Papa Francesco nel Regina Coeli ha rivolto un pensiero particolare a tutte le donne che sono in prima linea nell’emergenza coronavirus, ponendo l’attenzione sul tema delle violenze domestiche

Papa Francesco ha pronunciato il Regina Coeli, nel Lunedì dell’Angelo, in diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, rivolgendo un pensiero particolare a tutte le donne che sono in prima linea nell’emergenza coronavirus e ponendo l’accento sul tema delle violenze domestiche che durante la quarantena tendono ad aumentare: “Oggi, Lunedì dell’Angelo, risuona l’annuncio gioioso della risurrezione di Cristo. La pagina evangelica (cfr Mt 28,8-15) racconta che le donne, impaurite, abbandonano in fretta il sepolcro di Gesù, che hanno trovato vuoto; ma Gesù stesso appare loro sulla via dicendo: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (v. 10). Con queste parole, il Risorto affida alle donne un mandato missionario nei confronti degli Apostoli. Esse infatti hanno dato un ammirevole esempio di fedeltà, di dedizione e di amore a Cristo nel tempo della sua vita pubblica come durante la sua passione; ora sono premiate da Lui con questo gesto di attenzione e di predilezione. Le donne, sempre all’inizio: Maria, all’inizio; le donne, all’inizio.

Prima le donne, poi i discepoli e, in particolare, Pietro constatano la realtà della risurrezione. Gesù aveva loro più volte preannunciato che, dopo la passione e la croce, sarebbe risorto, ma i discepoli non avevano capito, perché non erano ancora pronti. La loro fede doveva fare un salto di qualità, che solo lo Spirito Santo, dono del Risorto, poteva provocare.

All’inizio del libro degli Atti degli Apostoli, sentiamo Pietro dichiarare con franchezza, con coraggio, con franchezza: «Questo Gesù, Dio l’ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni» (At 2,32). Come dire: “Io ci metto la faccia per Lui. Io do la vita per Lui”. E poi darà la vita per Lui. Da quel momento, l’annuncio che Cristo è risorto si diffonde dappertutto e raggiunge ogni angolo della terra, diventando il messaggio di speranza per tutti. La risurrezione di Gesù ci dice che l’ultima parola non spetta alla morte, ma alla vita. Risuscitando il Figlio unigenito, Dio Padre ha manifestato in pienezza il suo amore e la sua misericordia per l’umanità di tutti i tempi.

Se Cristo è risuscitato, è possibile guardare con fiducia ogni evento della nostra esistenza, anche quelli più difficili e carichi di angoscia e di incertezza. Ecco il messaggio pasquale che siamo chiamati a proclamare, con le parole e soprattutto con la testimonianza della vita. Nelle nostre case e nei nostri cuori possa risuonare questa notizia: «Cristo, mia speranza, è risorto!» (Sequenza pasquale). Questa certezza rafforzi la fede di ogni battezzato e incoraggi soprattutto quanti stanno affrontando maggiori sofferenze e difficoltà.

La Vergine Maria, testimone silenziosa della morte e della risurrezione del figlio Gesù, ci aiuti a credere fortemente a questo mistero di salvezza: accolto con fede, può cambiare la vita. È questo l’augurio pasquale che rinnovo a tutti voi. Lo affido a Lei, nostra Madre, che ora invochiamo con la preghiera del Regina Coeli.

Abbiamo sentito che le donne hanno dato ai discepoli l’annuncio della Risurrezione di Gesù. Oggi vorrei ricordare con voi quanto fanno molte donne, anche in questo tempo di emergenza sanitaria, per prendersi cura degli altri: donne medico, infermiere, agenti delle forze dell’ordine e delle carceri, impiegate dei negozi di beni di prima necessità…, e tante mamme e sorelle e nonne che si trovano chiuse in casa con tutta la famiglia, con bambini, anziani, disabili. A volte esse sono a rischio di subire violenza, per una convivenza di cui portano un peso troppo grande. Preghiamo per loro, perché il Signore doni loro forza e che le nostre comunità possano sostenerle insieme alle loro famiglie. Che il Signore ci dia il coraggio delle donne, di andare sempre avanti”.

Sua Santità ha poi espresso la sua vicinanza ai Paesi maggiormente colpiti dalla panedmia: “In questa settimana pasquale vorrei ricordare con vicinanza e affetto tutti i Paesi fortemente colpiti dal coronavirus, alcuni con grandi numeri di contagiati e deceduti, in modo speciale l’Italia, gli Stati Uniti d’America, la Spagna, la Francia… la lista è lunga. Prego per tutti loro. E non dimenticate che il Papa prega per voi, vi è vicino.

Rinnovo di cuore a tutti l’augurio pasquale. Rimaniamo uniti nella preghiera e nell’impegno di aiutarci gli uni gli altri come fratelli. Buon pranzo e arrivederci”.

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Questa mattina invece Papa Francesco ha celebrato la Messa in Santa Marta, pregando  “per i governanti, gli scienziati, i politici che hanno incominciato a studiare la via d’uscita, il dopo-pandemia, questo “dopo” che è già incominciato: perché trovino la strada giusta, sempre in favore della gente, sempre in favore dei popoli”.

Nell’omelia il Pontefice ha invitato i fedeli a seguire la via del bene verso gli altri e non quella del dio denaro: “Il Vangelo di oggi ci presenta un’opzione, un’opzione di tutti i giorni, un’opzione umana ma che regge da quel giorno: l’opzione tra la gioia, la speranza della resurrezione di Gesù, e la nostalgia del sepolcro.

Le donne vanno avanti a portare l’annuncio (cf. Mt 28,8): sempre Dio incomincia con le donne, sempre. Aprono strade. Non dubitano: sanno; lo hanno visto, lo hanno toccato. Hanno anche visto il sepolcro vuoto. È vero che i discepoli non potevano crederlo e hanno detto: “Ma queste donne forse sono un po’ troppo fantasiose” … non so, avevano i loro dubbi. Ma loro erano sicure e loro alla fine hanno portato avanti questa strada fino al giorno d’oggi: Gesù è risorto, è vivo tra noi (cf. Mt 28, 9-10). E poi c’è l’altro: è meglio non vivere, con il sepolcro vuoto. Tanti problemi ci porterà, questo sepolcro vuoto. E la decisione di nascondere il fatto. È come sempre: quando non serviamo Dio, il Signore, serviamo l’altro dio, il denaro. Ricordiamo quello che Gesù ha detto: sono due signori, il Signore Dio e il signore denaro. Non si può servire ambedue. E per uscire da questa evidenza, da questa realtà, i sacerdoti, i dottori della Legge hanno scelto l’altra strada, quella che offriva loro il dio denaro e hanno pagato: hanno pagato il silenzio (cf. Mt 28, 12-13). Il silenzio dei testimoni. Una delle guardie aveva confessato, appena morto Gesù: “Davvero quest’uomo era Figlio di Dio!” (Mc 15,39). Questi poveretti non capiscono, hanno paura perché ne va della vita … e sono andati dai sacerdoti, dai dottori della Legge. E loro hanno pagato: hanno pagato il silenzio, e questo, cari fratelli e sorelle, non è una tangente: questa è corruzione pura, corruzione allo stato puro. Se tu non confessi Gesù Cristo il Signore, pensa perché: dove c’è il sigillo del tuo sepolcro, dove c’è la corruzione. È vero che tanta gente non confessa Gesù perché non lo conosce, perché noi non lo abbiamo annunciato con coerenza e questo è colpa nostra. Ma quando davanti alle evidenze si prende questa strada, è la strada del diavolo, è la strada della corruzione. Si paga e stai zitto.

Anche oggi, davanti alla prossima – speriamo che sia presto – prossima fine di questa pandemia, c’è la stessa opzione: o la nostra scommessa sarà per la vita, per la resurrezione dei popoli o sarà per il dio denaro: tornare al sepolcro della fame, della schiavitù, delle guerre, delle fabbriche delle armi, dei bambini senza educazione … lì c’è il sepolcro.

Il Signore, sia nella nostra vita personale sia nella nostra vita sociale, sempre ci aiuti a scegliere l’annuncio: l’annuncio che è orizzonte, è aperto, sempre; ci porti a scegliere il bene della gente. E mai cadere nel sepolcro del dio denaro”.

F.M.

credit foto Vaticano

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