Venerdì 20 agosto, nel cuore del Parco Archeologico – da poco tornato sede di nuovi importanti lavori di scavo nell’area tra il teatro, il quartiere abitativo più antico della città e l’altura del Santuario di Poseidone – si terrà uno degli appuntamenti più originali e attesi del festival: IL VIAGGIO DI PARMENIDE. Una conversazione-spettacolo dedicata al filosofo che a Velia fondò la scuola eleatica e la filosofia occidentale. Parteciperanno all’evento i professori Mauro Tulli, Franco Ferrari, Emanuele Stolfi e Luigi Vecchio. L’attore Gianluigi Tosto reciterà alcuni frammenti parmenidei, accompagnato dall’arpa di Adriana Cioffi.
L’evento speciale è anche un’occasione importante per ricordare ancora una volta il filosofo Aldo Masullo, a cui è dedicata questa XXIV edizione di VeliaTeatro, a un anno dalla sua morte. Il grande pensatore napoletano fu animatore e protagonista della mobilitazione civile per la riqualificazione del paesaggio e la tutela della città antica, minacciata dalla speculazione edilizia, contribuendo all’approvazione della Legge Regionale “Daniele” del 2005, purtroppo ancora inattuata. Un E resta memorabile il suo riferimento a Parmenide e alla scuola eleatica in un Appello ai Giovani di Grecia: “La verità è nel presente. Mai il passato è il nostro destino, né quando ci narra la gloria né quando rievoca sventure. Il nostro destino è il presente, lo sono i problemi che incombono e le forze morali che sappiamo mettere in campo per affrontarli. […] Parmenide di Elea, medico, politico, stratega, con questo spirito servì la sua città, guidandone il popolo, incarnandone la verità. Ciò gli fu possibile, poiché fu filosofo. Aveva cioè capito che, in ultima analisi, la verità non è mai questa o quella decisione, questo o quel progetto, questo o quell’impegno, ma il pensiero. […] Il pensiero è il solo potere che, se non siamo noi stessi a rinunciarvi, nessuno ci può togliere.”
Venerdì 20 Agosto – Antico Teatro di Elea Velia – Parco Archeologico
IL VIAGGIO DI PARMENIDE
da I Frammenti di Parmenide di Elea
Brevi interventi di Mauro Tulli, professore associato di Grammatica Greca dal 1998 presso l’Università di Pisa e dal 2006 professore ordinario di Letteratura Greca; Franco Ferrari, professore ordinario di Filosofia antica presso l’Università di Pavia; Emanuele Stolfi, professore ordinario di Diritto romano e diritti dell’antichità presso l’Università di Siena; Luigi Vecchio, professore di Storia greca presso il corso di laurea triennale in Beni culturali e di Epigrafia greca presso il corso di laurea magistrale in Archeologia e culture antiche dell’Università degli Studi di Salerno. Segue lettura scenica. Traduzione di Angelo Pasquinelli
Lettura scenica Gianluigi Tosto Arpa Adriana Cioffi
VeliaTeatro Festival propone la lettura e il commento di un testo molto difficile da interpretare anche perché molto difficile da ricostruire, di un testo, ad un tempo, di fondamentale importanza nella cornice che ci vede raccolti sulla costa del Cilento colonizzata dai Greci di Focea: il poema di Parmenide, il grande intellettuale vissuto qui fra il VI e il V secolo avanti Cristo, un poema scritto con la lingua e con lo stile di Omero e di Esiodo, che racchiude, nel fascino di ben costruiti esametri, dottrine decisive per la storia del pensiero dei Greci e, tramite Platone, per la storia del pensiero europeo. La tradizione purtroppo ne conserva solo frammenti, che in ogni caso rendono possibile capirne il complessivo schema e seguirne il generale impianto argomentativo. Il racconto, citato da Sesto Empirico, di un viaggio compiuto da Parmenide apriva il poema, un viaggio sul carro guidato dalle figlie del Sole per abbandonare le tenebre del non sapere, verso la luce del sapere. Dopo la sosta presso la porta di Dike, il racconto rievoca l’accoglienza di Parmenide presso la dea custode del sapere, che ha la funzione di Musa, per l’investitura e per l’ispirazione. La dea subito distingue due campi del sapere o del non sapere, l’aletheia, la verità, e la doxa, l’opinione. Ma il poema qui ha numerose lacune, dalle quali emerge la celebre immagine della scelta fra le strade, forse in polemica con Eraclito, certo per un rifiuto del non sapere che offusca la mente dei mortali. L’aletheia, la verità, trovava il suo cuore nella riflessione che richiama Simplicio, con l’ampio panorama, di forte matrice razionalistica, sull’essere che non muta, immobile, senza nascita e senza fine, compatto, di forma sferica, in equilibrio ammirevole. Nell’ultima parte, il poema entrava in contatto con la doxa, l’opinione: pur fra numerose lacune qui splende la raffigurazione del giorno e della notte, del cielo e della luna, con intuizioni di notevole modernità. [Mauro Tulli]
Posto unico € 25
Teatro Antico di Elea Velia – Parco Archeologico – Piazzale Amedeo Maiuri, Ascea – (SA)
Costo biglietto € 25 – Under 12 anni € 10