Il teatro Stabile del Veneto cambia volto

Due mosse strategiche rivendicate con orgoglio dal presidente del Teatro Stabile del Veneto Giampiero Beltotto nella conferenza stampa che si è tenuta il 15 luglio alle ore 11.30 al Ridotto del Verdi di Padova: prima l’allargamento dello Stabile al Teatro Mario Del Monaco di Treviso, poi la recente convenzione con Arteven, l’organismo distributore di spettacoli in oltre ottanta teatri nel Veneto, diretto da Pier Luca Donin. Queste le prime parole del presidente in occasione della presentazione del programma della Stagione Estiva 2020 intitolato “Tutti i gusti del teatro”.

Dopo il declassamento governativo del 2018 da “Teatro Nazionale” a “Teatro di rilevante interesse culturale”, l’istituzione teatrale più importante del Veneto, con piglio e determinazione, sotto la presidenza di Beltotto e la direzione artistica di Massimo Ongaro, mostra la volontà di riguadagnare la qualifica di “Teatro Nazionale”, attraverso la conquista di nuovi spazi e collegamenti organici e continuativi col territorio. A questo riguardo il programma estivo 2020 ne è più che mai espressione e sintesi per più aspetti, per il considerevole numero di incontri, 23 spettacoli da luglio a settembre, e per il coinvolgimento di compagnie e attori operanti in regione, definiti da Beltotto di eccellenza, e poi per la presenza di attori di rilevanza nazionale come Ottavia Piccolo e Paolo Rossi o intellettuali del calibro di Stefano Allievi.

Il coronavirus ha indubbiamente impresso un’accelerazione al cambio di paradigma organizzativo e artistico del mondo del teatro. Innanzitutto le Istituzioni teatrali, trovando difficoltà a puntare sui soliti nomi di portata nazionale, in questa situazione di prolungata emergenza, si sono trovate obbligate ad allacciare rapporti con attori, autori e compagnie locali. In questo caso nel programma estivo figurano tra le altre compagnie regionali come la Piccionaia, StivalaccioTeatro, Teatro Bresci, gli attori Andrea Pennacchi, Valerio Mazzucato, Fabio Sartor, Lucia Schierano e autori del calibro di Vitaliano Trevisan e Tiziano Scarpa.

La valorizzazione un po’ indotta dal pipistrello cinese di eccellenti realtà regionali rimodula in senso molto positivo il ruolo propulsore che deve avere un Teatro Stabile, prima sovente rinserrato in posizioni sganciate dalle forze creative e artistiche regionali.
Tuttavia credo si addensi all’orizzonte il rischio di un accentramento di risorse pubbliche in ambito produttivo e distributivo a discapito di molte altre realtà e molti altri artisti altrettanto eccellenti, dotati di una propria progettualità e originalità, presenti e attivi in regione che si dibattono tra mille difficoltà e che, privi di solidi appoggi politici, stentano a sopravvivere. Storia vecchia purtroppo.

di Toni Andreetta

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