UN POSTO AL SOLE – Intervista con Daniela Ioia: “Mi piace interpretare la tenacia ma anche la fragilità di Rosa”

“Ho vissuto per un po’ di tempo in via Foria, nel centro di Napoli, e ho conosciuto madri sole, che portavano avanti con fatica la famiglia, facendo i lavori più umili. Erano fortissime dal punto di vista umano e caratteriale, delle vere rocce e mi sono ispirata a loro per il mio personaggio”. Daniela Ioia è entrata pochi mesi fa nel cast di “Un Posto al sole”, in onda su Rai 3 dal lunedì al venerdì alle 20,45, e ha fatto subito breccia nel cuore degli spettatori interpretando Rosa Picariello, una donna forte ma al contempo fragile, una mamma che si è trovata a crescere da sola suo figlio Manuel e che dopo la chiusura della fabbrica di giocattoli in cui lavorava, è stata assunta come governante alla Terrazza da Giulia Poggi (Marina Tagliaferri).

Attrice poliedrica, Daniela Ioia ha preso parte a serie di successo come “Gomorra”, “I Bastardi di Pizzofalcone”, “Mare Fuori 3”, ai film “Nostalgia” e “Il sindaco del Rione Sanità”, diretti da Mario Martone ed è molto attiva anche a teatro, dove tornerà nella prossima stagione con lo spettacolo “Separati… ma non troppo”.

Marina Tagliaferri, Daniela Ioia

Daniela Ioia con Marina Tagliaferri in “Un Posto al sole” – credit foto Giuseppe D’Anna/Fremantle

Daniela, in “Un Posto al sole” interpreta Rosa Picariello, qual è il tratto del suo personaggio che più apprezza?

“Fin dal primo istante in cui ho letto la sceneggiatura che mi è stata mandata per il provino mi ha colpito il fatto che Rosa fosse molto forte ma al contempo avesse quelle fragilità di una donna che dalla vita non ha mai avuto nulla in regalo e deve conquistare ogni giorno il suo posto nel mondo. Mi piace interpretare la sua tenacia, la sua forza e il cuore che mette in tutto quello che fa”.

Rosa incarna tante donne che lavorano sodo e che crescono da sole i propri figli…

“Assolutamente sì. Ne ho conosciute diverse negli anni. Ho vissuto per un po’ di tempo in Via Foria, nel centro di Napoli, mio figlio frequentava l’asilo e incontravo spesso madri sole, che portavano avanti con fatica la famiglia, facendo i lavori più umili. Erano fortissime dal punto di vista umano e caratteriale, delle vere rocce e mi sono ispirata a loro”.

Attraverso le vicende di Rosa si è parlato dei giocattoli contraffatti, ma anche della perdita del lavoro e del rapporto con il fratello Eduardo (Fiorenzo Madonna) che è un boss della camorra e che le ha chiesto di nascondere un borsone con le armi in casa, che ora è stato trovato dal piccolo Manuel (Manuel D’Angelo)…

“Sicuramente uno dei punti di forza di Un Posto al sole è proprio affrontare temi attuali, che viviamo nella quotidianità, attraverso i vari personaggi, creando spunti di riflessione. Vediamo cosa avranno in serbo in futuro gli autori per Rosa…”.

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Daniela Ioia con Fiorenzo Madonna in “Un Posto al sole” – credit foto Giuseppe D’Anna/Fremantle

Ci racconta il suo primo giorno sul set di “Un Posto al sole”?

“Ero terrorizzata perchè entravo a far parte di questa grande famiglia dove c’è affiatamento tra gli attori e le attrici, si conoscono da tanti anni, sono cresciuti insieme. Sentivo la responsabilità, invece sono stata accolta benissimo, messa subito a mio agio e il lavoro è stato tutto in discesa”.

Quando un’attrice interpreta un personaggio avviene uno scambio reciproco, cosa ha dato a Rosa e cosa ha imparato da lei?

“In Rosa c’è la mia capacità di essere molto pratica nella vita. E’ una ragazza che non si lascia sopraffare, se ha un momento di sconforto riesce subito a rialzarsi, si dà da fare, non si perde in chiacchiere e lamentele. Io sono così, se c’è un problema va risolto senza giri di parole e senza piangersi addosso. Mi diverto molto invece a rendere la fragilità del mio personaggio nonostante la sua forza, ricercandola ogni volta in quello che dice. Anche quando pronuncia parole dure, scostanti, è bello pensare che dietro ci sia un motivo dettato dalla sua insicurezza”.

Nelle scorse puntate si è visto che Rosa considera Viola (Ilenia Lazzarin) come una sorta di rivale ma al tempo stesso ha anche rispetto e stima per lei, tanto da proporsi come aiuto guida turistica…

“Shakespeare diceva che i personaggi non sono sempre negativi o sempre positivi, ci sono momenti in cui esternano dei sentimenti in base a ciò che accade fuori, dalla malvagità alla bontà. Così accade per i ruoli che interpreto ed è stimolante pensare che abbiano tante anime dentro di loro. Anche perchè nella vita vera le persone non sono sempre arrabbiate o cordiali. Rosa ha un rapporto contrastante nei confronti di Viola, la stima ma sa anche che in fondo è una persona che le sta togliendo l’attenzione di Damiano (Luigi Miele), il suo ex marito”.

Ha recentemente ricevuto al Premio Massimo Troisi la targa per il talento e la genuinità artistica. Cosa rappresenta per lei questo importante riconoscimento?

“E’ stata una sorpresa bellissima e inaspettata. Sono stata invitata a presenziare a questa serata a cui partecipavano i ragazzi di Mare Fuori avendo recitato nella terza stagione e pensavo che la mia presenza riguardasse un progetto realizzato con il Comune di San Giorgio a Cremano insieme agli studenti delle scuole superiori e ad un responsabile di un vero IPM per spiegare la differenza tra la finzione e la realtà. Invece mi hanno consegnato questo prestigioso premio e sono davvero molto contenta”.

In “Mare Fuori 3” ha dato il volto ad Elena, la mamma di Silvia. Che esperienza è stata?

“Molto bella, i ragazzi sono fantastici, si respira questo clima di freschezza e di gioventù. L’episodio che mi riguardava secondo me è stato interessante, il personaggio è piccolo ma ben centrato. Spero e credo di essere presente anche nella quarta stagione, nonostante al momento non abbia ancora notizie in merito”.

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Daniela Ioia in una scena di “Nostalgia” – foto profilo Instagram Daniela Ioia credit Mario Spada

Cosa le ha lasciato invece Teresa, il personaggio da lei interpretato nel pluripremiato film “Nostalgia” di Mario Martone?

“E’ stata un’altra bellissima esperienza recitare in un film con Pierfrancesco Favino, Tommaso Ragno, Francesco Di Leva e un cast pazzesco. Mario Martone è molto preciso ed esigente. Il personaggio che ho interpretato, Teresa, era una guantaia e siccome la scena si svolgeva davanti a questa macchina da cucire dell’epoca ha voluto che prendessi lezioni per imparare ad avere la manualità confidenziale con questo strumento particolare. Per mezza giornata una guantaia mi ha insegnato a mettere l’ago, il filo, a cucire, ed è stato interessante. Inoltre è stato divertente fare lo shooting fotografico, mi hanno invecchiata e ringiovanita, pettinata in stile anni Sessanta e Settanta, scattando le foto che poi Felice (Pierfrancesco Favino) guarda nel film”.

Ha messo in scena recentemente vari spettacoli teatrali, da “Mamma, Mà!” a “La meglio di niente”, quali sono i suoi prossimi progetti?

“Nella nuova stagione teatrale riprenderò lo spettacolo con Paolo Caiazzo “Separati… ma non troppo”, con cui abbiamo debuttato lo scorso anno e poi c’è un progetto di cui ancora non posso parlare. Inoltre con la compagnia fondata da me e dal mio compagno, Antimo Casertano, che è attore e drammaturgo, cominceremo a lavorare su un testo scritto da lui, “Mare di ruggine”, con cui ha vinto diversi premi, per portarlo in scena nel 2024″.

Ha praticato diversi sport, dall’equitazione al nuoto, che importanza hanno avuto nel suo percorso artistico?

“Lo sport mi fa stare bene, anche a livello di umore, è quindi essenziale per me. Attualmente mi sto dedicando alla prepugilistica, mi diverto molto nel dare i cazzotti (ride). In passato ho praticato nuoto, equitazione e altre discipline. Come attrice lo sport mi aiuta a canalizzare le energie e a mantenere una fisicità che mi consente di interpretare i ruoli che mi vengono proposti”.

Un sogno nel cassetto…

“Mi piacerebbe fare un’esperienza all’estero, prendere parte ad una serie o ad un film. Vorrei continuare a recitare in “Un Posto al sole” e al contempo avere la possibilità di lavorare anche al cinema”.

di Francesca Monti

credit foto Giuseppe D’Anna/Fremantle

Grazie a Stefania Lupi

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