Intervista con Samuele Carrino, tra i protagonisti del film “La stoccata vincente”: “Il tratto che più mi piace di Paolo Pizzo è che non si arrende mai e riesce sempre a rialzarsi”

Domenica 24 settembre arriva in prima serata su Rai1 in prima tv assoluta “La stoccata vincente”, film tv diretto da Nicola Campiotti che porta sullo schermo per la prima volta la vera storia del campione mondiale di scherma Paolo Pizzo. Ad interpretare il protagonista da ragazzo è Samuele Carrino, astro nascente del cinema italiano, tredici anni e un grande talento, che nel suo curriculum vanta pellicole di successo quali “Spaccapietre” e “L’amore non si sa”.

Attraverso l’uso di flashback, viene ripercorsa la vicenda sportiva e umana di un campione impetuoso, esuberante e cocciuto, nelle sue fragilità, cadute e rinascite: dall’infanzia serena con la famiglia, il padre Piero (Flavio Insinna), la madre Patrizia (interpretata da Egle Doria) e la sorella Marina (Chiara Cavaliere), bruscamente interrotta dai primi sintomi della malattia, dall’operazione e dalle cure, passando poi per l’inizio della sua carriera agonistica (con Paolo Pizzo impersonato da Alessio Vassallo), l’arruolamento nell’Aeronautica Militare fino all’ingresso nella Nazionale di scherma e la consacrazione come Campione del Mondo, il 12 ottobre 2011, proprio nella sua Catania, dopo aver attraversato e superato infortuni, sconfitte, errori, crisi personali e gravi perdite. Un percorso segnato da incontri per lui fondamentali, come con il grande maestro di scherma Oleg Pouzanov (Maciej Robakiewicz), unico capace di placare le sue intemperanze, con il suo acerrimo rivale Guglielmo Visentin (Mario Ermito), talento naturale ed elegante e suo esatto opposto in pedana, e con la pentatleta Lavinia Bonessio (Elena Funari), con la quale scoprirà l’amore.

Liberamente ispirato al libro La stoccata vincente (Sperling & Kupfer) e scritto da Marco Videtta con la consulenza dello stesso Paolo Pizzo e del giornalista sportivo Maurizio Nicita, autore del libro, il film racconta una storia esemplare di sport e riscatto, tenacia e determinazione.

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Samuele Carrino con Flavio Insinna – credit foto Adolfo Franzò

Samuele, ne “La stoccata vincente” interpreti Paolo Pizzo da ragazzino. Come hai lavorato per entrare nel personaggio?

“Non è stato facile interpretare questo personaggio perchè è molto forte come si potrà capire dal film. Ho anche dovuto rasarmi i capelli a zero, ma grazie a Nicola Campiotti, alla troupe, ad Alessio Vassallo, a Flavio Insinna con il quale si è creato un rapporto in stile zio e nipote, siamo riusciti a fare un bel lavoro e mi sono trovato molto bene. Mi hanno letteralmente coccolato”.

Cosa ti ha più colpito della storia di Paolo Pizzo, un campione nello sport e nella vita?

“Quello che mi è piaciuto di più è il fatto che non si arrende mai e che di fronte anche alla più alta difficoltà si rialza sempre e lotta, in questo caso per sconfiggere un tumore al cervello”.

Qual è stata la scena emotivamente più complessa da interpretare? 

“Sicuramente quella del taglio dei capelli, ho pianto davvero e si sono commosse anche tutte le persone che avevo intorno, infatti poi abbiamo fatto una pausa, abbiamo pranzato e quindi ricominciato a girare. Un’altra scena molto forte è stata quando in ospedale Paolo piange per le punture al braccio e corre urlando perchè non ne può più. Alla fine è arrivato uno scenografo, Danilo, mi ha abbracciato e aveva le lacrime agli occhi mentre guardava il monitor”.

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Samuele Carrino con Flavio Insinna – credit foto Adolfo Franzò

Per interpretare Paolo Pizzo hai preso lezioni di scherma?

“Ho fatto due lezioni e poi mi sono allenato a casa. Pensavo che non mi potesse appassionare, invece la scherma è uno sport molto bello e al contempo difficile e mi è piaciuto tanto. Non ho avuto bisogno di controfigure perchè sono riuscito a fare da solo quello che era necessario”.

Paolo Pizzo era presente sul set, ti ha dato dei consigli?

“Mi ha dato una mano sull’impostazione dei saluti e delle posizioni da tenere nella scherma, ci siamo confrontati, poi c’erano i suoi genitori e siccome anche suo padre era uno schermitore mi ha fornito dei suggerimenti”.

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credit foto Adolfo Franzò

Sei giovanissimo ma hai già alle spalle diversi lavori importanti, com’è nata la tua passione per la recitazione? 

“E’ nata da piccolo, mia mamma mi ha portato ad un provino per il film Liberi di scegliere con la regia di Giacomo Campiotti, il papà di Nicola. Sono stato preso e poi ho recitato anche in Spaccapietre, L’amore non si sa, Gli orologi del diavolo. Ora mi trovo ad essere diretto da Nicola Campiotti in “La stoccata vincente” ed è una grandissima soddisfazione. Da poco mi sono trasferito da Gallipoli a Roma e voglio ringraziare i miei genitori che mi seguono e mi supportano in questo percorso”.

Hai citato “Spaccapietre”, film che ha avuto un grande apprezzamento da parte di pubblico e critica e che è stato presentato alle Giornate degli Autori nell’ambito della Mostra del Cinema di Venezia 2020…

“E’ stato un film difficile da girare, con orari molto strani e scene realizzate di notte e poi era un ruolo che di solito non interpretano ragazzi della mia età, perchè all’epoca avevo nove anni. Finora non ho mai fatto una commedia…”.

Ti piacerebbe in futuro?

“Mi piacerebbe anche se prediligo i ruoli più impegnativi che permettono di mostrare le capacità e le sfumature che ho, a me in primis”.

Come riesci a conciliare scuola e recitazione?

“Ho dei tutor che mi seguono online o vengono sul set con me ma, visto che voglio fare l’attore come lavoro, nel tempo libero mi dedico alla scuola. Quest’anno, oltre a studiare inglese, ho iniziato a frequentare il liceo Cine-Tv Roberto Rossellini di Roma”.

Hai un attore di riferimento a cui ti ispiri?

“Ho avuto la fortuna finora di lavorare con bravissimi attori come Beppe Fiorello, Salvatore Esposito, Antonio Folletto, Flavio Insinna ma da grande voglio essere… Samuele Carrino (sorride). Uno dei miei preferiti è Pierfrancesco Favino perchè riesce a passare da ruoli più leggeri a personaggi duri. Mi piacerebbe recitare con lui”.

In quali progetti ti vedremo prossimamente?

“Sarò nel cast di una serie Rai in quattro puntate che si chiama Il metodo Fenoglio con Alessio Boni e poi c’è un altro progetto che ancora non posso svelare”.

di Francesca Monti

credit foto Adolfo Franzò

Si ringrazia Andrea Grandi

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