VENEZIA80 – “Io Capitano” di Matteo Garrone in Concorso alla Mostra del Cinema: “È un viaggio epico in cui si rischia la vita per realizzare un sogno”

E’ stato presentato in Concorso all’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia “Io Capitano” di Matteo Garrone, con Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka Sawagodo, Hichem Yacoubi, Doodou Sagna, Khady Sy, Bamar Kane, Cheick Oumar Diaw, prodotto da Archimede, Rai Cinema, Tarantula, Pathé FIlms, che arriverà in 200 sale il 7 settembre in lingua originale.

Il film racconta il viaggio avventuroso di Seydou e Moussa, due giovani che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli del mare.

“Io Capitano nasce dall’idea di raccontare il viaggio epico di due giovani migranti senegalesi che attraversano l’Africa, con tutti i suoi pericoli, per inseguire un sogno chiamato Europa. Per realizzare il film siamo partiti dalle testimonianze vere di chi ha vissuto questo inferno e abbiamo deciso di mettere la macchina da presa dalla loro angolazione per raccontare questa odissea contemporanea dal loro punto di vista, in una sorta di controcampo rispetto alle immagini che siamo abituati a vedere dalla nostra angolazione occidentale, cioè i barconi che arrivano nel Mediterraneo e a volte vengono salvati e altre no, nel tentativo di dar voce, finalmente, a chi di solito non ce l’ha. I migranti non sono numeri come spesso vengono visti ma persone con sogni e speranze. E’ un film che racconta una forma di migrazione soprattutto di giovani che vengono in Italia e in Europa per avere un futuro migliore. E’ un viaggio epico, avventuroso, una Odissea omerica in cui viene data attenzione anche agli stati d’animo che vivono i protagonisti. Il racconto si ferma nel momento in cui i due protagonisti avvistano l’Italia”, ha spiegato Matteo Garrone in conferenza stampa.

credit foto La Biennale

Riguardo il lavoro di sceneggiatura il regista ha raccontato: “Parte dalla documentazione, poi abbiamo avuto la possibilità di lavorare con ragazzi che hanno vissuto l’esperienza di viaggio realmente. Uno dei principali autori che ci ha aiutato molto nella prima parte del film nella dinamica tra i due cugini, è Mamadou Kouassi. Siamo rimasti fedeli il più possibile a questi racconti e abbiamo cercato di narrare un viaggio di formazione, anche dal punto di vista più interiore. Sicuramente i due sogni che abbiamo inserito hanno aiutato a far emergere i sentimenti, i sensi di colpa, prima verso la donna che non si è salvata poi verso la mamma che è stata tradita dal figlio. Abbiamo ritrovato nella lavorazione di Io capitano tante assonanze con Pinocchio perchè il racconto di Collodi si apre con un burattino ingenuo che disobbedendo al padre si trova nel Paese dei Balocchi ad affrontare grandi pericoli, così come Seydou e Moussa intraprendono questo viaggio rischiando la morte, contro il parere della famiglia, ma hanno dentro di sé tanta purezza e ingenuità”.

Garrone ha poi parlato dei due attori protagonisti, Seydou Sarr e Moustapha Fall: “E’ un film che tocca temi universali e affronta un problema estremamente complesso con quello delle migrazioni. Abbiamo girato la parte iniziale alla Medina di Dakar, le scene del deserto in Marocco, abbiamo ricostruito la Libia a Casablanca e il mare a Marsala. Sydou e Moustapha hanno girato senza sapere come sarebbe andata a finire la loro storia perchè non avevano la sceneggiatura completa ma veniva loro detta giorno per giorno. Non avevano mai lasciato il Senegal e hanno fatto questo viaggio con la curiosità di scoprire l’Europa e l’Italia”.

Mamadou Kouassi ha invece raccontato di aver vissuto sulla sua pelle le sensazioni e i pericoli che affrontano tante persone che dall’Africa decidono di partire verso l’Europa sperando in un futuro migliore: “Io in primis con mio cugino ho vissuto questa realtà. Avevamo voglia di scoprire l’Europa pur sapendo dei rischi che correvamo. Abbiamo deciso di parlare con un reduce, un Marabu, che ti prepara psicologicamente per non aver paura di affrontare il viaggio. In tanti quindici anni fa ci hanno sconsigliato di partire perchè c’era il rischio di morire, ci abbiamo pensato e poi alla fine siamo venuti in Europa. Matteo è stato coraggioso a stigmatizzare quello che abbiamo vissuto e viviamo. Penso che il modo per contrastare i traffici umani sia avere un visto per viaggiare liberamente in Europa, non dare soldi a Libia e Tunisia perchè non saranno mai paesi sicuri e non vengono rispettati i diritti umani. Questo film mi fa rivivere le emozioni che ho vissuto e la mia gioventù, perché parla della storia di tutti i migranti che hanno fatto questo viaggio”.

credit foto La Biennale

Infine i due protagonisti hanno raccontato le emozioni vissute interpretando i loro personaggi: Per girare “Io Capitano “ho dovuto conoscere le sofferenze dei migranti che affrontano questo viaggio e questo dolore mi ha distrutto. Assistere a questo sacrificio mi ha profondamente cambiato”, ha detto Moustapha Fall.

“Ho realmente vissuto i fatti che si vedono nel film. Conosco l’immigrazione clandestina. Girare questo film mi ha fatto crescere molto interiormente”, ha chiosato Seydou Sarr.

di Francesca Monti

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