A Speciale Tg1: “C’era una svolta / 1968”

Domenica 6 maggio su Rai1 a mezzanotte torna “Speciale Tg1”. Tra i tanti anniversari a cifra tonda del 2018, il Sessantotto sembra mantenere il suo carattere divisivo, che oscilla tra adesione e rifiuto, nostalgia e rimozione, modernità e conservazione. Una morsa che ha condizionato la riflessione storica nel corso del mezzo secolo che abbiamo alle spalle, e che ha finito col trasformare il ’68 in una specie di cold case, di caso irrisolto.

E’ possibile, cinquant’anni dopo, indagare senza pregiudizi l’ultima rivoluzione italiana? Prova a rispondere C’era una svolta, Speciale Tg1 di Amedeo Martorelli, un viaggio che inizia con una citazione “pop” di Homer Simpson sul ’68, che trasuda di rassegnata nostalgia verso gli anni Sessanta e finisce con Shel Shapiro, una delle icone della contestazione giovanile di quegli anni, che chiude il viaggio in quell’incanto libertario che fu per lui il Sessantotto con un “Arrivederci alla prossima rivoluzione”.  Poi Valle Giulia, sinonimo del ’68 romano e italiano, con un testimone d’eccezione: l’attore e regista Michele Placido che all’epoca faceva il poliziotto e che partecipò agli scontri con un elmetto e un manganello in mano. Dacia Maraini che rilegge il ‘68 attraverso il caso del poeta Aldo Braibanti condannato a 9 anni di reclusione per una relazione omosessuale. Il ’68 di Nanni Cagnone, scrittore schivo e geniale, che per la prima volta parla della sua esperienza manicomiale avvenuta prima che la legge Basaglia liberasse i “matti” dalle pratiche violente, umilianti e anche al limite della tortura che nei manicomi di allora non erano affatto l’eccezione. Le lotte della classe operaia che doveva conquistare il suo paradiso raccontate da Piero Bernocchi, che è ancora oggi uno dei leader dei Cobas, i sindacati di base e che per cinquant’anni è stata la testimonianza vivente di un’idea che non si è mai interrotta. Lo strano ‘68 musicale con le sue hit parade a trazione melodica, spiegato da un ex impiegato di banca che sognava di fare il dj: Roberto D’Agostino. L’urto degli anni Settanta con il movimento del ’68, la violenza, gli anni di piombo, la chiusura del sipario con l’assassinio di Aldo Moro, nella versione lucida e appassionata di Giancarlo Caselli, il “Giudice delle Br”.

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