Video intervista con Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni, in scena al Teatro Manzoni di Milano con “La dolce ala della giovinezza”

“Non vediamo l’ora di regalare al pubblico di Milano questa ora e cinquanta di emozioni. Da due stagioni stiamo portando in giro per l’Italia questo spettacolo e la risposta del pubblico è sempre calda ed affettuosa”. Elena Sofia Ricci, amatissima attrice di cinema, teatro e tv, e Gabriele Anagni sono i protagonisti di “La dolce ala della giovinezza” di Tennessee Williams, in scena dal 21 marzo al 2 aprile al Teatro Manzoni di Milano, con la regia di Pier Luigi Pizzi.

Alexandra del Lago è una star del cinema in declino, alcolizzata e depressa, in fuga da quello che crede un insuccesso del suo ultimo film. Così cerca un rimedio alla solitudine nelle braccia di un gigolò, giovane e bello, un attore fallito in cerca di rilancio, Chance Wayne. Una stanza d’albergo, l’alcool, il fumo e il passato che pesa a fare da contrasto alla bellezza che si piega, cade e si rialza, incrociando destini uguali e contrapposti.

Abbiamo incontrato Elena Sofia Ricci e Gabriele Anagni a poche ore dal debutto sul palco del Teatro Manzoni, qui la nostra video intervista.

Elena Sofia, ne “La dolce ala della giovinezza” interpreta Alexandra Del Lago, una star del cinema in declino, come ha lavorato alla costruzione del personaggio?

“Sognavo di poter interpretare Alexandra Del Lago fin da ragazza e non vedevo l’ora di essere abbastanza grande per riuscirci, finalmente è arrivato il momento e sono molto felice. Faccio parte di una compagnia di ragazzi che mi fanno sentire più giovane di venti anni. La costruzione non era facile, c’era il pericolo di riproporre dei cliché. In realtà ho inquadrato come fosse Alexandra studiando la telefonata memorabile, che Williams che è un genio ha scritto, che lei fa con la sua press agent, in cui capisce che le cose non sono andate come si aspettava ed esce fuori il mostro a tre teste. In una battuta in particolare, dove parte con un’intenzione e finisce con un’altra, ho rivisto mio nonno Leo, che è stato un grande architetto e un uomo eccezionale ma che era un narcisista, aveva un ego smisurato e faceva questi discorsi, si accendeva e diventava a volte mostruoso. Sono partita da lì per costruire il personaggio”.

E’ la terza opera di Tennesse Williams che interpreta, quanto è complesso portare in scena questo testo?

“E’ difficilissimo da recitare perchè sei sempre sul filo di un rasoio, da un lato in un attimo diventi borghese quotidiano, dall’altro sentimentale-tragicomico e mantenere l’equilibrio è complesso. Tutte le sere diciamo che avremmo potuto fare meglio alcune cose”.

Gabriele, come hai lavorato invece per entrare in Chance Wayne, questo  giovane attore fallito e in cerca di rilancio?

“Ho cercato di essere il più spudorato possibile e togliere quella patina di borghese che è presente in Tennessee Williams. Sono andato dritto e ho morso le parole, come se fossero costantemente delle azioni”.

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In una battuta dello spettacolo Alexandra afferma: “non pensavo che la mia carriera dipendesse dalla giovinezza”. Spesso anche in Italia, soprattutto nel cinema ma non solo, alle attrici vengono proposti gli stessi ruoli, soprattutto se sono grandi come età… 

“E’ vero, per le attrici ci sono sempre stati meno ruoli, per quelle giovani e ancora di meno per quelle grandi di età, in Italia e non solo. Esiste questo problema da tempo, per non parlare della parità tra uomini e donne relativamente agli stipendi. C’è ancora molto da fare”.

di Francesca Monti

Grazie a Manola Sansalone

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