essere sinceri. Abbiamo però un testo forte che ci sostiene e il meccanismo è divertente di per sè”.

Marco, come ha lavorato alla regia?

“Innanzitutto ho identificato il gruppo di attori ed è stato un lavoro importante. Con Max, Roberta e Rita ci conosciamo da una vita, le grosse novità sono state Laura che avevo incontrato al Piccolo Teatro e a cui avevo proposto di fare una commedia insieme, e Antonio con cui non avevo mai avuto modo di lavorare. Voglio avere persone che so come reagiranno e con queste riuscire a parlare una lingua comune. Nella preparazione di uno spettacolo facciamo una prima parte sul testo, ci confrontiamo, vediamo come funziona prima di arrivare alla definizione della scenografia. In questo caso abbiamo provato durante la pandemia, abbiamo fatto delle prove a distanza, per cui è stato particolarmente lungo il processo”.

di Francesca Monti

credit foto Laila Pozzo

 Si ringrazia Manola Sansalone

Rispondi