di Francesca Monti
Tra gli interpreti della serie tv di Canale 5 “Solo per amore – Destini incrociati”, in onda il mercoledì sera e prodotta da Endemol Shine Italy, c’è Beatrice Luzzi, attrice versatile che è entrata nel cuore del pubblico interpretando la soap “Vivere” e che nel corso della sua ventennale carriera ha preso parte a importanti serie tv, da “Rex” a “I Cesaroni” e a film di successo.
Diversi sono anche i suoi lavori di impegno civile, dai documentari da lei diretti, “Italia Nostra Cosa” e “Trent’anni di diritti a tinte forti”, per la rete antimafia Libera e l’associazione Cittadinanzattiva, all’interpretazione del monologo “Poliziotta per amore”, scritto da Nando dalla Chiesa in memoria dell’agente di scorta Emanuela Loi.
Beatrice, sei tra gli interpreti della serie tv di Canale 5 “Solo per amore – Destini incrociati”. Ci puoi presentare il tuo personaggio?
“E’ un personaggio ricorrente anche se non è tra i protagonisti perchè comunque sono tanti gli attori di questa serie scritta molto bene, attuale, avvincente, credibile. Interpreto una giornalista che lavora per un direttore implicato nel mondo di mezzo, ma lei non ne è consapevole, quindi ricerca ingenuamente la verità, cercando allo stesso tempo di soddisfare le richieste contraddittorie del suo direttore, anche se piano piano lei stessa si renderà conto che qualcosa non torna. Infatti è implicato nella speculazione edilizia che è un po’ il cuore di questa fiction e lei viene a trovarsi in tutti i luoghi degli avvenimenti criminali e non. E’ un personaggio molto interessante anche se poco sviluppato, spero che possa esserlo nella terza serie, se ci sarà”.
credit foto sito http://www.beatriceluzzi.com
Come ti sei trovata sul set?
“Mi sono trovata bene sia con i colleghi sia con i due registi Raffaele Mertes e Daniele Falleri, che sono affettuosi, bravi, girano con grande esperienza, anche con molta velocità e quindi le idee arrivano all’ultimo momento, c’è grande professionalità dal punto di vista tecnico”.
Quale pensi sia il segreto del successo di questa fiction?
“La storia è molto avvincente e anche credibile perchè purtroppo parla di mafia capitale, è un thriller, un genere che non si usa tanto nelle nostre fiction, è anche molto complicata quindi lo spettatore che la sta guardando deve stare attento per riuscire a seguire le vicende e gli svolgimenti. Le ambientazioni sono bellissime, Roma regala sempre dei panorami suggestivi e le location scelte sono lussuose, è una serie che potremmo definire patinata, la fotografia è curata, quindi è un prodotto di grande livello nel suo insieme”.
Attualmente ti vediamo anche nel cast della soap di Rai 3 Un Posto al sole, nel ruolo dell’architetto Barbara Mancuso. Cosa ci racconti a riguardo?
“Per quanto riguarda Un posto al sole non mi è possibile fare rivelazioni sullo svolgimento del personaggio e della storia, non posso sbilanciarmi, ma mi sono trovata molto bene a Napoli, la macchina di questo meccanismo infernale che lavora quotidianamente da tanti anni è più che rodata, con un olio di grande solidarietà e affetto che ho constatato lavorando con i colleghi e con la produzione, con i tecnici della Rai di Napoli. Il mio personaggio è nelle corde più riconoscibili della mia carriera, per cui è una donna forte, ambiziosa, abbastanza disponibile, senza troppi pudori”.
Hai preso parte a tante serie, a importanti film e anche alla soap Vivere, nel ruolo di Eva Bonelli, che ti ha donato la popolarità. C’è un lavoro a cui sei più legata?
“Il ricordo più forte che ho è quando ho recitato nel film “Swept Away” con Madonna. Da un punto di vista umano e professionale è stato bellissimo, stare sul set con lei e con Guy Ritchie mi ha dato una visione internazionale del mio lavoro. Per quanto riguarda l’aspetto affettivo sicuramente i due anni di Vivere mi hanno regalato un’immensa popolarità, mi hanno dato tanto ma anche tolto la libertà, per questo dopo due anni sono uscita dalla soap. Anche dal punto di vista della formazione professionale “Vivere” mi ha permesso di recitare talmente tanto, in luoghi diversi, con attori e registi differenti, che in due anni ho fatto quello che un attore di medio livello fa in dieci anni, come intensità. Quindi è un’esperienza che mi ha lasciato un segno profondo. Un Posto al sole mi ha fatto ritrovare la popolarità più diffusa per cui la gente più impensata ti scrive, dagli intellettuali agli sportivi, perchè ti vede in tv. La soap ha questa ricchezza, è trasversale, ti dà la possibilità di arrivare a chiunque anche nei posti più sperduti, mentre le fiction e i film sono più settoriali a livello di pubblico”.
Sei un’attrice impegnata a livello sociale, hai diretto il documentario “Italia Nostra Cosa” sull’educazione alla legalità, hai interpratato lo spettacolo “Poliziotta per amore” di Nando Dalla Chiesa. Il 23 maggio è stato ricordato il 25° anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in cui persero la vita Falcone e Borsellino. Pensi che oggi il cinema possa assurgere a veicolo per cambiare la società?
“Il cinema deve fare questo, un vero artista è quello che riesce attraverso le sue emozioni a migliorare il mondo. Ho visto la trasmissione di Fazio su Raiuno e l’ho trovata molto bella, mi è dispiaciuto non farne parte perchè ho lavorato tantissimo nel campo dell’antimafia, sono molto legata a don Ciotti, che ha battezzato entrambi i miei bambini, ho avuto l’onore di recitare questo monologo scritto per me da Nando Dalla Chiesa portandolo in scena per sette anni, per tutti i teatri, le piazze, le scuole d’Italia. Sono sicuramente il tema e le attività che mi hanno appassionato e gratificato di più, perchè mi sono sentita utile. Ho voluto utilizzare la popolarità avuta con la soap per l’impegno sociale. Mi piacerebbe fare qualcosa del genere al cinema. Non ho avuto la fortuna di lavorare in serie come Squadra Antimafia ma spero di riuscirci in futuro perchè penso di poter trasmettere questi temi, legati alla legalità, in modo più profondo rispetto magari ad altri”.
A quali progetti stai lavorando?
“Sto leggendo la sceneggiatura, molto bella, di una serie ambientata in Sicilia, una saga che ruota intorno alla famiglia di un imprenditore latifondista, che si svolge nel giro di qualche decennio raccontando la trasformazione della cultura e dell’imprenditoria siciliana, anche ornata da tutte quelle sfumature più o meno scure che comporta una terra in cui è presente la mafia. E’ un po’ la risposta siciliana alla bellissima fiction Di padre in figlia di Milani, girata a Bassano del Grappa che per me è un vero capolavoro. Per quanto riguarda il cinema spero arrivino proposte interessanti”.
Tornerai a teatro anche la prossima stagione?
“Da ottobre a gennaio ho portato in scena uno spettacolo comico, “Coniugi” di un autore francese che si chiama Eric Assous, mi sono divertita molto, però il teatro comporta un impegno personale e famigliare molto forte che posso permettermi ogni due anni, quindi ne riparleremo più avanti. Stare lontana da casa mesi non è semplice, anche emotivamente. E poi sono seria, rigorosa e quindi sto concentrata sullo spettacolo tutto il giorno…il teatro per me è totalizzante”.