IL PARADISO DELLE SIGNORE – Intervista con Filippo Scarafia: “L’aspetto che prediligo di Roberto è la sua empatia verso le persone”

“Negli anni Sessanta c’era un senso di speranza nel futuro e la voglia di lottare, mentre oggi in qualche modo ci siamo forse un po’ arresi ed adagiati su quello che abbiamo”. Filippo Scarafia nell’ottava stagione de “Il Paradiso delle Signore”, in onda dall’11 settembre, dal lunedì al venerdì alle 16,05 su Rai 1, torna a impersonare Roberto Landi, un pubblicitario talentuoso, grande amico e stretto collaboratore di Vittorio Conti (Alessandro Tersigni), nonché un uomo buono, onesto, capace di grandi gesti di altruismo.

In questa intervista Filippo Scarafia ci ha parlato del suo personaggio, del suo rapporto con la moda ma anche dell’esordio al cinema con “Terraferma” di Crialese.

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Filippo, qual è il tratto di Roberto Landi che più ti piace interpretare?

“L’aspetto che prediligo di Roberto è la sua empatia verso le persone, ha una tranquillità spropositata nei confronti di chiunque gli ruoti attorno e io desidererei avere quel tipo di calma e di tatto. Ha a che fare ogni giorno con Vittorio Conti che è un vulcano di idee ed esuberanza e stargli dietro è impegnativo, perchè spesso dà a Roberto dei compiti last minute da risolvere in poco tempo e sfido chiunque a rispettare l’aplomb e non mandarlo a quel paese (sorride). Questa calma credo sia anche data dalla sua situazione sentimentale che lo condiziona ad un’eterna attesa. Infatti nel 1963-1964 ancora si dovevano fare dei passi in avanti per quanto riguarda l’emancipazione omosessuale e Roberto deve armarsi di pazienza ed aspettare”.

Alla fine della passata stagione Roberto ha fatto un gesto bellissimo, nobile, d’altri tempi nei confronti di Gemma, rinunciando a sposarla e accompagnandola tra le braccia di Marco da cui aspetta un figlio…

“L’altruismo a volte viene dato per scontato ma non è così facile riscontrarlo. Roberto sacrifica la sua felicità per quella di qualcun altro, che in questo caso non è neanche il suo compagno ma una sua amica. Sposando Gemma si sarebbe messo in una situazione di apparente calma, avrebbe avuto una certezza economica che gli avrebbe permesso di aprire un ristorante con il suo fidanzato, ma avrebbe dovuto fare i conti tutti i giorni con una donna infelice al suo fianco. Quindi non può accettare di distruggere la felicità di una persona per favorire la propria e fa di tutto per fare in modo che Gemma torni tra le braccia di Marco”.

Attraverso Roberto e Gemma si affrontano tematiche importanti quali l’emancipazione femminile e il matrimonio riparatore. Sicuramente rispetto agli anni Sessanta in cui è ambientata la serie sono stati fatti grandi passi in avanti ma purtroppo permangono ancora dei pregiudizi e delle discriminazioni...

“Indubbiamente abbiamo fatto dei passi in avanti, ma se sentiamo ancora il bisogno di parlare di certe tematiche è perchè non siamo soddisfatti e non c’è motivo per esserlo. Sono tanti gli obiettivi che si possono e si devono raggiungere, come ad esempio una tutela maggiore nell’ambiente di lavoro per quanto riguarda le donne, con il congedo durante il ciclo o l’eliminazione dell’iva sugli assorbenti. Sembra invece che siano problemi distanti in un Paese come l’Italia che potrebbe essere la bandiera dei diritti di tutte le persone”.

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Quali sviluppi avrà il tuo personaggio nel corso dell’ottava stagione?

“Ci saranno dei nuovi ingressi che avranno a che fare anche con Roberto, uno nello specifico gli darà uno stimolo lavorativo e artistico. E’ come se il mio personaggio fosse una calamita verso le persone da risvegliare”.

La storia con Mario invece resterà dietro le quinte?

“Roberto è sempre felicemente fidanzato ma non vedremo grandi sviluppi al momento per quanto riguarda la sua relazione con Mario”.

Cosa ti affascina maggiormente degli anni Sessanta?

“E’ un’epoca di scoperte e battaglie, in cui ogni personaggio e ogni essere vivente è alla ricerca di qualcosa, ognuno nel proprio mondo. Quello che percepisco io, vivendola nella finzione, è questo senso di speranza nel futuro, mentre oggi in qualche modo ci siamo forse un po’ arresi ed adagiati su quello che abbiamo e pensiamo che i problemi siano distanti da noi quando invece ci riguardano direttamente, come il cambiamento climatico. E’ come se non ce ne preoccupassimo, se ne parla tanto ma concretamente si fa poco, non c’è quella voglia di lottare caratteristica degli anni Sessanta”.

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Filippo Scarafia e Alessandro Tersigni in una scena de “Il Paradiso delle Signore” – credit P. Bruni

Qual è il tuo rapporto con la moda?

“Quando ero ragazzino stavo attento alla moda e cercavo di seguire i trend in voga tra i miei coetanei, oggi tendo ad essere una persona molto classica. Crescendo ho abbandonato qualche tabù, porto la camicia ma non disdegno nemmeno una maglietta e un pantalone largo. Credo sia inversamente proporzionale all’età, diventando adulto ricerco la comodità”.

In quali progetti sarai prossimamente impegnato? 

“Il Paradiso delle Signore occupa tanto tempo, è un impegno giornaliero per circa otto mesi all’anno quindi per ora non ho altro in programma. Mi sto dedicando invece a progetti personali che speriamo vedano la luce il prima possibile”.

Che ricordo conservi del tuo esordio cinematografico nel 2011 nel film “Terraferma” di Emanuele Crialese nel ruolo di Marco? 

“E’ stato un fulmine a ciel sereno perchè era il primo provino in assoluto che facevo, avevo 18 anni, mi ero appena trasferito a Roma e non sapevo neanche cosa aspettarmi. Quindi conservo un ricordo bellissimo. Sono stati quattro mesi di riprese in un’isola fantastica, Linosa, a nord di Lampedusa, con un regista di una sensibilità unica che mi ha accompagnato per tutto il percorso, dalla fase di callback fino al tappeto rosso alla Mostra del Cinema di Venezia dove abbiamo vinto il Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria. In quel momento ho pensato: “se questo è il mondo del cinema… wow”, perchè fu un’esperienza pazzesca a livello di sensazioni e artisticamente e poi sono nate tante amicizie che coltivo ancora oggi”.

A proposito della Mostra del Cinema di Venezia, qual è il film dell’edizione 2023 che sei curioso di andare a vedere al cinema?

“Ho sentito parlare molto bene di “Enea” di Pietro Castellitto. Essendo un mio coetaneo ho un senso di stima nei suoi confronti e quindi sono curioso di vedere la sua opera seconda”.

di Francesca Monti

credit foto ufficio stampa

Grazie a Daniela Piu

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