VENEZIA78 – “La ragazza ha volato” di Wilma Labate con Alma Noce e Luka Zunic, in Concorso nella sezione Orizzonti Extra: “Spero che questo film possa far riflettere gli spettatori”. Incontro con la regista e con il cast

E’ stato presentato alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “La ragazza ha volato” di Wilma Labate, in Concorso nella sezione Orizzonti Extra, interpretato da Alma Noce, Luka Zunic, Rossana Mortara, Livia Rossi, Massimo Somaglino.

Il film racconta la storia di Nadia, un’adolescente ‘scomoda’ che vive a Trieste, città di confine tra tante culture, un luogo spazzato da un vento potente, in cui la protagonista cresce coltivando una solitudine da cui uscirà in modo inatteso. Dopo una violenza subita da parte di Brando, un giovane che arriva da una famiglia sregolata, Nadia rimane incinta e prende una decisione che cambierà radicalmente la sua vita.

Abbiamo chiesto alla regista Wilma Labate, che torna al lungometraggio di fiction a 14 anni di distanza da Signorina Effe, come mai abbia scelto Trieste per ambientare questa storia: “E’ misteriosa come l’identità femminile, finisce con la e e non con la o, è una città piena di storia, di vecchi conflitti, di cultura, affacciata su un mare malinconico, quasi grigio, sempre abbastanza calmo, è una finestra sui Balcani, infatti sono molto presenti le persone balcaniche con tutti i loro aspetti misteriosi, e sull’Oriente. E’ una città pulita, dove le cose apparentemente funzionano e volevo che questa storia fosse ambientata non in una periferia degradata e Trieste si è prestata molto bene a questo progetto. Ho opzionato la sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo che era ben scritta e con dei bei dialoghi e poi ho messo il mio sguardo artistico. Quello che mi interessava di più era raccontare un personaggio femminile a tutto tondo, in profondità, penso sia indispensabile rispetto a un mondo ancora parecchio sconosciuto ma credo interessante. Alma e Luka sono stati molto generosi e disponibili, si sono abbandonati nel fare questo film, non accade spesso e sono contenta e lusingata di aver lavorato con loro”.

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Alma Noce e Luka Zunic, bravissimi e centrati nei loro personaggi, ci hanno raccontato invece cosa li ha colpiti maggiormente quando hanno letto per la prima volta la sceneggiatura: “Mi ha sorpreso quanto fosse vera questa storia e il modo in cui viene raccontata, non è stata drammaticizzata, edulcorata, ma è così com’è. E poi è un viaggio quello che fa Nadia, ho pensato che avrei potuto farlo anch’io nello stesso momento. Ho visto anche una grande urgenza in lei che esce nella scelta che decide di fare”, ha detto l’attrice.

“Per me la verità è l’elemento centrale di questa storia, per quanto riguarda il mio personaggio ho pensato che fosse interessante scavare dentro di me e tirare fuori qualcosa che ancora non avevo avuto modo di far uscire, mettendomi in gioco”, ha spiegato Luka Zunic.

Nel film c’è una scena di violenza molto forte che la regista è riuscita a rendere in modo delicato: “Mi interessava conservare un piccolo aspetto di umanità e cercare di evitare la brutalità evidente, pacchiana, non per togliere forza ma per darne molta di più alla scena. Un abuso può essere fatto in varie sfumature, anche minuscole, ma rimane un segno per tutta la vita nelle donne che lo subiscono. Siamo stati parecchio tempo su quella scena, abbiamo parlato e provato molto e poi girato. I silenzi di Nadia spero che parlino e arrivino le parole che non pronuncia”.

Alma Noce ha spiegato di essere stata molto toccata da quella scena, non tanto sul set ma ripensando a freddo a quei momenti: “Avevamo un po’ paura all’inizio, anche solo di parlarne, l’abbiamo affrontata un po’ al buio, ognuno aveva la sua idea, e abbiamo capito che era il caso di comprendere innanzitutto cosa volesse Wilma e come realizzarla perché è molto lunga e ci sono diverse fasi di questa violenza. Mi fidavo ciecamente della regista e sul momento non è stato un problema ma quando sono tornata in albergo la sera ho pianto perché mi ha toccato molto quella situazione. Con Luka abbiamo cercato di renderla più reale possibile sul set. Nadia non è in grado di comunicare con la sua famiglia quello che ha subito e si chiude nel silenzio. La mia speranza era che riuscisse a liberarsi e a condividere quanto accaduto”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Luka Zunic: “E’ una scena molto complicata, ne abbiamo parlato molto, poi ho lasciato uscire le emozioni. Brando nasce in una famiglia in cui tutto sembra giusto, anche quello che non lo è, e quando va a commettere la violenza non si rende conto di quello che sta facendo. E’ una violenza che entra dentro la testa di Nadia e la paralizza”.

Nel ruolo della mamma della ragazza troviamo Rossana Mortara: “Non è stato semplice interpretare un personaggio che parla poco, è stato un lavoro di sottrazione e di grande fiducia nei confronti di Wilma perché ho una formazione teatrale per cui di solito parlo, mi muovo, agisco, quindi è stato bello lasciarsi andare e fidarsi del suo sguardo”.

“La mamma accetta il ruolo di piccola supremazia del marito ma sa anche sottrarsi al controllo e in realtà lei un po’ inconsapevolmente è solidale con il futuro, con la scelta che fa sua figlia”, ha aggiunto Wilma Labate augurandosi che “il film venga visto da tante donne e da tanti uomini in modo che le prime riflettano su questa storia e i secondi vedano il disagio, il fastidio che alcune scene possono suscitare. Spero poi che arrivino allo spettatore dei messaggi che possano restare dentro per un po’ di tempo e farli riflettere”.

di Francesca Monti

credit foto FM

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