Video intervista con Mauro Simone, regista del musical “Secondo Tempo”: “Questa storia insegna che non si lascia nessuno indietro”

Si rinnova l’appuntamento con Italy Bares, evento che dal 2019, grazie all’intuizione e alla Direzione Artistica di Giorgio Camandona, è sbarcato in Italia con un crescendo di interesse da parte del mondo delle istituzioni e degli artisti.

Il nuovo musical dal titolo “Secondo Tempo” andrà in scena l’11 maggio al Teatro Repower, anche per questa quarta edizione con Anlaids Lombardia ETS nel doppio ruolo di produttore e beneficiario, con la finalità di raccogliere fondi per combattere HIV, AIDS e sensibilizzare il pubblico per una cultura della prevenzione, contro ogni forma di stigmatizzazione.

Nuovamente sotto la regia di Mauro Simone si riuniranno importanti coreografi e i migliori performer del panorama artistico italiano. Italy Bares è riuscito in soli quattro anni a raccogliere intorno a questo progetto una community di artisti, creativi e tecnici che lo supportano, tutti a titolo gratuito, nell’impegno e nella finalità di una cultura di sensibilizzazione contro ogni pregiudizio. A breve verranno svelati i nomi degli ospiti speciali che parteciperanno alla quarta edizione.

Secondo tempo, con i testi di Elisabetta Tulli e Guglielmo Scilla, è un progetto realizzato grazie alla collaborazione tra Anlaids Lombardia, Compagnia della Rancia e con il supporto di Stage Entertainment. Il titolo del nuovo spettacolo prende spunto dal mondo sportivo, in particolare da quello del calcio, per parlare di inclusione e condivisione contro i tabù e i pregiudizi che non risparmiano nessuno e che ancora oggi, purtroppo, sopravvivono all’interno di questo ambiente.

Mauro, come hai lavorato alla regia di “Secondo tempo”?

“Per la regia di “Secondo tempo” abbiamo lavorato in una chiave naturalistica, è una storia molto vicina a noi, che parla di calcio, di squadra, volevo che il pubblico avesse l’impressione di vivere la partita, i momenti dello spogliatoio e ho cercato di analizzare bene le dinamiche sia legate al passato dei protagonisti sia a quello che accade tra di loro nelle varie relazioni”.

E’ uno spettacolo che manda un importante messaggio di inclusione…

“Esatto. Lo spettacolo parla dello spirito di squadra, del non mettere mai in panchina qualcuno ma di sentirsi sempre supportati e sopportati dagli altri. Nel frattempo però vediamo anche gli scherzi che fa l’ego quando si ha voglia di primeggiare, di superare qualcun altro”.

Cosa vorresti arrivasse al pubblico?

“Questa storia insegna che non si lascia nessuno indietro e che siamo tutti pronti ad accogliere a braccia aperte chi è in difficoltà”.

di Francesca Monti

credit foto pagina Facebook Mauro Simone

Grazie ad Elena Simoncini

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