Intervista con Antonella Palmisano, oro nella 20 km di marcia ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020: “Ho realizzato un sogno, ora voglio portare questa disciplina nelle scuole”

“E’ stata la prima gara importante dove nel finale non c’è stata la competizione, perché ho cambiato ritmo, sono andata in fuga e mi sono resa conto di quello che stava succedendo“. Ai Giochi di Tokyo 2020 una strepitosa Antonella Palmisano ha fatto sognare l’Italia conquistando l’oro nella 20 km di marcia al Sapporo Odori Park, al termine di una gara pazzesca, in cui con determinazione e autorevolezza ha sbaragliato tutte le avversarie.

La campionessa di Mottola (Ta), allenata da Patrizio Parcesepe, dopo essere stata fin dall’inizio nel gruppo di testa, ha messo a segno l’allungo decisivo a 3 km dal termine, tagliando il traguardo in solitaria, con il fiore tra i capelli e un grande sorriso, in 1h29:12, davanti alla colombiana Arenas e alla cinese Liu. Una medaglia tanto inseguita dalla marciatrice azzurra e finalmente raggiunta proprio nel giorno del suo trentesimo compleanno.

In questa intervista che ci ha gentilmente concesso, Antonella Palmisano ci ha parlato delle emozioni vissute ai Giochi e del percorso a ostacoli che l’ha portata a conquistare l’oro olimpico, ma anche del fiore portafortuna realizzato da sua mamma Maria, dei prossimi obiettivi e del progetto “In marcia con Antonella” pensato per le scuole italiane per educare i bambini allo sport.

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Antonella Palmisano dopo la vittoria dell’oro olimpico – credit foto Giancarlo Colombo

Antonella, sono passati quasi tre mesi da quel memorabile 6 agosto, in cui ha conquistato l’oro nella 20 km di marcia ai Giochi di Tokyo2020 nel giorno del suo compleanno. Ci racconta le emozioni che ha provato quando ha tagliato il traguardo di Sapporo? 

“Ho provato emozioni diverse, la parte più bella non è stata tanto l’arrivo ma gli ultimi venti minuti. E’ stata infatti la mia prima gara importante dove nel finale non ho avuto la concorrenza, non c’è stata la competizione, perché ho cambiato ritmo, sono andata in fuga e quindi mi sono resa conto di quello che stava succedendo. Ho ripensato al lavoro e ai sacrifici fatti per arrivare ai Giochi di Tokyo2020. Lungo il percorso poi c’erano tutti i miei compagni di allenamento che facevano il tifo per me, mi incitavano, sentivo una grande energia, e quando ho tagliato il traguardo mi sono venuti i brividi”.

Cosa rappresenta per lei questo oro olimpico?

“L’avvicinamento non è stato dei migliori, perché a due mesi dalla gara ho avuto un infortunio e per 40 giorni non ho marciato ma solo corso e ho pensato anche di non poter partecipare ai Giochi. Al di là di un sogno che si è realizzato, è stata una grande soddisfazione perché due mesi prima avevo quasi perso le speranze ma ho avuto costanza e determinazione nell’andare avanti nonostante tutto. Nulla è stato raggiunto a caso, con facilità, ogni anno c’è stato un problema perché la vita dell’atleta è anche questo, nel senso che sottoponiamo il corpo a stress continui, quindi ci sono degli intoppi. Aver raggiunto l’obiettivo più importante in un contesto per niente facile significa tanto per me”.

Quanto è stata complessa la preparazione ai Giochi, tenendo conto dell’infortunio e delle difficoltà legate alla pandemia?

“Durante il lockdown il mio allenatore Patrizio Parcesepe è stato bravo a reinventarsi e a trovare nuovi esercizi da svolgere in casa ma le ore di allenamento sono state dimezzate e quindi avevamo paura di perdere il passo. Successivamente ci si poteva allenare a 500 metri dalla propria abitazione e a giorni alterni marciavo per 10-15 km. Poi con l’infortunio ho fatto allenamenti che duravano 40 minuti ed era difficile continuare a sperare di vincere un’Olimpiade sapendo che il lavoro era ridotto”.

Il 2021 è stato sportivamente un anno magico per l’Italia, per la Puglia, e per l’atletica leggera con ben cinque ori vinti ai Giochi di Tokyo 2020, segno che finalmente anche questa disciplina sta tornando a risplendere. Quale pensa sia stato il punto di svolta?

“Abbiamo avuto la possibilità di allenarci durante la pandemia e nella ripartenza perché chi era stato preselezionato per le Olimpiadi poteva andare nei centri sportivi, io avevo a disposizione quello delle Fiamme Gialle e una palestra, a differenza di altre atlete di diversi Paesi del mondo, con cui ero in contatto, che non potevano fare nulla. Siamo stati fortunati in quanto abbiamo continuato a svolgere l’attività al meglio e siamo stati bravi mentalmente a rimanere sul pezzo. In quel periodo tante mattine mi svegliavo e mi chiedevo chi me lo facesse fare di allenarmi dato che nel mondo c’era una situazione drammatica e non si sapeva se ci sarebbe stata l’Olimpiade. Ma io e tutti i miei compagni italiani ci abbiamo creduto nonostante l’incertezza, abbiamo avuto costanza, tenacia, perseveranza, e i risultati si sono visti. E’ stato un anno magico e sta continuando questa scia di vittorie. Ogni risultato trasmette entusiasmo. Io stessa mi sono gasata vedendo il successo dell’Italia agli Europei di calcio, ma anche l’oro nel taekwondo di Vito Dell’Aquila, che è pugliese come me, e quelli nell’atletica di Massimo Stano, Marcell Jacobs e Gianmarco Tamberi”.

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Antonella Palmisano nel ritiro dei giovanissimi marciatori delle Fiamme Gialle 

Com’è nata la sua passione per la marcia?

“E’ nata in quanto nel mio paese, Mottola, non c’erano molte strutture e non avevo la possibilità di provare altre discipline. A disposizione avevo la strada, quindi o correvo ma non ero molto portata, o marciavo e a distanza di sei mesi dal debutto avevo già vinto il primo titolo italiano, e ho continuato perché mi piaceva. Ora mi sento responsabile e voglio dare un valore a questa medaglia, in modo che non sia solo un oggetto. Vorrei che i ragazzi cominciassero a praticare la marcia e soprattutto a conoscerla. Quando ho iniziato ad esempio c’erano delle persone che non sapevano cosa facessimo e ci prendevano in giro per questo movimento strano delle anche, che era uno dei motivi per cui alcuni bambini non volevano praticare questa disciplina”.

Porterà il suo progetto formativo “In marcia con Antonella” in tutta Italia?

“Il mio compito è portare la marcia nelle scuole, dove purtroppo non si svolgono nemmeno più i Giochi della gioventù che erano importanti per approcciarsi allo sport e grazie ai quali è nata la mia passione per l’atletica. Sono stata a Roma e a Torino, dove il mio sponsor ha organizzato una gara di 4 km e mezzo in città con 30 ragazzini, che è stata seguita da tante persone. Sono pronta a portare questo progetto in tutta d’Italia, negli istituti interessati”. 

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I bellissimi fiori in feltro realizzati da mamma Maria

Com’è nata l’idea del fiore in feltro portafortuna realizzato da sua mamma, che porta tra i capelli durante le gare?

“Risale ad una delle mie prime gare importanti. Era il 2010, avevo chiesto a mia mamma di realizzare un portafortuna da mettere tra i capelli e lei aveva creato un girasole con i colori dell’Italia e vinsi la 10 km juniores della Coppa del Mondo a Chihuahua, diventando la prima ragazza italiana di quell’età ad ottenere un risultato così prestigioso. Così ho pensato che quell’amuleto dovesse accompagnarmi in ogni competizione. Mamma poi è diventata talmente brava che ha iniziato a realizzare dei fiori aventi per metà il tricolore e per l’altra i colori della bandiera del Paese che mi ospita. In questo caso era particolare perché dietro aveva un ricamo d’oro. Di solito mia mamma realizza il fiore 5-6 giorni prima dell’inizio della competizione, questo invece era già pronto due mesi prima e quando l’ho visto, io che sono scaramantica, le ho chiesto il motivo e mi ha risposto che credeva che il mio sogno si sarebbe potuto realizzare e se così fosse stato avrei già avuto l’oro tra i capelli”. 

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credit foto Fiamme Gialle

Tra i vari incontri post olimpici c’è stato anche quello speciale con Papa Francesco insieme alla delegazione delle Fiamme Gialle….

“E’ stato un momento bellissimo. Quello che mi ha colpito di più sono state alcune parole del discorso che il Papa ha tenuto durante l’Udienza: “seminate bene e pregate che il vostro seme nasca e dia i propri frutti”. E’ quello che ho cercato di fare negli anni. Questo oro è stato un sogno diventato realtà e vuol dire che è stato fatto tutto in modo giusto. Così come nello sport anche nella vita se seminiamo bene qualcosa poi ci ritorna”.

Quali sono i prossimi obiettivi sportivi?

“Sicuramente ci sono gli Europei e i Mondiali nel 2022, è il primo anno in cui sono in programma due gare importanti ravvicinate, a luglio e agosto, è una sfida e sarà bello vedere quali risultati arriveranno”.

Qual è il ricordo più bello che porta nel cuore di questa edizione dei Giochi, che è stata così particolare e al contempo splendida?

“Il supporto di tutte le persone che mi sono state vicine in questi anni. Sono stata seguita e appoggiata dal mio allenatore, da un meraviglioso team, dall’endocrinologo, dall’osteopata, dal posturologo, tutta una serie di figure che hanno contribuito a creare l’approccio perfetto per arrivare a questa gara. E poi la mia famiglia, i miei compagni di allenamento che mi hanno sostenuta nei momenti difficili. Se ho vinto l’Olimpiade è anche grazie a loro”.

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Quando non è impegnata con gare e allenamenti quali sono i suoi passatempi preferiti?

“Prima di Tokyo mi dedicavo nei momenti liberi alla fotografia, al mio cane, alla cucina, alla casa, a riorganizzare la mente e i pensieri, ogni tanto riuscivo anche a leggere. Dopo l’oro olimpico è cambiata un po’ la mia vita nel senso che sono spesso in giro e ho poco tempo. Da novembre però tornerò alla routine, ad allenarmi e ai miei hobbies”.

Un sogno nel cassetto…

“A livello sportivo sogno che la marcia possa diventare popolare, mentre dal punto di vista personale in futuro vorrei realizzarmi come donna e creare una famiglia”.

di Francesca Monti

Nella foto copertina Antonella Palmisano sul podio olimpico – credit foto Giancarlo Colombo

Grazie a Silvia Saliti di Jump4excellence

 

 

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