Intervista con Wrongonyou: “Il mio primo disco in italiano “Milano parla piano” è nato come una sfida con me stesso”

“Milano Parla Piano” (Carosello Records) è il nuovo album di Wrongonyou, il primo in italiano del giovane e talentuoso cantautore che nella scrittura dei brani ha collaborato con alcuni dei più affermati autori, tra cui Raina e Zibba, e produttori quali Dardust, Katoo, Antonio Filippelli, Fausto Cogliati.

Un disco nato come una sfida con se stesso in cui Wrongonyou (vero nome Marco Zitelli) è riuscito a mantenere la sua timbrica vocale e il suo sound tipicamente americano e nordeuropeo senza snaturarsi ma comunicando le sue storie e le sue emozioni senza il filtro dell’inglese.

Wrongonyou -Milano Parla Piano

Marco, è uscito “Milano parla piano”, il tuo nuovo disco dove per la prima volta canti in italiano. Cosa ci racconti riguardo questo progetto?

“E’ stata una sfida con me stesso, l’idea era portare in italiano le melodie che in inglese riuscivo a scrivere facilmente, non è stata né una necessità né una richiesta discografica. All’inizio è stato drammatico, l’inglese faceva da schermo nel senso che non tutti magari capivano quello che stavo dicendo, mentre cantare in italiano era come avere un velo in meno. Superata questa difficoltà ho scritto la prima canzone e da quel momento sono arrivate tutte le altre. Alcune sono rimaste fuori dall’album”.

Quindi pensi di inserire questi brani in un altro album?

“Sì e spero di rientrare in produzione il prima possibile. Se una canzone è pronta e viene tenuta nel cassetto per tanto tempo rischia di perdere il suo valore o che cambi il momento storico in cui l’hai scritta, quindi vorrei incidere queste canzoni e fissarle, in modo che mantengano la loro freschezza”.

Tra le tracce c’è il singolo “Mi sbaglio da un po’” che si chiude con una strofa in inglese, una sorta di trait d’union con i tuoi lavori precedenti… 

“Mi sbaglio da un po’ è stata pubblicata come primo singolo perchè c’era questa parte finale in inglese con all’interno uno special fatto con un coro gospel che in realtà è dato dalla sovraincisione per 28 volte della mia voce. Era il pezzo che i miei fan, abituati ad ascoltarmi in inglese, si aspettavano da me nonché un modo per fare da tramite tra i lavori precedenti e  questo disco, in cui ci sono anche parecchie parole in inglese utilizzate come elemento ritmico”.

Come mai hai scelto come titolo “Milano parla piano”? E’ una scelta legata anche al tuo trasferimento da Roma a Milano?

“Il titolo è nato scrivendo la canzone, mi piaceva la frase, mi ricordava la scrittura di Gino Paoli, è una richiesta a Milano di rallentare per una sera, essendo una città molto attiva, frenetica, accesa, che ti ruba un po’ le energie, a differenza di Roma che è piu’ caotica e viscerale. E’ stato un caso che abbia scritto in italiano mentre stavo a Milano, ho scelto di parlare del quotidiano, di emozioni e situazioni reali e vivendo lì ho raccontato anche aspetti di questa città”.

C’è una traccia che ti rappresenta maggiormente?

“Piu’ di prima, è una delle ultime canzoni che ho scritto, mi piace tanto perchè mi sono ritrovato ad affrontare situazioni difficili, ho preso porte in faccia, e ho immaginato questa nave che affrontava la burrasca. Nel bridge canto: sono una nave stanca che ha perso le forze di combattere le onde ma non ha perso il coraggio di andarsene un po’ al largo. Ero stanco ma a testa alta ho continuato per la mia strada, non mi sono arreso e nonostante tutto non ho mai smesso di lottare per i miei sogni”.

Com’è nata l’idea dei video verticali per i primi due singoli?

“Siccome non erano due singoli veri e propri abbiamo deciso di non fare il classico video ma di caricarlo su Instagram mettendolo in verticale in modo da avere una visuale piu’ ampia e dare un colore in piu’. Sono stati girati tutti e due in un giorno ed è stata un’esperienza divertente a livello recitativo, seguendo le mode del momento e cercando di essere originali”.

Nel 2017 ti abbiamo visto debuttare nelle vesti di attore nel film “Il Premio” di Alessandro Gassmann. E’ un’esperienza che ti piacerebbe ripetere in futuro?

“E’ stata una bellissima esperienza, mi ha allontanato per un po’ dalla musica ma la rifarei. Tra l’altro dagli addetti ai lavori mi sono arrivati parecchi complimenti per la recitazione anche se nel film facevo sostanzialmente me stesso”.

IL PREMIO di ALESSANDRO GASSMANN

Com’è stato lavorare al fianco di grandi attori quali Gassmann, Proietti e Anna Foglietta?

“E’ stato bellissimo e mi sento fortunato per aver lavorato al fianco di grandissimi attori. Gassmann è stato contento della mia performance, ha detto che sono riuscito ad essere naturale. Il personaggio mi è stato cucito addosso. Inizialmente mi aveva contattato chiedendomi un brano per il film, poi mi ha affidato la colonna sonora, quindi mi ha voluto anche come attore. Grazie a Il Premio ho realizzato anche un sogno. Gigi Proietti è il mio mito fin da quando ero bambino. Con mio nonno, anche lui suo grande fan, ogni volta che c’era un film o una serie da lui interpretata come Il Maresciallo Rocca, la guardavamo insieme. Chiamare Proietti nonno per un mese e mezzo è stato emozionante. Gigi è una grande persona, è stato affettuoso con me e professionale, sul set ad esempio non si è mai lamentato, nonostante le ore di riprese. L’unica cosa che chiedeva era di non inquadrargli i piedi così girava la scena in ciabatte (ride). Anna Foglietta è un’attrice straordinaria, ricordo che l’avevo vista a teatro nei panni di Alda Merini in “La pazza della porta accanto” e la sua intensità recitativa mi aveva colpito moltissimo. Come dice Proietti: “il cinema è per tutti, il teatro per pochi”, perchè sul palco hai un contatto diretto con il pubblico e non puoi rifare la scena, ma devi riuscire a trasmettere delle emozioni. Proprio come nella musica”.

Hai già pensato a come rendere live questo disco?

“Proverò ad essere il piu’ fedele possibile al disco, magari ci saranno dei momenti acustici in cui le canzoni verranno un po’ smembrate e utilizzeremo strumenti nuovi. Sul palco saremo in tre, essendo un progetto solista preferisco avere al mio fianco solo due persone di cui mi fido ciecamente che mi proteggono e mi sostengono. Devo ancora capire come strutturare il live a livello scenico”.

Queste le date annunciate de L’ATLANTE TOUR, il primo in italiano di Wrongonyou (una produzione Humble Agency):

mercoledì 20 novembre 2019| Bologna @ Locomotiv Club
venerdì 22 novembre 2019 | Cosenza @ Mood
venerdì 29 novembre 2019 | Firenze @ Viper Theatre
sabato 30 novembre 2019 | Torino @ sPAZIO211

sabato 7 dicembre 2019 | Bari @ Officina Degli Esordi
venerdì 13 dicembre 2019 | Treviso @ @New Age Club
sabato 14 dicembre 2019 | Nonantola (MO) @ Vox Club

Questa la tracklist del disco: “Atlante”, “Calma calma”, “Solo noi due”, “Mi sbaglio da un po’”, “Milano parla piano”, “Più di prima”, “Perso ormai”, Ora/Outrora”.

di Francesca Monti

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