Dal 7 aprile in esclusiva su Prime Video, in 240 Paesi e territori in tutto il mondo, sarà disponibile “Laura Pausini – Piacere di conoscerti”, con la regia di Ivan Cotroneo, che vedrà protagonista la cantante, autrice e produttrice italiana Laura Pausini, star globale amata in tutto il mondo.
Il film nasce da una domanda: cosa sarebbe successo se quella sera del 1993 Laura non avesse vinto il Festival di Sanremo? La regina del pop italiano è per la prima volta davanti alla macchina da presa in un progetto che conferma il suo amore per la settima arte e che svelerà al pubblico la sua vera anima, attraverso scorci inediti della sua vita privata e professionale, dandole anche la grande opportunità di scoprire aspetti di sé e del suo mondo mai visti e immaginati, che per la prima volta saranno svelati al pubblico. Per raccontare la sua storia, Laura torna sui suoi passi, dall’infanzia a tutte le tappe di una straordinaria carriera e alla quotidianità, immaginando per la prima volta quello che sarebbe potuto succedere se non avesse avuto la fortuna e la costanza di vivere una vita da star globale.
“Non volevo un documentario di autocelebrazione ma volevo parlare di come sentirsi realizzati, indipendentemente dalla fama, e di quanto sia importante conoscere la vittoria ed essere ugualmente orgogliosi della sconfitta. Ho avuto la fortuna di dare a mia figlia un grande insegnamento. Quando sono partita per la cerimonia dei Golden Globe non sapevo come sarebbe andata e ho vinto ma sono tornata rimanendo sempre la stessa persona, idem dopo aver perso l’Oscar. E Paola mi ha guardato sempre con gli stessi occhi. A noi viene insegnato che bisogna vincere, essere i più forti, io lo sono stata varie volte, ma nella vita è importante anche perdere”, ha esordito la cantante in un incontro con la stampa. “Forse durante il lockdown ho capito che avevo bisogno di fare un riassunto della mia vita fino a questo momento. Il film non vuole rinnegare nulla di quello che ho, ma ho lasciato in sospeso quelli che erano i miei sogni di allora e per questo motivo è stato molto interessante realizzare questo progetto. Una notte mi sono svegliata e ho scritto questa storia che avevo in testa da anni ma fino a quel momento non ero in grado di reggere il confronto con chi non capisce il desiderio di una persona famosa di non esserlo. Oggi non ho paura di dire quello che sento, l’ho raccontato a Nicole Morganti, Head of Italian Originals di Amazon Studios, ed è stata entusiasta, così mi sono buttata. All’inizio non sapevo come avrei reagito durante le riprese ma è stato commovente. Io non sono un’attrice, non stavo recitando ma sono proprio così nella vita di tutti i giorni”.
Nel film Laura racconta la sua storia ma parla anche di quella che sarebbe potuta essere la sua vita se nel 1993 non avesse vinto Sanremo con “La solitudine”: “Il principio da cui è nato questo desiderio di cantare quelle parole e quel messaggio è lo stesso. Per noi è facile giudicare e dire che in uno stadio è più bello esibirsi, davanti a migliaia di persone, rispetto ad un pianobar, ma avete mai pensato cosa possiamo pensare noi cantanti? Ero fuori di me quando ho cantato a San Siro ma anche quando facevo le serate al pianobar. Ho una figlia di 9 anni che sa e vede delle cose che io ho conosciuto a 20 anni e quello che mi racconta oggi è molto legato al mondo della fama, del like e mi preoccupa perchè voglio cercare di spiegarle, anche mostrando visivamente quello che le ho raccontato, che si deve partire da un altro inizio per arrivare un giorno ad avere una carriera e che si può essere comunque felici anche se riesci a fare pianobar e a vivere di quello. Non mi aspettavo di essere nominata all’Oscar e non capivo perchè fosse capitato a me. Sono consapevole del fatto che chi ha fama lo deve alla fortuna e ha un destino scritto da qualcuno più grande di noi, e so anche l’impegno che ci ho messo e i sacrifici che a volte mi hanno fatto discutere con la mia famiglia. Quando ho iniziato non immaginavo che sarei arrivata dove sono oggi, per questo pensavo che avrei aperto un negozio di ceramiche, sempre coltivando la passione per il canto, non era un accontentarsi ma fare quello che mi piaceva. Io penso che i ragazzi di oggi non debbano accontentarsi o aspettare a casa che arrivi l’occasione ma provare, capire quale sia la strada da seguire”.
Lo sliding door di Laura Pausini è stato il Festival di Sanremo 1993: “La Warner mi ha iscritta alla kermesse ed ero talmente ingenua che ho passato tutto il tempo a chiedere autografi ai big perchè molti amici di scuola mi prendevano in giro in quanto invece di andare in discoteca facevo pianobar con papà. Allora pensavo che tornare con tutti questi autografi avrebbe dimostrato loro che ne era valsa la pena. Il punto più alto della mia carriera è stata la vittoria a Sanremo, quello più basso quando ho conquistato il Grammy ed ero da sola in camera a festeggiare”, ha raccontato la Pausini con la sua consueta genuinità e schiettezza.
Il padre Fabrizio ha avuto ruolo centrale nella carriera dell’artista: “Per i primi cinque anni ho avuto il mio babbo con me nella promozione e se sono rimasta con i piedi per terra lo devo a lui ma allora non era facilissimo perché controllava quello che facevo. Da quando ho vinto Sanremo papà ha deciso di far diventare quella che era la nostra abitazione il mio fan club, addirittura ora è un museo con i miei vestiti del Festival e tutte le cose che avevo a 18 anni. Nel film la scatola che apre la bambina all’inizio l’ho ritrovata nella casa dei miei genitori dopo il lockdown. Nel corso di quel viaggio sono andata nei miei luoghi in bici, in auto, e si sono aperte delle finestre tra i ricordi. Nella stessa abitazione abbiamo girato la scena dell’attrice che in cucina fa i compiti e gli oggetti che lei usa, come le squadre, le ho trovate in soffitta. Io davvero facevo i compiti di notte perchè ancora oggi dalle 17 alle 3 sono più concentrata. Mia mamma mi sgridava per questo (sorride)”.
La Laura del piano B nel film è mamma di un ragazzo di nome Marcello: “I miei genitori hanno perso un figlio prima che arrivassimo io e Silvia, si chiamava Marcello e probabilmente è lui che ha fatto diventare così il mio destino. Quando aspettavano me non sapevano se sarei stata femmina o maschio e in quest’ultimo caso pensavano di chiamarmi come mio fratello. Così ho sempre detto che se avessi avuto un figlio gli avrei dato il nome Marcello. Ero sicura che nella vita non famosa mi sarei sposata ma non sarei mai riuscita a identificare chi sarebbe stato mio marito. Ivan mi aveva proposto di essere divorziata, ma mi piaceva di più l’idea di far vedere una donna che cresce un figlio da sola e ha il coraggio di prendere le sue scelte personali e artistiche”.
Laura Pausini ha raccontato che sta lavorando al nuovo disco ma ancora non sa quando uscirà: “Paola è il mio timone. E’ l’incontro che mi ha cambiato la vita. Mentre ascolto delle canzoni mie o di altri autori lei arriva e dice “questa è bella devi farla”, sono molto suggestionata da quello che succede, dalla pandemia, dalla guerra e dall’avere una bambina che mi osserva. Da due anni lavoro al disco ma non ho ancora i brani giusti per salire su un palco. Non ho mai fatto un lavoro che non nasca prima dall’idea, da un’immagine. Di solito parto dal titolo e stavolta non ce l’ho ancora. Il fatto che abbia diversi impegni, dalla conduzione dell’Eurovision Song Contest al recupero del concerto “Una.Nessuna.Centomila”, non mi permette di avere il tempo necessario per il disco, almeno fino a fine maggio e non riuscirei comunque a farlo uscire in autunno. Quindi vedremo”.
Laura Pausini – Piacere di conoscerti è il film Amazon Original italiano nato da un’idea originale di Laura Pausini, scritto dall’artista con Ivan Cotroneo e Monica Rametta, con la supervisione creativa di Francesca Picozza e con direttore della fotografia Gherardo Gossi, prodotto da Endemol Shine Italy per Amazon Studios.
di Francesca Monti
credit foto Prime Video