“Forever” è il titolo del primo progetto solista di Francesco Bianconi, pubblicato da Ponderosa Music Records/BMG, in uscita venerdì 16 ottobre.
Anticipato dai brani “Il Bene” e “L’abisso”, e dall’ultimo singolo “Certi Uomini”, è un album universale e probabilmente senza tempo, dove l’unica cosa che conta veramente sono le canzoni.
“Forever”, prodotto da Amedeo Pace (Blonde Redhead) e registrato ai Real World Studios di Bath, è un disco scarno negli arrangiamenti e senza la tradizionale ritmica basso-chitarra-batteria, concepito con l’idea di usare la voce come unico elemento percussivo e con la presenza di un quartetto d’archi, il Quartetto Balanescu ensemble, e dei pianisti Michele Fedrigotti e Thomas Bartlett che si alternano nell’esecuzione dei brani.
Nel suo nuovo lavoro Bianconi ha fortemente voluto la partecipazione di altre voci: Rufus Wainwright, Eleanor Friedberger, Kazu Makino e Hindi Zahra, tutti artisti internazionali con cui ha avuto il piacere di collaborare sia per la scrittura dei brani sia per l’esecuzione della parte vocale.
Qui la nostra video intervista con Francesco Bianconi:
Francesco, “Forever” è il tuo primo progetto solista, un disco minimale dove hai tolto le sovrastrutture concentrandoti sulle canzoni. Ci racconti com’è nato?
“Ho fatto un lavoro di sottrazione, è un’esperienza nuova per me perchè sono sempre stato appassionato e fan dell’addizione. Con i Baustelle abbiamo lavorato a una forma canzone molto barocca, orchestrata, in cui c’era una commistione di elementi rock e derivanti dalla musica classica, un’interazione tra archi e fiati, era una musica molto stratificata e continua a piacermi questo iper arrangiamento. Però a un certo punto viene voglia di cambiare pagina, di scenari nuovi. Già dagli ultimi due tour sentivo di volere una maggiore semplicità, un’abilità di manovra, mi sembravano un po’ ingombranti queste strutture stratificate. Per cui è stato naturale, quando con i Baustelle abbiamo deciso di fermarci un attimo e portare avanti ognuno i propri progetti, pensare di fare un disco molto semplice, minimale, guidato dalla voce, senza la sezione ritmica, ed è uscito un progetto più privato anche perchè mi sono messo a lavorare togliendo cose e lasciando la voce, il pianoforte, il quartetto d’archi e dando più attenzione alle parole”.
E’ un disco universale e internazionale, impreziosito dai featuring di Rufus Wainwright, Eleanor Friedberger, Kazu Makino e Hindi Zahra…
“Avendo sfogliato e ridotto ai minimi termini la canzone il risultato è che questi pezzi possono essere tipici di qualsiasi epoca e di qualsiasi luogo e geografia. Per questo ho quasi da subito pensato di unire alla mia voce anche lingue diverse a voler dimostrare che è sempre lo stesso brano, da Tunisi a Los Angeles, quindi ho iniziato a pensare ad artisti internazionali che mi piacevano e che potessero arricchire il disco. L’idea era addirittura di lasciare delle musiche aperte e invitare l’ospite a scrivere il testo nella sua lingua e cantarlo poi insieme. Con Hindi Zara è stato così, a Rufus ho mandato il pezzo in italiano e volevo che scrivesse un testo in francese in quanto è canadese francofono, ma essendo super amante dell’opera ha voluto cantare nella nostra lingua e ha avuto ragione perché il risultato è stato ottimo”.
Il brano “Il bene” è un invito alle persone ad agire non per sè ma per la collettività. Pensi che nell’attuale momento che stiamo vivendo la musica possa avere ancora una valenza sociale ed essere uno sprono ad agire per provare a cambiare in meglio il mondo?
“La musica ha un valore a livello sociale e chi fa questo mestiere è giusto che senta la responsabilità dell’impatto che può avere sulla gente che lo ascolta. La musica popolare non è detto che cambi il mondo o che faccia le rivoluzioni ma influisce a livello sociale, per cui una società chiusa produce una musica chiusa che rinforza certi valori nel peggiore dei casi, al contrario una società aperta attraverso le canzoni può portare messaggi positivi e seminarne di nuovi. Da questi semi nascono i cambiamenti che avvengono a livello politico, culturale, economico”.
In attesa di vedere quali sviluppi ci saranno per quanto riguarda gli spettacoli dal vivo quali sono i tuoi prossimi progetti?
“C’è l’idea di un libro a cui sto lavorando ma non posso ancora svelare nulla. C’è una voglia pazzesca di suonare le canzoni di questo disco dal vivo ma continua ad essere difficoltoso fare i concerti. Purtroppo viviamo in una situazione di futuro incerto e la programmazione è particolarmente difficile. Spero comunque che si possa presto tornare a cantare live”.
Francesco Bianconi terrà un mini tour di incontri in spazi che permettono il rispetto delle vigenti norme di sicurezza.
Queste le date confermate:
17 OTTOBRE / TORINO @ CAP10100 / ORE 18.30
19 OTTOBRE / BOLOGNA @ ORATORIO SAN FILIPPO NERI / ORE 18.30
27 OTTOBRE / ROMA @ MONK / ORE 18.30 CON TBC
28 OTTOBRE / SIENA @ AUDITORIUM DEL CENTRO SANTA CHIARA LAB, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENA / ORE 10.45
28 OTTOBRE / FIRENZE @ MANIFATTURA TABACCHI / ORE 18.30
4 NOVEMBRE / NAPOLI @ DOMUS ARS / ORE 18.30 C
6 NOVEMBRE / MILANO @ SANTERIA TOSCANA 31 / ORE 18.30
Sono disponibili, sui canali dell’artista, i capitoli di un format dal titolo “Storie Inventate”, scritto e ideato da Bianconi, pensato come un racconto, per immagini e musica, di diversi temi realizzati e affrontati con la partecipazione di ospiti differenti per ciascuna delle otto puntate. Insieme ad Angelo Trabace, l’artista si è divertito ad arrangiare e suonare in libertà una canzone che gli è sempre piaciuta, spogliandola dell’arrangiamento originale e rivisitandola.
Queste le puntate già uscite:
Episodio 1 – Storie Inventate, Valerio Millefoglie
Episodio 2 – Storie Inventate, Lo Sgargabonzi
Episodio 3 – Storie Inventate, Sofia Viscardi
Episodio 4 – Storie Inventate, Olimpia Zagnoli
Episodio 5 – Storie Inventate, Diego Rossi
Episodio 6– Storie Inventate, Vera Gheno
di Francesca Monti