Intervista con Elena Rossi, codirettrice del Festival “Immaginaria”: “Presentiamo un cinema alternativo, originale, cercando di dare più visibilità possibile ai film diretti dalle donne”

Dal 20 al 23 aprile al Nuovo Cinema Aquila di Roma si tiene la diciottesima edizione di “Immaginaria – International film festival of lesbians & other rebellious women”, il primo festival internazionale di cinema indipendente a tematica lesbica e femminista in Italia.

L’obiettivo è raccontare le vite, la cultura, l’arte, la storia, la politica delle donne presenti e passate, lesbiche, femministe, audaci, coraggiose e ribelli, impegnate a costruire un mondo diverso, attraverso lo sguardo di registe indipendenti, proponendo una selezione cinematografica di film provenienti da tutto il mondo.

In questa intervista Elena Rossi, co-direttrice di “Immaginaria” ci ha parlato delle novità di questa edizione, del Progetto Ombrella Viola e delle difficoltà di produrre pellicole dirette da donne.

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Elena, ci racconta com’è nato Immaginaria che quest’anno arriva alla diciottesima edizione?

“Immaginaria è nato nel 1993 ed è stato il primo festival internazionale di cinema a tematica lesbica e femminista in Italia, fondato dall’Associazione Culturale Visibilia. Abbiamo fatto dodici edizioni a Bologna, poi ci siamo fermate per qualche anno per la scomparsa di Marina Genovese, una delle fondatrici, e per problemi di sponsor ma in realtà abbiamo portato varie iniziative cinematografiche in giro per l’Italia, realizzando il Fuorisalone delle lesbiche di Milano, collaborando alle Cinque giornate del cinema lesbico di Roma nel 2010 e con il Mix Festival di Milano. Dal 2018 siamo tornate a Roma con Immaginaria, a Villa Borghese e poi al Nuovo Cinema Aquila al Pigneto. Questa è la diciottesima edizione, il nostro festival diventa maggiorenne ed è emozionante raggiungere questo traguardo”.

Quali sono le novità di questa edizione?

“Giovedì 20 aprile si inizia con un prequel, infatti ci sarà una serata di stand-up comedy con Frad e Le Nochoice, due spettacoli molto ironici per partire con leggerezza. Venerdì si terrà la cerimonia di apertura con testimonial Ema Stokholma e la presenza sul palco delle nostre quattro giurie chiamate a giudicare il miglior lungometraggio, il miglior cortometraggio, il miglior documentario, la miglior colonna sonora dei lungometraggi. Avremo nomi prestigiosi del cinema, della tv, della musica, quali Cinzia TH Torrini, Federica Fabbiani, Tiziana Triana, Carmen Pignataro, Angelica Giusto, Anna Ammirati, Eugenia Costantini, Giuliana Misserville, Susy Laude, Francesca Valtorta, Chiara Civello, Nicoletta Conti, Maria Francesca Agresta. Dopo la cerimonia di apertura verrà proiettato “Summerland” di Jessica Swale, un film uscito nelle sale italiane il 25 agosto 2022, purtroppo passato inosservato, con un cast di attrici meravigliose, gli scenari splendidi delle coste della Gran Bretagna, una bella storia d’amore. Il nostro scopo è salvare prodotti che non hanno le forze e la possibilità di diffusione, soprattutto in Italia. Sabato,da mezzogiorno fino a mezzanotte, è in programma la proiezione dei film, che proseguirà anche domenica. Quindi alle ore 18 si terrà la cerimonia di chiusura con la proclamazione dei vincitori e alle ore 20 ci sarà una grande festa”.

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Una scena del film “Balaban”

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Una scena del film “Les Meilleures”

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Una scena del film “Camila comes out”

Come sono state selezionate le pellicole in concorso?

“I titoli sono 35, 6 fiction, 11 documentari e 18 corti, e sarà una scelta dura perchè sono tutti meravigliosi. Lavoriamo tutto l’anno a Immaginaria e i nostri canali di informazione sono gli altri Festival a tematica lesbica e femminista come il Cineffable di Parigi o i Festival gay, poi abbiamo un’equipe di programmazione che visiona, valuta e seleziona i film. Il nostro è un Festival che ha una produzione per il 99% straniera, soprattutto pellicole provenienti da America e Gran Bretagna. In questa edizione ci sono anche un film dal Kazakistan e un corto dalla Nigeria. Cerchiamo infatti di dare rilievo a produzioni che vengono da paesi emarginati o in cui il lesbismo e l’omosessualità vengono puniti. L’1% dei corti è italiano, in quanto ci sono pochissime donne che li realizzano. Abbiamo anche un concorso, Donne in corto, proprio per cercare di incoraggiare e promuovere la produzione. Saranno presenti a Immaginaria alcune registe e attrici di questi corti”.

Teatro, cinema ma anche letteratura, infatti a Immaginaria ci sarà uno spazio per la presentazione di libri… 

“Ci piace spaziare tra teatro, cinema e arte a 360 gradi, e avere un angolo della narrativa con la presentazione di tre romanzi, “Le orchidee” (Porto Seguro editore) di Roberta Calandra con le letture di Valentina Ghetti e Lucia Rossi, “Stop Movie” e “Odissea” (Cicero Editore) di Cristina Zanetti, con gli interventi di Federica Fabbiani e Georgia Garofalo, due libri che tracciano la storia di Immaginaria. Ci è sembrato significativo per i 18 anni raccontare il percorso del nostro festival”.

C’è poi anche la presentazione del Progetto Ombrella Viola, di cosa si tratta?

“Nasce dalla Fondazione Ombrella Viola che vorrebbe creare degli spazi per le donne femministe e lesbiche dando loro modo di invecchiare insieme, un cohousing per chi è sola o non ha possibilità. Queste realtà esistono già in Francia, Inghilterra e Germania”.

Il claim di Immaginaria è Stay Together, quanto è importante oggi fare comunità?

“Il claim parte da una nostra intuizione. Abbiamo visto che i film di Immaginaria parlano l’uno con l’altro, tessono delle trame, ad esempio abbiamo un documentario su Patricia Highsmith e un altro che parla di un locale lesbico a Londra da lei frequentato, per cui ci sono dei fili che si intrecciano e questo ha fatto pensare all’importanza della comunità, della rete dei collegamenti. Noi di Immaginaria abbiamo sempre voluto creare una comunità perchè senza di essa, senza il sostegno di tutte e tutti non potremmo esistere”.

Riguardo la difficoltà di produrre film di registe donne di cui parlava poco fa, cosa si potrebbe fare per cambiare questa situazione?

“E’ un problema italiano ma anche mondiale, se pensiamo ad esempio a quante poche donne nella storia del cinema hanno vinto l’Oscar. Noi proviamo a infrangere questa sorta di sovrastruttura patriarcale, un po’ misogina, che marginalizza e inghiotte qualsiasi prodotto presentato da donne e a far sì che questo soffitto di cristallo venga un po’ incrinato presentando un cinema alternativo, originale, dissonante rispetto ai canoni del patriarcato e alla logica imperante dello sguardo maschile. Bisogna cercare di dare più visibilità possibile ai prodotti delle donne nelle vesti di registe, attrici, produttrici, imprenditrici”.

Il programma completo del festival è su www.immaginariaff.it

di Francesca Monti

Si ringrazia Paola Spinetti

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