Intervista con Max Maglione, in scena con lo show “Metà di me” al Teatro Golden di Roma, a sostegno dell’associazione Peter Pan Odv: “Sono uno psicologo prestato all’arte”

Max Maglione è in scena con lo show “Metà di me” fino al 3 aprile al Teatro Golden di Roma, a sostegno dell’associazione Peter Pan Odv.

Un concentrato di musica, divertimento e solidarietà sono i protagonisti delle serate che vedono Maglione portare sul palco, con tutta la sua energia positiva, l’opera teatrale tratta dall’omonimo cd inciso con la straordinaria partecipazione di Fabrizio Bosso, il trombettista jazz di fama internazionale e autentico orgoglio italiano. In “Metà di Me” Max Maglione racconta con grande leggerezza e comicità quanto stiamo vivendo oggi nel mondo della comunicazione, dei media e dei social al cospetto di argomenti che hanno preso la scena internazionale come la pandemia, il riscaldamento globale e la politica creando momenti di riflessione e condivisione. Lo show è scritto, diretto ed interpretato da Max Maglione: insieme a lui sul palco ci saranno diversi artisti tra i quali Luigi Mas al pianoforte, Francesco Calogiuri alla batteria e Stefano Scoarughi al basso.

L’associazione Peter Pan Odv Roma dal 1994 è al fianco dei bambini e degli adolescenti malati di cancro e delle loro famiglie, garantendo loro una casa e tutto il supporto necessario.

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Max, ci racconta com’è nata l’idea dello spettacolo “Metà di me”?

“Sono un giovanotto che sta invecchiando e che può parlare di tante cose (sorride). Ho cominciato a raccontare come siamo cresciuti, come siamo stati educati, le psicologie di mio padre, le differenze tra ieri e oggi, è una commedia da vivere. Siamo partiti dall’era analogica, dal 1962, anno in cui sono nato, fino ad arrivare alla pandeguerra, passando dai fax all’era digitale a quella dei social, in uno show che unisce ilarità, momenti di grande profondità e musica. “Metà di me” è tratto dall’omonimo cd che ho realizzato con Fabrizio Bosso. Saremo in scena fino a giugno con questa commedia di cui sono il mattatore, tra battute, musiche e canzoni e il pubblico è totalmente interattivo, canta, facciamo interviste insieme, è uno show molto particolare”.

Come si è sviluppata questa collaborazione con Bosso?

“E’ nata dopo un incontro casuale. Fabrizio mi ha sentito parlare dal palco dell’associazione Peter Pan, della parte solidale del progetto che mi ha ricondotto ad una vita di spettacolo. Un giorno mi ha chiamato e mi ha detto se mi andasse di fare un cd con lui, di scegliere le canzoni e che avremmo realizzato una progetto spettacolare. All’inizio ho pensato che fosse uno scherzo, invece era tutto vero. Fabrizio è una persona speciale, oltre ad essere uno dei trombettisti jazz più importanti del mondo, ed è arrivato nella mia vita all’improvviso”.

Quando è entrato a contatto per la prima volta con l’associazione Peter Pan Odv Roma (https://www.peterpanodv.it/)?

“La mia vita è il mio messaggio. Sono uno psicologo e ho avuto un’esistenza fortunata fino ad oggi, con tante belle cose, ho viaggiato, e ho deciso di ridare gran parte di quello che ho ricevuto, offrendomi alla sofferenza, aiutando gli altri. Ho incontrato per la prima volta la Casa di Peter Pan quindici anni fa. Quando sono arrivato ho visto la scritta “non potendo aggiungere giorni alla vita aggiungiamo vita ai giorni” e c’era un bambino senza capelli. Ho capito che era un luogo in cui venivano accolti i bambini malati di cancro insieme alle loro famiglie perchè quando si ammala un bimbo cambia la vita di tutti, ti trovi fuori da ogni logica, devi combattere e il fatto di stare insieme è importante. L’associazione Peter Pan Odv Roma mette a disposizione degli appartamenti a poca distanza dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, dove possono riunirsi le famiglie perchè l’amore è parte della terapia. Sin da piccolo sono sempre stato appassionato di musica e canto e ho suonato la chitarra, così ho ripreso quella mia vecchia passione e ho iniziato a scrivere spettacoli per gli amici. Mi sono sentito nuovamente quel ragazzo che suonava in spiaggia fino a notte, con gli altri che rimorchiavano le ragazze (sorride). Da lì sono arrivate tante fortune. Una sera sono entrato al Teatro Golden dicendo che volevo affittarlo per un evento volto a raccogliere fondi per i bambini malati di cancro e da quel momento Andrea Maia è entrato nella mia vita, ha messo a disposizione il teatro la domenica sera e ogni volta che parlavo a qualcuno di questo progetto sembrava che si aprisse una porta. Ho scritto quattordici spettacoli, abbiamo raccolto oltre 200 mila euro, ho incontrato tante persone, coinvolto artisti quali Dado, Maurizio Battista, Fabio Concato, Fabrizio Bosso. Mi reputo uno psicologo prestato all’arte”.

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La leggerezza e la comicità possono essere utili per far riflettere il pubblico?

“Attraverso la leggerezza e l’ironia si possono mandare messaggi molto profondi. Io sono avvantaggiato dalla mia professione, ad esempio in un caso di analisi non puoi appesantire il paziente della sua stessa problematica ma gli va data una possibilità di pensare in modo ottimistico. E’ quello che faccio anche nel mio show. Abbiamo riarrangiato con Fabrizio Bosso “Notte che se ne va” di Pino Daniele e quando sono andato a Napoli, io che sono abituato agli scugnizzi, alla gente per strada, ai carretti, ai colori, mi sono ritrovato da solo in Piazza Plebiscito, con i quartieri vuoti, via dei Mille e via Toledo senza nessuno, cose che non avevo mai visto in vita mia e ho provato un senso di malinconia. Io scherzo sul fatto di essere uno scugnizzo, sui modi di fare di noi napoletani, ma alla fine capisci quanto a volte anche le piccole cose che magari non ami, come la confusione, possano mancare nella tua vita”.

Uno show con una finalità sociale molto importante, soprattutto in un momento in cui tutto sembra volerci dividere…

“In uno sketch affermo “siamo passati da mio padre che diceva se torni tardi dormi sul ballatoio”, al “vieni qui non ti faccio niente” ed era già pronto con la cinta, a “svegliati che la guerra è finita”, poi io guardo in alto e dico papà la guerra non è finita”. E così vado nella profondità attraverso l’ilarità. Alla fine c’è un pezzo importante sul fatto che la guerra dell’uomo uccide l’uomo stesso perchè non sono le bombe che vengono lanciate ma quelle che rimarranno nell’anima per più di cento anni in quanto hai distrutto qualcosa di mio. Quello che distruggiamo diventa prevaricare e quindi non c’è fratellanza”.

Quali sono i suoi prossimi progetti?

“Realizzerò un nuovo disco con Fabrizio Bosso. “Metà di me” ha avuto un ottimo riscontro e sono stati raccolti tanti soldi per la Casa di Peter Pan che ha un costo di 80 mila euro al mese e non è sostenuta da finanziamenti pubblici. Abbiamo 32 stanze sempre piene, ora sono arrivate cinque famiglie ucraine, e vedere negli occhi dei bambini la paura per la guerra e per il cancro è molto toccante. Dal prossimo disco nascerà poi un nuovo show”.

di Francesca Monti

Grazia a Giorgia Fortunato

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